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Home»Articoli»Recensioni»Roadcraft, la recensione: non esattamente per tutti

Roadcraft, la recensione: non esattamente per tutti

La recensione di Roadcraft, simulatore di cantieri che modifica le classiche meccaniche della serie, mantenendo però la sua profondità.
Marcello CresciniBy Marcello Crescini5 Giugno 2025
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keyart di roadcraft
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Una volta i simulatori erano legati solo alla guida, o comunque a situazioni talmente particolari e poco comuni da portare gli sviluppatori a creare esperienze simili. Difficilmente si pensava che nel 2025 ci saremmo evoluti da “umarèll” a veri e propri gestori di cantieri virtuali. Roadcraft aspira proprio a questo, intercettando il desiderio latente di diverse generazioni che hanno sempre voluto dimostrare di non essere braccia rubate all’urbanistica.

Ancora una volta nel fango

gamma di mezzi in roadcraft

Roadcraft vuole insegnarci a costruire strade, il che porta a una dovuta preparazione iniziale. Non basta infatti stendere l’asfalto per creare una via, soprattutto in luoghi talmente fangosi da mettere in crisi anche gli automezzi più adatti a un simile utilizzo. Dobbiamo quindi stare molto attenti a dove mettiamo le gomme, imparando a gestire le situazioni più difficili grazie ai vari strumenti a disposizione.

Ogni mezzo ha infatti la sua utilità e soprattutto può destreggiarsi bene solo in determinate situazioni. Prendendo come esempio una semplice jeep con verricello, questa avrà grandi difficoltà su fondi molto sdrucciolevoli o fangosi, trovandosi costretta a cercare appigli dove trascinarsi fuori dall’impiccio.

Per questo è importante saper gestire fin da subito trazione, marce e differenziale, ove possibile. Contrariamente agli altri capitoli della serie, Roadcraft per fortuna non presenta alcun modello di danni per i propri mezzi e non ci costringe a dover calcolare il carburante da mettere nel serbatoio. Il recupero dei mezzi è gratuito se proprio ci impantaniamo, ma costringe comunque a scegliere tra basi fisse che magari si trovano a centinaia di metri di distanza. Oppure è possibile farlo a pagamento, sfruttando l’abilità speciale della base mobile.

Un gameplay non per tutti

strada asfaltata in roadcraft

La quantità di step necessari per costruire determinate strutture è forse ciò che può spaventare inizialmente. Caricare le risorse su un camion richiede tempo, soprattutto per imparare a manovrare correttamente le gru. Immaginate di dover perdere il carico e ribaltarvi nel fango. Ogni riferimento a eventi successi è puramente intenzionale. La frustrazione sale in questo caso e pure parecchio.

Per questo motivo è meglio approcciarsi a Roadcraft fin dal primo momento in compagnia di amici tramite la modalità cooperativa. È solo così che si possono veramente ottimizzare processi e limitare i danni. A meno che i vostri amici non siano altro che burloni in cerca di caos. Dipende sempre dalle scelte della nostra vita, soprattutto in un gioco dove non è possibile prendersela con l’ufficio HR se i colleghi non collaborano.

Giocato in singolo, Roadcraft rischia quindi di diventare noioso per chi non è così avvezzo a un simile gameplay. Sta a voi capire se siete in grado di digerire l’estrema lentezza della sua progressione così legata a processi realistici.

Roadcraft è meglio in compagnia

lavori in corso in roadcraft

Probabilmente se Roadcraft fosse arrivato quando eravamo abbastanza giovani da poter giocare con le ruspe in spiaggia avremmo pianto arcobaleni. La sua profondità risiede infatti nella quantità di mezzi a disposizione per effettuare gran parte dei classici lavori su strada. Nonostante la location scelta sia stata devastata da un cataclisma, sempre di nuove vie stiamo parlando e ciò rende necessari diversi step prima di poter posizionare un po’ di asfalto.

Se questa continua costruzione di strade e ponti può sembrare ripetitiva e noiosa, Roadcraft riesce invece a renderla funzionale anche dove è necessario reiterarla. Ci sono infatti diversi obiettivi che portano alla costruzione di nuove vie, come l’approvvigionamento da base a base, il passaggio verso aree interrotte da frane o il collegamento tra diversi lembi di terra. Dopo una certa porzione di gioco è possibile anche automatizzare i lavori e godersi la vista dall’alto come in una sorta di gestionale.

Quando si gioca con un controller, l’apprendimento dei tasti non è così immediato. Spesso occorre utilizzare combinazioni per via della quantità di azioni disponibili, fattore che va ulteriormente a rallentare il gameplay. Deve piacere, questo è certo. Chiunque abbia in mente di poter giocare con un passo piuttosto veloce rimarrà senza dubbio con l’amaro in bocca. Roadcraft richiede pazienza e dedizione per essere apprezzato.

Provato infine su PC con combinazione RTX 4070 Super e Ryzen 7800X3D, Roadcraft ha davvero brillato, se non per qualche molto sporadico freeze dell’immagine. I panorami disastrati della mappa di gioco sono spesso sferzati dal vento e dalla pioggia, che contribuiscono quindi a creare un effetto drammatico e piuttosto dinamico. La vegetazione è in continuo movimento e con buoni dettagli, mentre il fango è come al solito ricreato perfettamente. Una vera trappola letale in 4K.

La recensione in breve

7.0 Fangoso

Roadcraft è uno di quei titoli che vanno vissuti in compagnia. Il suo gameplay estremamente lento e preciso può intimidire i solitari, a meno che non siano veramente feticisti dei cantieri. La modalità co-op è quindi la scelta ottimale. Quello che infatti può essere un deterrente per alcuni è la forza per gli altri: Roadcraft ha una profondità di gioco entusiasmante per chi vuole dedicarsi al 100% alla ricostruzione delle strade di un paese disastrato e assetato di ore di gioco.

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