Clair Obscur: Expedition 33 è il fenomeno videoludico del momento. Nato in Francia dalle mani del piccolo team Sandfall Interactive, ha conquistato in pochissimo tempo la scena internazionale con vendite impressionanti e punteggi record su Metacritic. Alla guida di questo successo c’è Guillaume Broch, un appassionato di giochi di ruolo giapponesi sin dall’infanzia, che in una recente intervista ha dichiarato che Persona 5 è per lui il miglior videogioco al mondo in termini di interfaccia utente e messa in scena dei combattimenti, al punto da influenzare profondamente la regia e il design del suo progetto.
Secondo Broch, ciò che rende Persona 5 straordinario è la capacità della telecamera di trasformare ogni azione in un momento cinematografico, un effetto che ha cercato di replicare – reinterpretandolo – all’interno di Expedition 33. Ma non si è trattato di una semplice emulazione: Broch è stato molto chiaro nel voler evitare le copie sterili e nel costruire qualcosa di autentico. L’obiettivo era rielaborare l’eredità dei JRPG, filtrandola attraverso una sensibilità europea, in particolare francese. Da qui nasce uno stile visivo unico, ispirato alla Belle Époque e al super-realismo pittorico, che ha fatto breccia anche in mercati solitamente lontani da questi riferimenti estetici.
Expedition 33 ha colpito pubblico e critica per la sua direzione artistica, la scrittura narrativa, la varietà del cast, ma anche per il lavoro tecnico dietro le quinte: Broch ha coinvolto il compositore Lorien Testard già dalle prime fasi dello sviluppo, ottenendo così una colonna sonora perfettamente sincronizzata con le scene di gioco, fino al dettaglio dei secondi. Il risultato? Un’esperienza sensoriale e narrativa profondamente immersiva, dove suono, immagine e meccaniche si fondono armoniosamente.
Il successo di Clair Obscur ha stupito persino i suoi stessi creatori. Con oltre 2 milioni di copie vendute in due settimane e uno user score potenzialmente da record assoluto (9.7 su Metacritic), il titolo è già candidato a Gioco dell’Anno 2025. La critica ha lodato in particolare il sistema di combattimento ibrido, che fonde turni alla giapponese e azione strategica, oltre all’evidente passione che traspare da ogni pixel. Tuttavia, Broch non si accontenta: ha già confermato che l’interfaccia utente continuerà ad essere perfezionata, sempre prendendo spunto da Persona 5.
Infine, Broch sottolinea l’importanza di costruire a partire dalle proprie influenze, senza fermarsi all’omaggio. Per questo, Expedition 33 si distacca dalle copie occidentali che scimmiottano i JRPG senza comprenderne l’anima. Il titolo porta con sé la memoria di grandi capolavori come Final Fantasy VI–X, Shadow Hearts, Suikoden, Atelier, Lost Odyssey, ma con una voce propria, europea, e sorprendentemente matura per un gioco d’esordio. Una lezione importante per gli aspiranti sviluppatori: saper prendere ispirazione è fondamentale, ma ancor più lo è avere il coraggio di andare oltre.