Il mondo dei GDR duri e puri deve moltissimo al nome di Black Isle e a quel Baldur’s Gate che da anni continua a rimanere un punto fermo nella memoria di milioni di giocatori. L’avvento di Neverwinter e la successiva consacrazione di Pillars of Eternity hanno mantenuto negli anni l’attenzione di pubblico e critica verso la trasposizione migliore di Dungeons & Dragons, ora in questo, ora in quell’altro titolo. Mancava però in effetti un gioco che riportasse l’anima del pen and paper in digitale, facendolo tornare alle origini del mito e regalato ai tanti appassionati ore infinite di gioco. E’ per questo che alla vista di Pathfinder Kingmaker abbiamo sussultato come se avessimo rincontrato un vecchio amico, come se tra una folla di sconosciuti incrociassimo il volto di chi in gioventù con noi ha condiviso gioie e dolori. Pathfinder Kingmaker, come se ci fosse necessità di spiegarlo, si rifà ovviamente allo spin off di D&D Pathfinder, una versione molto più fluida e snella del popolare gioco di ruolo, ma sempre e comunque improntata sul classico power fantasy, e nello specifico ne riprende la campagna Kingmaker, dove il fine ultimo delle nostre avventure sarà creare e amministrare il nostro regno.
Questa componente è la novità che ci ha da subito attratti, sia per la svolta gestionale che può prendere il gioco, sia perché da quanto abbiamo potuto vedere si tratta di una meccanica complessa e che può regalare discrete soddisfazioni. A seconda di come gestiremo il regno, le sue province e la costruzione delle proprie città, avremo degli eventi differenti, che sfoceranno ovviamente in nuove avventure, oggetti da costruire o nemici da affrontare. La possibilità di gestire nel minimo dettaglio la vita del regno è molto allettante e farà sicuramente la gioia degli appassionati gestionali, ma non è così invasiva da far scemare l’interesse di quei giocatori molto più amanti dell’azione. L’impressione dalla nostra prova è che Kingmaker è si una componente fondamentale e complessa del gioco, ma non snatura la componente gdr del titolo, dato che ovviamente in Pathfinder Kingmaker ci saranno ore e ore di dialoghi e combattimenti, e non va trascurata
L’impatto con il sistema di gioco è estremamente nostalgico: tutto sembra gridare Baldur’s Gate da ogni pixel, persino i puntatori delle unità. La struttura di GDR a visuale strizza l’occhio al passato, ma comunque non disdegna tante modernità nel combattimento, come slot rapidi, la selezione personalizzabile delle formazioni di combattimento e numerosissimi effetti a schermo durante i combattimenti. La struttura di gioco a prima vista ci è sembrata abbastanza classica, con un party ben nutrito di eroi e una mappa gigantesca da esplorare, divisa in macro aree con numerosi eventi ed NPC all’interno. Un’importante novità del gioco riguarda il loot, personalizzato e localizzato in ogni specifica area, non più semplicemente casuale. Anche dal punto di vista dei dialoghi è stata inserita la possibilità di selezionare risposte in base al proprio allineamento, con differenti tipi di risvolti nelle situazioni diplomatiche. Ci è stata mostrata solo una piccola parte di questo sistema, ma siamo convinti che garantirà una rigiocabilità invidiabile.
Ottime notizie anche per quanto riguarda la longevità, sia per ka durata intrinseca della storia principale, sia per la dimensione delle mappe. Quelle più importanti infatti avranno un dungeon al loro interno, separato dal resto della mappa, diviso in più livelli, e saranno necessarie oltre quattro ore per riuscire a completare un singolo sotterraneo. Una notizia nettamente ghiotta per gli appassionati, che ci fa ben sperare sulla durata del titolo. Stando a quanto visto quindi, le premesse per un ottimo titolo ci sono tutte, e l’effetto nostalgia, unito alle innovazioni apportate dal team di sviluppo, ne garantiranno sicuramente il successo tra gli appassionati. Ad ogni modo, non ci sarà da attendere molto, visto che l’uscita del gioco è prevista per il 24 Settembre su PC. E noi non mancheremo di aggiornarvi su quella che si preannuncia la nuova pietra miliare del genere.