Con la fine dell’embargo, anche Digital Foundry ha pubblicato la propria approfondita analisi tecnica di Death Stranding 2: On the Beach, e il verdetto è inequivocabile: il nuovo titolo di Kojima Productions rappresenta uno dei massimi traguardi grafici mai raggiunti su PS5. Stando alla redazione inglese, l’evoluzione del Decima Engine, già alla base del primo capitolo, ha portato a risultati visivamente eccezionali, con ambientazioni naturali incredibilmente dettagliate e coerenti anche in movimento o a distanza ravvicinata.
Le montagne, le rocce e la vegetazione sono modellate con una finezza impressionante, mentre gli effetti atmosferici – pioggia, nebbia, sabbia, tempeste, fulmini – non solo arricchiscono lo spettacolo visivo, ma si integrano profondamente nel gameplay, modificando terreno e fisica in tempo reale.
Su Eurogamer viene riportato che uno degli elementi più lodati riguarda l’illuminazione: grazie ad un sofisticato sistema di illuminazione globale basato su “light probes”, il gioco riesce a simulare riflessi indiretti con grande coerenza, senza l’utilizzo del ray tracing in tempo reale. Le scene interne brillano per l’atmosfera generata dalla luce naturale filtrata, mentre i riflessi su superfici d’acqua e metallo utilizzano tecniche ibride avanzate, limitando in maniera efficace i difetti visivi comuni.
La resa dei personaggi di Death Stranding 2: On The Beach rappresentano di fatto un altro fiore all’occhiello dell’opera. La pelle, gli occhi, i capelli e perfino i tessuti sono stati rifiniti al punto da sembrare quasi realistici. Durante le sequenze di gioco e nelle cutscene, ogni micro-espressione, movimento o imperfezione contribuisce a rendere i protagonisti più credibili e umani. Come se non bastasse tutto ciò, particolarmente notevole è anche la simulazione dei vestiti e degli agenti atmosferici: ad esempio, la sabbia che si accumula sul corpo di Sam viene lavata via in modo realistico quando attraversa un fiume, il tutto con animazioni perfettamente sincronizzate.
Sul fronte delle prestazioni, Digital Foundry conferma un’esperienza stabile e fluida sia su PS5 che su PS5 Pro. Entrambe offrono due modalità grafiche: una Quality Mode a 4K e 30fps e una Performance Mode a 60fps (1440p su PS5, leggermente superiore su Pro), con supporto ai 120Hz per chi dispone di display compatibili. I caricamenti sono praticamente istantanei e il supporto HDR, se ben calibrato, esalta ulteriormente l’immersione visiva. Su PS5 Pro, le differenze tra qualità e prestazioni sono minime, tanto che la modalità a 60fps viene raccomandata anche per i più esigenti.
Certo, non mancano lievi difetti, come artefatti visivi sulle texture a media distanza o una certa imprecisione nell’occlusione ambientale intorno alla vegetazione minuta, ma si tratta di dettagli marginali in un quadro tecnico complessivamente straordinario. DF aggiungo che l’integrazione tra resa artistica e tecnologia risulta perfettamente bilanciata in Death Stranding 2: On The Beach, dando vita a uno dei mondi più vivi, dettagliati e atmosferici mai visti su console.
A completare il quadro, un comparto sonoro altrettanto raffinato: il secondo capitolo di Death Stranding utilizza tracce originali e licenze musicali in modo dinamico e contestuale, accentuando emozioni e momenti chiave in maniera cinematografica. L’uso di colonne sonore adattive, effetti sonori realistici e un doppiaggio di altissimo livello concorrono a rendere il gioco un’esperienza sensoriale completa.
In sintesi, Death Stranding 2: On the Beach si impone non solo come un’opera visionaria dal punto di vista narrativo, ma anche come una pietra miliare tecnologica per PlayStation 5, capace di stabilire nuovi standard per le produzioni di fascia alta.