Da circa un paio di mesi le microtransazioni sono al centro di moltissime discussioni sul web e non solo, con titoli come per esempio Star Wars Battlefront II che hanno attirato le ire del pubblico.
In queste ore Kotaku ha riportato la storia di un ragazzo di 19 anni, dal nick Kensgold, che ha speso ben 13.000 dollari in microtransazioni.
A questo punto il nostro, resosi conto di quanto fatto, ha scritto una lettera alle compagnie che hanno scelto di utilizzare questo modello di business, a volte finendo per abusarne. Kensgold nella lettera ha quindi rivelato di essere dipendente dal gioco d’azzardo.
Continuando nel racconto veniamo a scoprire che il ragazzo ha iniziato a spendere soldi in microtransazioni dai 13 anni quando decise di spendere 30 dollari per Clash of Clans. Quindi dopo un gesto “innocuo” e circoscritto (che tanti altri utenti avranno fatto nella loro vita) la situazione è presto degenerata arrivando a spendere circa il doppio dello stipendio in acquisti in-app. A questo punto, come da tradizione per ogni dipendenza, pur di avere soldi Kensgold ha iniziato a procurarsi il denaro con metodi illeciti o poco etici.
Il ragazzo ha poi raggiunto l’apice con Counter-Stike Global Offensive, e resosi conto della gravità della situazione ha deciso di farsi aiutare da uno psicologo.
Kensgold ha affermato infine di aver scritto questa lettera per due motivi:
- convincere gli altri utenti a non compiere i suoi stessi errori
- convincere le aziende a rivedere questo modello di business
Kotaku ha infine controllato gli estratti del ragazzo confermando i 13.500 dollari spesi in microtransazioni per questi titoli:
- Counter-Strike Global Offensive
- Smite
- Lo Hobbit I Re della Terra di Mezzo
- Clash of Clans
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