Destiny 2 ha sempre avuto un percorso altalenante, tra DLC memorabili e cadute rovinose. A lungo termine ciò può portare anche i giocatori più accaniti ad abbandonare la nave. Del resto, se non è un lavoro poco ci manca per via del tempo da dedicare al grinding. I Confini del Destino sarà quindi in grado di recuperare l’attenzione? I cambiamenti allo stile di gioco e la nuova storia che porta verso un effettivo termine della trama fanno presagire qualcosa di positivo.
La storia di Destiny torna alla Luce
I Confini del Destino riprende la storia di Destiny 2 portando l’umanità su Kepler, un mondo pieno di mistero e strettamente legato ai Nove. Orin ha deciso di abbandonare il suo ruolo di emissaria per ritornare in contatto con gli umani e fornire loro informazioni preziose sulla loro identità. È però Lodi a caratterizzare veramente questi nuovi contenuti, per via del suo misterioso passato su cui sappiamo praticamente meno di zero.
La nuova storia di Destiny 2, che di fatto volge alla sua conclusione, è un viaggio più nel passato che nel futuro. Troviamo finalmente un collegamento inaspettato con la nostra contemporaneità, che per certi versi è un aspetto che attendavamo da tempo immemore. È anche la conferma che il mondo di Destiny era una volta in tutto e per tutto quello che viviamo ogni giorno, solo rappresentato in un futuro lontano e fantascientifico.
È come se Destiny fosse sulla chaise longue del suo psicoterapeuta per un viaggio introspettivo. Da dove parte la storia dei Guardiani e qual è il ruolo dei Nove in tutto questo? Per certi versi le decisioni prese da Bungie a livello narrativo potrebbero indebolire i personaggi più iconici di Destiny, assegnando loro un ruolo dettato quasi esclusivamente dal “destino”. La figura di Ikora ne esce però ancora più centrale e approfondita. I Confini del Destino riesce quindi a fare luce sul suo passato, sul legame con la Luce, il Viaggiatore, la Torre e un altro aspetto che sarebbe un peccato mettere per iscritto in questa recensione.
Il Portale espande i contenuti di Destiny 2
La grande novità tra i menu di Destiny 2 è il Portale, una nuova scheda che permette di tenere sott’occhio in pochi secondi le attività strettamente legate alla stagione in corso. I suoi sottomenu, soprattutto quelli legati alle attività, portano alla mente quelli dei tempi d’oro di Halo 3. Per quanto Destiny ci abbia abituati a uno schema diverso e più moderno, lo stile di un tempo ha ancora il suo perché e rimane molto intuitivo. Perfetto anche per chi inizia la sua avventura da zero.
Il Portale è una delle funzioni che possono far rinascere Destiny 2 nel cuore di chi ha perso fiducia e al tempo stesso conquistare i nuovi giocatori. Si utilizza per monitorare missioni giornaliere e settimanali, utili per ottenere ricompense necessarie per acquistare equip ad esempio da Zavala. Oppure per avviare le attività singole, in gruppo, di punta o del Crogiolo. Tutte queste ora mostrano il tempo stimato di completamento e conferiscono veri e propri voti, oltre ad essere colme di nuovi modificatori.
Il Viaggio, che consente come nelle scorse stagioni di progredire come reputazione tra i Guardiani, ci riporta indietro ai primi stadi. Non è stato subito facile salire di livello nelle prime due settimane, essendo alcuni obiettivi legati al raggiungimento del power cap, fissato a 200. Da qui si parte col Potere Stagionale, ancora una volta sottoposto a reset ogni volta che un nuovo contenuto della roadmap viene sbloccato.
La presenza di due difficoltà oltre a quella Leggendaria, ovvero Bestiale e Mito, consente di accedere ad attività extra e conquistare nuove ricompense che altrimenti sarebbero bloccate per i livelli più bassi. Nonostante questa rigiocabilità fosse già presente da tempo, è il modo in cui viene proposta a renderla ancora più appetibile.
Una svolta nel gameplay
L’Anno della Profezia sconvolge molti dogmi del gameplay di Destiny 2, ma in modo positivo. L’obiettivo di Bungie è stato probabilmente duplice: aiutare l’onboarding di nuovi giocatori facilitando l’utilizzo di più combinazioni di equipaggiamento e al tempo stesso dare ai giocatori più affamati sfide sempre diverse in base alla stagione. Anche il semplice innalzamento del livello di un’arma fino al Prodigio è molto più sbrigativo e soprattutto economico in termini di materiale da utilizzare.
Se con le precedenti espansioni Bungie aveva permesso una migliore e più inclusiva personalizzazione delle abilità grazie alla sottoclasse Prismatica, oggi arrivano quindi ancora più novità dal punto di vista di tutto ciò che si può utilizzare tra armi e armature.
Gli equipaggiamenti sono infatti dotati ora di bonus stagionali che cambiano col tempo, ma senza impattare in modo così drastico sul gioco. È possibile continuare a utilizzare gli oggetti preferiti se si vuole, oppure cambiare in continuazione il set per essere sempre performanti al massimo. Il gameplay di Destiny 2 ne esce quindi sempre più inclusivo ogni giorno che passa.
Questo si sposa alla perfezione coi modificatori delle attività del Portale. I bonus e malus, che ancora una volta ricordano i Teschi di Halo, consentono non solo di ottenere punteggi migliori e ricompense più ambite, ma anche di variare il gameplay in modo casuale per sfruttare tutte le classi e sottoclassi disponibili. Lo scotto da pagare è la disattivazione del matchmaking, ma è una scelta più che comprensibile visto che gli altri giocatori potrebbero avere obiettivi diversi rispetto a noi. Resta comunque sempre disponibile un’attività singola o di gruppo a rotazione per l’avvio rapido.
Da qualche anno Bungie punta parecchio del suo budget nella creazione di cutscene e il risultato è stato sempre più soddisfacente. Fin dai tempi in cui è comparso per la prima volta il Testimone, la qualità della resa grafica e la sceneggiatura di questi brevi intermezzi video sono aumentate considerevolmente. Vorremmo quindi spezzare una lancia nei confronti dei disegnatori e animatori, che ogni volta creano scene memorabili e sul filo del mind fuck.
La recensione in breve
Ritornando a quanto Destiny sia altalenante nella sua offerta, per fortuna al momento siamo in uno dei momenti alti. L’Anno della Profezia inizia bene, con una narrazione interessante e che sposta il focus sul destino dei Guardiani. Le modifiche al gameplay, col senno di poi, si rivelano necessarie per riconquistare l’attenzione dei giocatori e trovarne di nuovi. Se questo era l’obiettivo di Bungie, per adesso è centrato. Resta da vedere come andrà avanti questa serie di stagioni verso le conclusione di Destiny 2.
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Voto Game-Experience