Siamo ormai giunti al tanto atteso Day One di Anthem anche se molti di voi staranno volando per i cieli di Bastion già dal 15 febbraio. Anthem è sicuramente uno di quei titoli che richiede più tempo per essere analizzato a fondo, abbiamo dunque deciso di rendervi partecipi di quelli che sono i nostri passi verso la recensione finale.
Che Anthem sia il titolo più chiacchierato del momento è ormai un fatto conclamato. Dopo una demo che è riuscita a spaccare a metà utenza e stampa, l’attesissimo titolo di Bioware si appresta ad aprire le porte alla sua versione finale. Gli utenti in possesso di un abbonamento Origin Access/Premiere ed EA Access hanno avuto la possibilità di accedere al titolo con una settimana di anticipo, alcuni in modo permanente altri invece per un tempo limitato. Politiche sul rilascio tormentate a parte, Anthem è uno di quei titoli che va esplorato a fondo prima di poter esprimere un verdetto, ci siamo dunque rimboccati le maniche ed abbiamo abbracciato le vicende del regno di Bastion, lanciandoci nell’analisi dell’ultima fatica di Bioware.
Subito dopo la corposa demo rilasciata qualche settimana fa, abbiamo espresso le nostre impressioni, ignorando completamente le problematiche tecniche che hanno spinto, forse ingenuamente, troppi giocatori a farsi un’idea decisamente sbagliata sul titolo. A dimostrazione dell’impegno Bioware ha infatti effettuato un pre-lancio di Anthem quasi privo di problemi, rendendo l’accesso disponibile a tutti senza catastrofi di sorta. La grande sfida arriva oggi dunque, più precisamente è già cominciata a mezzanotte e speriamo davvero che non si ripresentino i problemi che hanno tanto fatto discutere sulla demo. Dopo la gigantesca patch di lancio, Anthem è pronto per aprirsi al pubblico di tutte le piattaforme.
Le nostre impressioni fino a questo punto, a circa una quindicina di ore di gioco, non differiscono molto da quelle già espresse sulla demo ma vengono contestualizzate da alcune conferme che riguardano sia i pregi che i difetti ipotizzati in sede di anteprima. Anthem è un titolo da assaporare con gli amici, uno shooter cooperativo che saprà conquistarvi grazie ad un gameplay funzionale, divertente ed estremamente coinvolgente. Il modo in cui ogni singolo Javelin ( o “strale” ) condizionano lo stile di gioco del giocatore è soltanto la punta di un iceberg che nasconde l’enorme potenziale del combat system messo in campo da Bioware. Un combat system fatto di inneschi, combo e detonatori che saprà sicuramente fare la differenza tra successo e sconfitta giocando alle difficoltà più alte. Ogni singolo Javelin ha poi diverse build che richiedono una certa sinergia tra le abilità equipaggiate ed i bonus dell’equipaggiamento, affilando il titolo di Bioware sotto l’aspetto del looter shooter che va a randomizzare le statistiche dell’equipaggiamento.
Uno strale tempesta con abilità da fuoco deve infatti massimizzare il suo potenziale, integrando i propri poteri con un equipaggiamento che enfatizza i danni da fuoco, stesso discorso vale per le tipologie di combo. La ricerca dell’equipaggiamento perfetto si svolge dunque a colpi di missioni, contratti e roccaforti che, in base alla difficoltà scelta, ricompenseranno i giocatori con equipaggiamento via via più potente.
Analizzando l’aspetto narrativo del titolo, troviamo in Anthem un prodotto che deve far fronte a più esigenze contemporaneamente e, almeno al momento, non riesce a proporre un modello di scrittura abbastanza incisivo. La debolezza narrativa tuttavia non basta a mettere in ombra la portata colossale della trama, la fotografia di un mondo sull’orlo della sopravvivenza che deve fronteggiare più minacce con pochissime risorse. Bastion è infatti un mondo selvaggiamente lussureggiante, caratterizzato da tutte quelle storie tipiche di Bioware che vanno a popolare ed arricchire un sottobosco più grande, proprio per questo i dialoghi di Fort Tarsis rappresentano un tassello fondamentale per l’esperienza del giocatore. Ancora una volta, una componente narrativa non particolarmente forte va a minare l’esperienza di gioco, la scrittura dei dialoghi sia in italiano che in lingua originale, non è abbastanza forte per stabilire un legame con il giocatore. Non ci sono infatti personaggi particolarmente carismatici con i quali desideriamo interagire e la maggior parte dei dialoghi propone delle scelte narrative poco incisive che danno la sensazione di “preimpostato”, come se gli NPC fossero lì in attesa di raccontarci la loro vita senza motivo alcuno. Durante le fasi più avanzate i dialoghi diventeranno sempre più interessanti e ci coinvolgeranno nelle storie di Fort Tarsis , rendendoci partecipi alle scelte ed alle conseguenze. Dopo ogni missione vi è infatti quella curiosità di sapere come si sono evolute le vicende che coinvolgono gli NPC, un tocco narrativo tipico di Bioware che viene attutito soltanto dalla natura multigiocatore del titolo.
Anthem va comunque visto come uno shooter cooperativo ed in questo riesce davvero bene. La sinergia tra i vari strali è infatti incisiva in fase di gioco sebbene le difficoltà più basse potrebbero risultare banali, almeno durante le prime battute. Una nota negativa è invece costituita dalla struttura delle missioni principali e dei contratti, in più di un’occasione avremmo potuto affrontare situazioni diverse dal “recati al punto A ed uccidi tutti” ma scelte di sceneggiatura e soluzioni di game design sembrano limitare l’esperienza di gioco rendendo le missioni troppo simili tra loro nel modo di essere affrontate, rischiando di annoiare in fase di leveling. Anche il sistema di crafting si presenta in modo abbastanza anonimo, proponendo una semplice diversificazione tra livelli di rarità ma non permette di spaziare nella creazione e nella personalizzazione dell’equipaggiamento, randomizzando un sistema che sarebbe potuto essere molto più profondo. Tra le perplessità, la più grande resta comunque l’impossibilità di modificare il proprio assetto durante una missione, sia esso il cambio di un’abilità o semplicemente equipaggiare un’arma trovata in corso d’opera, funzione mostrata durante il primo gameplay di presentazione ma mai implementata. Viene dunque a mancare un vero e proprio inventario da gestire durante le missioni, limitando ancora una volta l’esperienza del giocatore.
Non siamo ancora riusciti ad affondare le mani nell’endgame, vero cuore pulsante del titolo ma le impressioni finora dipingono un gioco dannatamente divertente e dal potenziale incredibile, un potenziale che dovrà essere sfruttato a dovere, supportando costantemente il titolo soprattutto nella fase post-lancio. I piani di EA e Bioware sono già stati messi in chiaro e quindi non ci sono dubbi sul fatto che Anthem saprà crescere, evolvendosi in più direzioni, sia narrativa che contenutistica. Le nostre prime impressioni sono dunque più che positive e, al netto di alcuni difetti che sicuramente penalizzano l’esperienza complessiva, non vediamo l’ora di rendervi partecipi della nostra analisi finale del titolo.