Così i malintenzionati possono utilizzare la segreteria del tuo telefono per rubarti i dati.
Ci sono momenti in cui il telefono squilla insistentemente e, magari perché siamo occupati o perché vediamo un numero sconosciuto, scegliamo di non rispondere. È un comportamento naturale, quasi automatico: meglio evitare, pensiamo, che rischiare di cadere in qualche fastidiosa chiamata pubblicitaria.
Eppure, proprio in quell’atto così innocente, si nasconde un’insidia che pochi conoscono. Una porta lasciata socchiusa, spesso trascurata, che permette a malintenzionati di entrare nella nostra vita digitale e prenderne possesso senza che ce ne accorgiamo. Non si tratta di sofisticati virus informatici né di hackeraggi da film: la verità è molto più vicina e quotidiana di quanto immaginiamo.
La segreteria telefonica: il punto debole sfruttato dai truffatori
Il meccanismo è sorprendentemente semplice. I criminali informatici non fanno altro che sfruttare un servizio ancora presente su molti telefoni: la segreteria telefonica. Quando un’applicazione come WhatsApp invia un codice di verifica per autenticare l’accesso a un nuovo dispositivo, se la chiamata non viene risposta, quel codice può finire registrato proprio nella segreteria.
Qui entra in gioco un dettaglio cruciale: moltissimi utenti non hanno mai impostato una password sicura per accedere alla segreteria, lasciando attive combinazioni banali come “0000” o “1234”, quando non addirittura nessuna protezione. Con queste premesse, per i truffatori è un gioco da ragazzi chiamare il numero, digitare il codice di accesso e ascoltare il messaggio contenente le informazioni necessarie per prendere il controllo dell’account.
Una volta entrati, la vittima viene immediatamente disconnessa dall’applicazione, perdendo l’accesso a WhatsApp e alla propria rubrica di contatti. Da quel momento, i truffatori possono fingersi la persona legittima e contattare amici e familiari con richieste d’aiuto o di denaro, spesso utilizzando pretesti emotivi come emergenze mediche o problemi bancari. La truffa diventa così credibile da convincere anche i più diffidenti.
Il problema non si limita al furto diretto: gli account compromessi diventano strumenti per diffondere link malevoli, raccogliere ulteriori informazioni personali o espandere la catena di vittime. Un singolo errore si trasforma in un effetto domino che può coinvolgere decine di persone in poche ore.
Proteggere la segreteria telefonica con un codice complesso, monitorare le chiamate sospette da numeri internazionali e prestare attenzione a messaggi insoliti sono piccoli gesti che fanno una grande differenza. Un’abitudine trascurata può diventare il varco perfetto per chi vive di inganni digitali, ed è proprio in questi dettagli apparentemente secondari che si gioca la nostra sicurezza online.