Hideo Kojima, il celeberrimo autore di videogiochi e mente a cui dobbiamo Metal Gear e Death Stranding, ha rivelato di aver lasciato al suo staff una chiavetta USB contenente idee per futuri giochi da sviluppare dopo la sua morte. Un gesto carico di significato, nato da una profonda riflessione sulla propria eredità creativa, in seguito a una grave malattia che lo ha colpito durante la pandemia.
Come riparato da VGC, nel corso di un’intervista con Edge Magazine, Kojima ha raccontato di come quell’esperienza lo abbia messo di fronte alla fragilità della vita e alla consapevolezza del tempo limitato che ogni creatore ha a disposizione. “Fino ad allora, non mi sentivo vecchio,” ha dichiarato. “Pensavo che avrei potuto creare per sempre. Ma poi mi sono ammalato e ho capito: e se mi restassero solo dieci anni?”
Da questa consapevolezza è nata una serie di decisioni cruciali. Oltre a intensificare la sua attività creativa con progetti multipli – come Physint (un gioco d’azione e spionaggio in collaborazione con Sony), OD (in partnership con Xbox) e il già attesissimo Death Stranding 2 – Kojima ha voluto anche tutelare il futuro della sua casa di produzione. Il timore che Kojima Productions possa limitarsi a gestire le IP esistenti lo ha spinto a redigere una sorta di “testamento creativo”. “Ho consegnato alla mia assistente personale una chiavetta USB con tutte le mie idee,” ha spiegato, “perché possano continuare a creare anche quando io non ci sarò più.”
Il gesto di Kojima è più di una precauzione: è un manifesto di fiducia nel proprio team e nell’importanza della visione creativa come fondamento di un’eredità duratura. È anche un invito implicito agli studenti e futuri sviluppatori a pensare in termini di continuità, innovazione e responsabilità creativa, anche oltre i confini della propria vita.