Hideo Kojima, uno dei game designer più apprezzati del settore, ha recentemente chiarito perché nei suoi giochi – Death Stranding 2: On The Beach incluso – ci siano pochi attori giapponesi o asiatici. Nonostante sia profondamente legato alla sua identità culturale, il papà di Metal Gear Solid ha spiegato che la scelta non è dettata da preferenze artistiche o narrative, ma da una combinazione di sfide tecniche e logistiche legate alla resa visiva e al doppiaggio in lingua inglese.
Durante un’intervista con IGN Japan, il creatore ha raccontato che ricreare volti asiatici in computer grafica, soprattutto quelli di giovani e donne, si è rivelato molto complicato nel tempo. Questo perché la pelle asiatica è spesso molto liscia, omogenea e priva di imperfezioni evidenti, caratteristiche che i motori grafici faticano a riprodurre senza che il risultato sembri “finto” o artificiale. In altre parole, ciò che nella realtà è considerato esteticamente perfetto, in digitale rischia di apparire poco credibile. Paradossalmente, Kojima osserva come sia più semplice lavorare con attori più anziani o con tratti meno “perfetti”, come le lentiggini, che offrono maggiore texture e complessità alla scansione facciale.
Oltre agli ostacoli tecnici, c’è anche un limite legato alla lingua. Le sessioni di motion capture e doppiaggio si svolgono principalmente a Los Angeles, e richiedono una padronanza dell’inglese a livello madrelingua. Trovare attori giapponesi con tali competenze non è facile. Per questo, in Death Stranding 2: On the Beach, l’unica attrice giapponese del cast principale è Shioli Kutsuna, cresciuta in Australia e perfettamente bilingue. Kojima ha dichiarato di essere rimasto colpito dalla sua professionalità e dalla sua personalità, elementi che l’hanno resa una scelta ideale per il ruolo di Rainy.
Nonostante queste difficoltà, Kojima ha fatto sapere che ha già iniziato a sperimentare nuove tecnologie per migliorare la resa dei volti asiatici e che Death Stranding 2 rappresenta un passo avanti in quella direzione. Si dice soddisfatto dei risultati ottenuti, ma vuole spingersi oltre in futuro. Ha anche espresso il desiderio di ambientare un giorno un gioco interamente in Giappone, suggerendo così una volontà di riportare più attori asiatici al centro della scena.
Hideo Kojima ha affermato quanto segue:
“Credo che sia davvero difficile ricreare accuratamente i volti asiatici in CG. Soprattutto le donne e i giovani, la loro pelle è così liscia e bella che finisce per sembrare troppo artificiale. Questo non riguarda solo i giapponesi; molti asiatici hanno una pelle incredibilmente fine e delicata, quindi quando viene renderizzata in CG, tende a sembrare finta. D’altra parte, le persone anziane o con le lentiggini hanno una scansione più dettagliata. Ho già provato a usare attori giapponesi in passato, ma non sono mai venuti bene… Detto questo, questa volta abbiamo usato una nuova tecnologia e sono davvero soddisfatto del risultato. Ovviamente, voglio comunque migliorarle ulteriormente in futuro.”
Consigliamo infine di recuperare la nostra guida dedicata alle tute di Death Stranding 2: On The Beach.
Hideo Kojima says the reason there a few Japanese characters in his games is because they are more difficult to make look their real-life counterparts!
“It’s difficult to make Asians look like their real-life counterparts. Women and young people in particular have such… pic.twitter.com/FIefvGKti5
— Genki✨ (@Genki_JPN) June 28, 2025