Il 2019 è appena iniziato, eppure promette già di essere un anno incredibile per i videogiocatori. Tantissimi titoli di spessore si susseguiranno in questi mesi a venire, tra quelli confermati e quelli ancora da annunciare, ma i cui rumor si fanno sempre più insistenti. Abbiamo voluto per questo selezionare nella redazione un titolo che stiamo particolarmente attendendo con ansia e spiegarne il motivo. Contestualmente, sempre perché ci piace analizzare le cose nella loro interezza, abbiamo deciso di scegliere anche un gioco che per svariati motivi non ci sta provocando particolare entusiasmo, il che non significa assolutamente che non sarà all’altezza, ma che non ci sta colpendo tra la miriade di uscite importanti che arriveranno quest’anno.
Renato
HYPE – Sekiro: Shadows Die Twice
L’ultimo lavoro di From Software è quello che più di tutti sta colpendo la mia attenzione, per due motivi ben precisi. Il primo è che ricorda incredibilmente Tenchu, più di quanto effettivamente si voglia ammettere, e questo mi manda letteralmente in estasi. Il secondo è l’ambientazione nipponica dark che subisce innegabilmente il fascino malato del design tipico dei Souls. Il risultato, almeno dalle prove che ho potuto effettuare in giro per il mondo, è un gioco veloce, ancora più complesso dei titoli dal quale prende in prestito il genere, condito da un’atmosfera oscura e opprimente, ma ricca di fascino. Il concetto poi del rampino e del salto aggiunge una verticalità negli scontri all’arma bianca ancora inedita nei souls, e per questo non vedo l’ora di provarlo, anche perché effettivamente, potremmo essere davanti a Dark Souls, ma bello.
NON HYPE – Devil May Cry 5
Ebbene si, l’ultima avventura di Dante, nonostante le ottime premesse, non mi sta attirando minimamente. La ragione principale è che chi vi scrive aveva davvero apprezzato il lavoro di reboot svolto da Ninja Theory con DMC, e avrei voluto sinceramente che Dante proseguisse in quella direzione, mostrandoci come un ragazzino strafottente sarebbe poi diventato il più temuto sterminatore di demoni della storia. Il ritorno alle origini (?) può aver fatto sicuramente piacere ai fan più radicali ed intransigenti, ma non al sottoscritto che non disdegna un po’ di cambiamento. Per questo Devil May Cry 5, nonostante il ritorno di Nero (altro grande personaggio) e di comprimari storici, non stimola le mie corde, dato che molto probabilmente, andremo sempre sul more of the same che sta uccidendo lentamente le saghe storiche.
Francesco (quello che non fa le dirette trendi su feisbuc)
Hype – Ori and the Will’O’The Wisp
Titoli come Cuphead e Ori rispondono perfettamente all’idea di evoluzione della grafica 2D che hanno avuto i veterani di questa categoria: ovvero coloro che hanno iniziato nella generazione 8 o 16 bit, fantasticando su come sarebbe migliorato negli anni lo standard dei giochi in pixel art o disegnati a mano. Purtroppo molto sovente il filone indie diventa una giustificazione per proporre giochi con una pixel art troppo scarna, con la scusa che lo stile grafico retrò possa far passare liscia una cura che sarebbe stata considerata insufficiente se fosse stata pubblicata anche solo su una console 16 bit. Nel migliore dei casi troviamo titoli che si allineano sugli esempi virtuosi di quel periodo (consiglio il recente Fox’N’Forest), tuttavia con i succitati titoli, Microsoft ha finalmente ampliato il discorso della grafica 2D disegnata a mano, toccando vette che prima si potevano solo sognare. Pertanto in un mercato pigro come quello attuale, chi alza l’asticella qualitativa e non si adagia, merita di sicuro del plauso.
NON Hype – Skull&Bones
Ritenendomi piuttosto deluso dalla mole di contenuti di Sea of Thieves, così come dalla sua grafica eccessivamente semplice (al limite del low poli), avevo serbato un certo interesse per Skull&Bones, salvo poi che il titolo si sarebbe limitato alle sole battaglie per mare con le navi. Qualora invece Ubisoft avesse proposto una sua versione di un MMO piratesco, con una grafica curata e l’attenzione per ricreare ambientazioni urbane o paesaggistiche, unita ad un sistema di battaglie navali solido, basato sui buoni spunti di Black Flag, allora Skull&Bones avrebbe potuto puntare a soppiantare in tutto e per tutto il titolo di Rare. Così invece rischia di essere limitativo, magari più bello esteticamente, ma estremamente circoscritto ad un solo aspetto della vita piratesca e senza sfruttare a pieno l’ambientazione.
Carlotta
Hype – DOOM Eternal
Dopo il Quake Con 2018 e il primo filmato di gameplay mostrato, DOOM Eternal ha catalizzato immediatamente la mia attenzione: un video di pochi minuti in grado di trascinarmi nel folle, adrenalinico, violento e senza fronzoli mondo di DOOM. Il gioco si prospetta essere uno dei titoli più interessanti (e personalmente tra i più attesi) di questo 2019. DOOM Eternal non sarà solo una copia migliorata del predecessore del 2016, i ragazzi di id Software, a detta loro, includeranno molte novità che lo differenzieranno in maniera piuttosto consistente. Tanto per cominciare il nuovo capitolo ci calerà nei panni di una versione potenziata del Doom Slayer che dovrà affrontare orde di nemici ancora più cattivi, in spazi ancora più grandi ed esplorabili, e armati, questa volta, con nuove bocche di fuoco più distruttive e minacciose. DOOM Eternal potrebbe portare il brand ad un nuovo livello un’evoluzione, dove tutti gli elementi che lo compongono potrebbero essere più ampi, più numerosi, più difficili e più frenetici, con il focus del gameplay sarà sempre sulla grande abilità del giocatore. Secondo le ultime news, poi, anche la colonna sonora “subirà” lo stesso trattamento, quindi potremo vedere nel corso dell’anno un Doom Guy in grande spolvero.
NON Hype – Days Gone
Degli ultimi uomini rimasti sul pianeta la lottano per la sopravvivenza dopo che una misteriosa malattia ha trasformato la popolazione mondiale in mostri. Queste sono le premesse di Days Gone, titolo esclusiva ps4 in uscita quest’anno. Nel leggere le premesse sarete travolti da un forte senso di deja-vù. Normale. Il gioco è basato su un incipit fin troppo utilizzato, motivo principale per cui ha perso gran parte del mio interesse. Il titolo sin dal suo annuncio sembrava non brillare per originalità, subendo ancor prima del rilascio scomodi ed inevitabili paragoni. I continui e numerosi rinvii, poi, non hanno certo aiutato mantenere vivo l’interesse. Ovviamente il gioco avrà degli elementi e meccaniche interessanti e anche originali, ma nella lunga lista di giochi che saranno disponibili nel corso di quest’anno, Days Gone difficilmente per me riuscirà a spiccare.
Francesco (quello brutto che invece le dirette trendi le fa)
Hype – Anthem
Dopo averlo visto all’E3 ed averlo provato in GamesCom, non vediamo l’ora di mettere le mani sul nuovo gioco di BioWare: lo studio canadese, che deve farsi perdonare per un Mass Effect Andromeda non all’altezza delle aspettative del pubblico, sta lavorando strenuamente sulla sua nuova IP che promette un’azione frenetica da TPS ibridata con caratteristiche da RPG ed una forte componente cooperativa, con un sistema di drop-in drop-out e di matchmaking che promette di essere efficace e di giocare tutte le missioni insieme ad amici e sconosciuti (vero Destiny?). A dirla tutta, l’aver tirato in ballo il progetto di Bungie non è a caso: le analogie con lo sparatutto sci-fi si sprecano, ma ciò che fa ben sperare per il gioco prodotto di EA è la narrativa approfondita e coinvolgente che ha spesso caratterizzato i prodotti di BioWare, capace di rendere il mondo vivo e non una mappa vuota nella quale effettuare missioni sempre simili fra loro (vero Destiny?). Insomma, le basi per essere un ottimo prodotto ci sono, l’esperienza al team di sviluppo non manca, speriamo solo che riesca a mantenere le aspettative che per ora sono molto alte.
NON Hype – Crackdown 3
Crackdown 3 è un progetto che è partito da un’idea molto interessante e avanguardistica, ma l’ambizione che c’era dietro al titolo al momento della sua presentazione è stata anche il grosso limite che ha portato il gioco ad essere rimandato anno dopo anno. L’idea di una elevata distruttibilità del mondo di gioco supportata da una serie di server in cloud che aiuteranno l’hardware di Xbox One è stata la causa dei continui rinvii che hanno portato il gioco ad uscire dopo 5 anni dall’annuncio. Il gioco poi è passato di mano in mano, con ben sei studi che si sono occupati di differenti aspetti dello sviluppo e con Sumo Digital che alla fine ha preso in mano il progetto per cercare di mettere insieme quello che era stato fatto fino a quel punto. La speranza che possa essere un gioco divertente è sempre l’ultima a morire, di certo però le aspettative non sono altissime considerando sia i nomi coinvolti, non di certo sinonimo di alta qualità, sia lo sviluppo travagliato di questo progetto che non è quasi mai premessa di buoni risultati. E ben poco può fare la presenza di Terry Crews.
Alessandro
Hype – Gears of War 5
Uno dei pilastri di Xbox sta per tornare e, sebbene quella di Gears sia stata una storia per certi versi travagliata, il supporto costante di The Coalition ed il fantastico lavoro svolto con Gears of War 4 lasciano ben sperare. Gears of War 5 sarà il titolo che darà a The Coalition la possibilità di esprimersi al di fuori dei canoni tradizionali della saga. I ragazzi capitanati da Rod Fergusson, forse troppo ancorati a quello che era il fantasma di Gears of War 3, non hanno avuto lo spazio necessario per potersi esprimere al meglio durante lo sviluppo di Gears of War 4. Un titolo certamente spettacolare che probabilmente non rende giustizia alle capacità del team. Gears of War 5 da il via ufficiale ad una nuova storyline e permetterà al team di sviluppo di spaziare, innovare e, perché no, rivoluzionare quello che, ad oggi, viene considerato un modello di gioco da prendere come esempio. Non abbiamo ancora una data di uscita ufficiale ma sappiamo che la finestra di lancio è prevista per il Q3 2019, non ci resta che aspettare altre notizie in merito ad uno dei tioli più amati dai giocatori Xbox.
NON Hype – The Division 2
Lo shooter semi-MMO di Ubisoft che strizza l’occhio al Destiny di Activision ha riscosso sicuramente tanto successo, andando a creare una community di appassionati compatta e ben equilibrata. Tuttavia, il mondo post-apocalittico di Ubisoft non è mai riuscito a brillare in termini di narrativa e Game Design, non riuscendo ad accostare un concept di gioco tutto sommato interessante con un universo affascinante e coinvolgente. The Division 2 è stato mostrato durante l’E3 2018 e, dalle prime impressioni, non differisce molto dal primo capitolo, L’IA degli avversari non spicca per strategia ed il modello di shooting è ancora troppo legnoso. Manca ancora il fascino dell’MMO fatto di loot, boss impegnativi e sfide quotidiane, manca quel senso di mondo immenso da affrontare. Di The Division affascina il PvP ed il concetto di Zona Nera, aspettative molto basse per quanto riguarda invece il PvE, i boss mancano di quell’imponenza necessaria per renderli temibili e la struttura generale del PvE si rivela, alla lunga, molto statica e poco dinamica. Il mancato Hype per il titolo può però trasformarsi in una genuina occasione per essere stupito, affrontando la nuova avventura proposta da Ubisoft senza il peso delle aspettative, d’altronde, il mondo dei videogiochi sa sempre come stupirci.