Proiettili, esplosioni, abilità, una miriade di nemici, ciclo giorno/notte, mappe più ampie, armi personalizzabili, trama non lineare… e queste sono solo alcune delle caratteristiche che abbiamo potuto scoprire durante la nostra prova del nuovissimo e attesissimo capitolo della serie Borderlands. Con questo nuovo episodio, Gearbox sembra voler alzare ulteriormente l’asticella. A distanza di ben sei anni dal terzo capitolo, una delle saghe più folli di sempre torna a mostrarsi, e lo fa senza paura di osare.
Durante la nostra sessione, siamo stati invitati a provare tutti e quattro i protagonisti, testando parte delle abilità.
Saranno riusciti a lasciare il segno? Una sola ora di tempo non è stata sufficiente nemmeno per sfiorare la superficie di questa esperienza, tanto profonda quanto ricca di possibilità. Tuttavia, anche se ci siamo dovuti accontentare, la splendida notizia è che abbiamo potuto testare liberamente tutti e quattro i personaggi.
Che si tratti della cinica Sirena Vex con il suo umore perennemente negativo, o del possente Amon in cerca di vendetta contro le creature della Cripta, l’unico limite era la scelta tra due opzioni di avvio: partire da un salvataggio al livello 5 completamente personalizzabile, oppure dal livello 20 con un preset già definito.
Questa limitazione ci ha impedito di esplorare in profondità le potenzialità degli eroi, ma ci ha comunque permesso di intravedere alcune delle caratteristiche che li rendono unici.
4 personaggi in cerca di build
La nostra prima scelta è stata, ovviamente, la Sirena. Vex, nella build che ci è stata proposta, assumeva il ruolo di evocatrice, supportata da Pasticcio, un famiglio capace di bersagliare i nemici infliggendo danni senza timore di essere eliminato. Questa configurazione garantisce anche talenti unici, come la riduzione del danno per sé e per le proprie evocazioni. Ciò nonostante, la difficoltà non ne risultava compromessa: la sfida era ben presente.
Il ramo impostato prevedeva anche una seconda abilità attivabile che permetteva di far tornare rapidamente in vita Pasticcio, trasformandolo in un’arma vera e propria.
Successivamente siamo passati ad Amon, il personaggio che ci ha colpito di più. Il suo preset offriva abilità uniche basate sull’uso di armi corpo a corpo di grandi dimensioni, utilizzate come se fossero pugnali da lancio. Una dinamica insolita, ma sorprendentemente efficace: una delle spade, ad esempio, possedeva un effetto elettro o fuoco, rendendo inutili le armature nemiche e bruciando la loro carne in pochi secondi. Harlowe, invece, è stata una vera sorpresa, capace di evidenziare quanto il titolo sappia offrire meccaniche cooperative coinvolgenti.
La sua abilità principale era l’Acceleratore di Chroma, un’arma in grado di annullare temporaneamente la gravità. Una gigantesca sfera proiettata verso i nemici li intrappola per qualche istante, trasformandoli in bersagli perfetti per noi e i nostri alleati. Ovviamente Harlowe è efficace anche in solitaria, ma è evidente che questa abilità dia il meglio in situazioni di gioco di squadra.
Infine, abbiamo avuto modo di provare anche Rafa, l’eso-soldato cresciuto in microgravità. Armato di spade laser montate sulle spalle e cannoni portatili capaci di perforare qualsiasi difesa, si è rivelato devastante soprattutto contro grandi ondate di nemici. Ogni Cacciatore della Cripta vanta abilità distintive, e come da tradizione per la serie, anche in questo nuovo capitolo sarà possibile investire liberamente i propri punti abilità, creando build su misura che uniscono danni, resistenza e utilità.
La grande novità, che potrebbe sembrare marginale a prima vista, è la possibilità di modificare e combinare liberamente le armi da fuoco. Nella nostra prova non abbiamo potuto testare a fondo questa feature, ma l’idea di avere un numero virtualmente infinito di combinazioni è entusiasmante. Tipologia di elemento, modalità di ricarica, selettore del rateo di fuoco sono solo alcune delle variabili modificabili. Ovviamente, creare l’arma definitiva sarà una delle sfide principali, ma l’RNG sarà, ancora una volta, il vero boss finale. Statistiche come il danno o la capienza del caricatore andranno comunque ottimizzate, e i fan del farming compulsivo troveranno pane per i loro denti, ma con una soddisfazione potenzialmente ancora maggiore rispetto al passato.
Anche in questo capitolo, gli elementi restano fondamentali. In Borderlands sprecare proiettili è facile, ma imparare a sfruttare al meglio le munizioni può fare la differenza tra la vittoria e la disfatta. Nel caso in cui finiate al tappeto, torna la meccanica del “Second Wind”: eliminare un nemico vi riporterà in vita. Tuttavia, il tempo a disposizione sarà limitato, e se fallirete, toccherà pagare una bella somma per ripartire dal checkpoint. Tutto è stato reso più dinamico e fluido: si passa da un semplice salto a doppi o tripli salti, scivolate, schivate, uso della gravità e rampini.
More Border, No Lands
Borderlands 4 alza il livello anche nel movimento, trasformando ogni scontro in uno spettacolo acrobatico. I personaggi potranno raggiungere zone altrimenti inaccessibili, sfruttare oggetti ambientali per colpire i nemici con stile e, se si sapranno sfruttare al meglio queste possibilità, ogni battaglia sarà un’esperienza esaltante.
“More Border, No Lands”: questo è il nuovo motto del gioco ed il motivo è chiaro.
Kairos è il nuovo pianeta che ospiterà le nostre avventure: un mondo ricco di pericoli ma anche estremamente dinamico. Tra ciclo giorno/notte e frequenti eventi casuali, la noia non sarà mai di casa. Avremo un mezzo di trasporto personale, completamente personalizzabile, per esplorare Kairos rapidamente. Oltre al Digirunner, potremo anche sbloccare punti di viaggio rapido per coprire lunghe distanze in un lampo. La versione da noi testata era quella PC. Pur non conoscendo le specifiche della macchina usata nell’area test, possiamo dire con certezza che il gioco si è mostrato visivamente impeccabile e fluidissimo. Non contenti, abbiamo anche provato una build su un notebook ASUS disponibile in loco, ottenendo le stesse performance soddisfacenti: un piacere per gli occhi e per la mente, anche per chi cerca un’esperienza solida a livello tecnico.
Dal punto di vista stilistico, si nota una vera e propria evoluzione. Non abbiamo più il classico cel-shading con contorni marcati e colori saturi, ma una sua reinterpretazione più moderna. Il gioco mantiene l’identità visiva della saga, ma la arricchisce con nuove tecnologie che lo rendono più profondo, dettagliato e visivamente ambizioso.
Giunti al termine di questo primo assaggio (almeno per ora) la curiosità di scoprire ogni singolo aspetto del gioco è più viva che mai. Dopo aver testato alcune delle nuove dinamiche e con la certezza di ritrovare tutto ciò che ha reso celebre la serie, non possiamo che prepararci a un’avventura che si preannuncia folle, esagerata e incredibilmente divertente. Sicuramente, alcuni dubbi potrebbero sorgere in merito alla profondità delle build, alla struttura dell’end game e al supporto a lungo termine. Ma per ora è troppo presto per parlarne e, sinceramente, anche troppo prematuro preoccuparsene. L’attesa sta per finire: siete pronti a scoprire Kairos?