La terra del Sol Levante riesce a regalare ogni volta qualche piccola emozione. L’estro creativo degli sviluppatori giapponesi è da anni sinonimo di successo, e quelle produzioni che riescono ad arrivare qui da noi sono sempre più spesso apprezzate dal pubblico occidentale come ottime alternative ai classici stilemi a cui siamo abituati. Alcuni di voi potrebbero obbiettare che tutto questo va di pari passo con la loro follia e molto probabilmente avrebbero ragione, soprattutto se pensiamo a Idea Factory e Felistella, che hanno creato un universo immaginario in cui la console war fosse reale e venisse svolta da aitanti signorine che prendevano nome e caratteristiche delle console principali. Questo è in sostanza l’universo di Hyperdimension Neptunia, di cui oggi andremo a recensire il capitolo Re; Birth 3 V Generation, ultimo della serie, approdato su PC qualche tempo fa. Potevamo forse esimerci dalla classica abbuffata ecchi e kawaii? Assolutamente no, ma attenzione! C’è molto di più sotto la superficie.
Consol War Direct to You
Per chi fosse a digiuno dell’universo di Hyperdimension, c’è da spiegare che le avventure prendono piede nella terra di Gamindustri, fantomatico luogo diviso in quattro aree principali: Leanbox (Xbox ovviamente), Laststation (Playstation) Lowee (Wii) e Planeptune, l’ultima città che rappresenta il Neptune, la console di SEGA mai uscita che avrebbe dovuto rivoluzionare il mercato. Ogni aree ha a proteggerla una divinità, chiamata Heart e che prende il suffisso di White, Purple, Green e Black (indovinate un po’ chi è chi –ndr-) e l’aspetto di innocenti signorine. Ognuna di loro è una CPU, e come tale può sfruttare il potere divino dei componenti per trasformarsi nella forma da battaglia più potente, dove tutto il loro potenziale ero sarà rivelato. In questo setting interpreteremo Neptunia, o Purple Heart, che si troverà catapultata indietro nel tempo all’inizio degli anni 90, quando la guerra tra Sega e Nintendo era all’apice. Qui la povera CPU si troverà a combattere contro un’organizzazione di 7 loschi individui che manovrano le fila della console war. Va da se che questo incredibile preambolo narrativo è infarcito da battute umoristiche, un pizzico di demenziale e ovviamente tanto tanto fan service. Tutte le protagoniste saranno ragazze decisamente carine e procaci (soprattutto nella forma da CPU), una vera gioia per gli occhi, ma le parti narrate si svolgono nella più classica delle maniere, con i dialoghi a schermo adattati dalla versione PSVITA. La quantità di questi ultimi è davvero esorbitante, cosa che farà sicuramente piacere a chi ama la lettura, ma spezza in maniera incredibilmente brutale tutta l’azione, lasciandovi molto spesso l’ingrato compito di premere il pulsante di skip più di quanto vogliate veramente. Se però non vi fare scoraggiare dall’impressionante mole di dialoghi, troverete una storia molto divertente e assolutamente godibile, che vi strapperà più di una risata.
CPU is the new sexy
A livello di gameplay, Hyperdimension Neptunia Re;Birth 3 non è assolutamente dissimile dai capitoli precedenti, riprendendo a piene mani il concetto di jrpg semi tattico, con alcune novità che ne cambiano la longevità, già di per se ottima. La struttura del gioco avviene in due parti: la prima sarà quella esplorativa, rivolta ai dungeon dove potremmo raccogliere un gran numero di oggetti e vedere i nemici presenti nell’area in questione. La seconda parte si attiva ovviamente quando entreremo in contatto con i mob, avviando la visuale da battaglia. Qui si entra in un’area circoscritta per il combattimento gestito a turni non casuali, in cui ci si potrà spostare per impostare al meglio i colpi, molti dei quali avranno un’area d’effetto ben definita. Il party in combattimento sarà formato da 4 personaggi, più altri quattro in riserva che potranno essere chiamati in sostituzione in qualsiasi momento. Ogni combattente ha un attacco base e uno speciale, oltre alla possibilità di attivare gli oggetti e la forma divina per le CPU. Nonostante questa classificazione sembri abbastanza semplicistica, possiamo assicurarvi che in realtà è tutto molto più complesso di quanto appaia. Gli attacchi base sono divisi in 3 differenti tipi di attacchi: potenti, spezza guardia e veloci. I primi servono a sferrare colpi che infliggono punti danno aggiuntivi alla salute dei nemici; i secondi infliggono molti più danni alla guardia, una sorta di scudo fisico che ogni nemico possiede, mentre gli attacchi veloci infliggono meno danni ma ricaricano più velocemente la barra degli SP. Questi special point sono fondamentali per l’uso della mosse speciali, molte delle quali incredibilmente devastanti e in grado di compire tutto il party nemico. Inoltre, le combo effettuabili con gli attacchi base sono completamente personalizzabili, aggiungendo danni specifici elementali che sono efficaci contro determinati tipi di nemici, e inutili verso altri. A tutto questo si aggiunge il Coupling System, ovvero la gestione del party di gioco che associa tra loro due protagoniste, in base all’affinità che hanno e che andrà ad aumentare man mano che combatteranno insieme. Questo porta a divertenti siparietti e mosse speciali che è sempre un piacere guardare. Insomma, un sistema ben più complesso di quanto non sembri all’inizio. Buono anche il livello di sfida, che si adegua pian piano nel gioco, con alcuni boss abbastanza ostici da abbattere, in contrapposizione però con alcuni mostri base che non richiederanno più di due tasti per essere sconfitti. Un’altra informazione doverosa, se non vi piace il grinding allora dovrete fare qualche passo indietro: Hyperdimension Neptunia richiede di rigiocare i dungeon più volte, quindi se le cose ripetitive vi stancano, potreste non trovare pane per i vostri denti.
Nvidia Kawaii Edition
Presente nel gioco anche il Remake System, un sistema di modifica dei dungeon davvero interessante che modifica la struttura e i nemici all’interno di alcune aree predefinite, cosa abbastanza utile visto che la maggior parte di questi sono uno la fotocopia dell’altro, lasciando una sensazione di dejà vu predominante. Interessante aggiunta quella dello Stella Dungeon, un minigioco con protagonista la mascotte dello studio Felistella che viene spedita in automatico ad esplorare un dungeon tramite log. Una volta infatti impostate le statistiche, potrete tornare tranquillamente a giocare mentre Stella esplorerà il dungeon e raccoglierà degli oggetti per voi, utili poi per il crafting o crediti da spendere nel negozio.
Per quanto riguarda il lato tecnico, Hyperdimension Neptunia Re;Birth3 V Generation non si discosta tantissimo dalla versione per Ps3 e Vita, con una grafica in cell shading per quanto riguarda le parti esplorative e di combattimento (leggermente più definita e con una mole poligonale adeguata, è necessario specificare), sempre gradevole ma che non è assolutamente al passo con i tempi, ed uno stile anime assolutamente adorabile per quanto riguarda le parti narrate. Anche le numerose protagoniste sono tutte caratterizzate in modo autonomo e originale, sempre al limite del provocatorio ma in nessun modo volgari, come solo l’arte giapponese sa essere. Eccellente anche l’audio, con un doppiaggio giapponese davvero superbo (che vi consigliamo di scaricare gratuitamente) e le colonna sonora che esalta, nonostante sia praticamente identica a quella dei precedenti capitoli.
PRO:
- Stile anime azzeccatissimo
- Jrpg molto più profondo di quanto appaia
- Divertente e scanzonato
CONTRO:
- Graficamente datato
- Dialoghi eccessivamente lunghi
- Dungeon privi di originalità