CD Projekt RED non ha intenzione di deludere i fan: The Witcher 4 non sarà solo un seguito, ma una dichiarazione di intenti. Le fetch quest – quelle missioni ripetitive in cui bisogna raccogliere oggetti e consegnarli – non troveranno spazio all’interno del gioco. Le attività secondarie saranno invece al centro dell’esperienza narrativa, trattando temi scomodi e importanti. Questo approccio riflette la volontà dello studio polacco di continuare a creare arte attraverso i videogiochi, raccontando storie che restano impresse.
Fin dai tempi di The Witcher 3, CD Projekt RED ha costruito la sua identità su una narrativa profonda e moralmente ambigua. Philipp Weber, oggi direttore narrativo di The Witcher 4, ricorda ancora la regola imposta all’epoca: “Non facciamo fetch quest”. Questa filosofia ha plasmato anche Cyberpunk 2077 e continuerà a essere il pilastro creativo del nuovo capitolo con protagonista Ciri. Ogni missione, anche quella apparentemente marginale, dovrà avere un senso, un impatto e una voce narrativa ben definita.
La differenza rispetto ad altri RPG? GamesRadar ricorda che CD Projekt RED scrive dieci volte più idee di quelle che finiranno nel gioco, cosa questa che permette di selezionare solo il meglio e scartare ciò che non raggiunge l’altissima soglia qualitativa. Secondo Weber, non si tratta solo di “fare intrattenimento”, ma di porre domande difficili, senza offrire risposte facili. Si parla di redenzione, di lutto, di abusi, di cosa significhi essere umani. Questo approccio ha portato a momenti come la famigerata quest del Barone Sanguinario in The Witcher 3, capace di toccare corde delicate e personali. Lo stesso tipo di complessità morale sarà presente in The Witcher 4.
Il team, che nel 2012 era ancora relativamente piccolo e “scrappy”, conserva oggi quello spirito libero e caotico che ha contribuito a rendere The Witcher 3 un capolavoro. Secondo Weber, The Witcher 4 viene sviluppato con la stessa passione e lo stesso slancio creativo di allora. Non si tratta di superare The Witcher 3 in modo matematico, ma di restare fedeli alla visione originaria, pur esplorando nuove direzioni. L’obiettivo di conseguenza è di sviluppare un gioco che non solo intrattenga, ma tocchi davvero chi gioca.
Lo studio guarda anche all’innovazione: tra le ispirazioni dichiarate c’è Kingdom Come: Deliverance 2, apprezzato per il suo realismo e l’approccio simulativo. Un chiaro segnale che The Witcher 4 potrebbe offrire un mondo ancora più credibile, vivo e coerente.
Con The Witcher 4, CD Projekt RED non cerca il consenso universale. Come dice Weber, meglio un gioco che alcuni ameranno alla follia e altri no, piuttosto che uno che lasci tutti indifferenti. E questa, forse, è la promessa più potente di tutte.
Ricordiamo inoltre che il team di sviluppo polacco ha affermato di recente di puntare ai 60 FPS su console sin dal lancio. Consigliamo infine di dare un’occhiata alla spettacolare tech demo mostrata allo State of Unreal 2025.