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Home»Notizie»Nintendo»Nintendo Switch 2, le “schede con chiave di gioco” sono “deprimenti”, afferma il capo di Nightdive Studios

Nintendo Switch 2, le “schede con chiave di gioco” sono “deprimenti”, afferma il capo di Nightdive Studios

Stephen Kick, CEO di Nightdive Studios, ha criticato aspramente le “schede con chiave di gioco” di Nintendo Switch 2.
Alberto RossiBy Alberto Rossi5 Maggio 2025
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Un Nintendo Switch 2 con la scheda ed uno sfondo rosso
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Con l’avvicinarsi del lancio ufficiale di Nintendo Switch 2, una nuova soluzione adottata dalla casa di Kyoto ha sollevato polemiche tra sviluppatori e appassionati: le “schede con chiave di gioco”, un formato ibrido che simula la fisicità ma richiede comunque il download digitale dell’intero gioco. L’idea alla base è permettere ai giochi digital-only di avere comunque una forma di pubblicazione fisica, utile ad esempio per la rivendita. Tuttavia, questa strategia non convince tutti.

Come riportato da GamingBolt, tra i più critici troviamo Stephen Kick, CEO di Nightdive Studios, team specializzato nel recupero e nella rimasterizzazione di classici videoludici. In un’intervista a GamesIndustry.biz, Kick ha definito l’introduzione delle Game-Key Card “deprimente”. A suo avviso, è sconfortante vedere proprio Nintendo, un’azienda dalla lunga storia legata al supporto fisico, adottare una pratica che mette a rischio la conservazione futura dei videogiochi.

Il problema principale, evidenzia Kick, è l’eccessiva dipendenza dall’infrastruttura online: se un giorno Nintendo decidesse di disattivare i server, i giochi legati alle Game-Key Card non potrebbero più essere scaricati o riattivati, rendendoli inutilizzabili per le nuove generazioni. È un problema già noto – basti pensare alla chiusura degli store di Wii U e 3DS – ma il fatto che ora colpisca anche i titoli in vendita su cartuccia lo rende ancora più grave.

Anche James Newman, docente e co-fondatore della Videogame Heritage Society, ha sottolineato come le cartucce moderne spesso non contengano il gioco completo nemmeno al lancio, diventando semplicemente un “dongle fisico” per un prodotto ormai digitale. In questo scenario, la cartuccia perde il suo valore conservativo, diventando un guscio vuoto.

Nintendo non è sola in questo cambiamento, anzi, come ha spiegato Jon-Paul Dyson del museo The Strong, è l’ultimo grande produttore a cedere all’inevitabile spinta verso il digitale. Tuttavia, è proprio la reputazione di Nintendo e il suo immenso catalogo storico che rendono questa decisione particolarmente deludente per molti esperti del settore.

Non tutto è perduto: Kick riconosce che altri attori dell’industria stanno finalmente prendendo sul serio la questione della preservazione, archiviando codice e materiali originali. Tuttavia, ribadisce che una maggiore responsabilità da parte di giganti come Nintendo è cruciale per evitare che intere generazioni di giochi vadano perse nel tempo.

Kick ha affermato quanto segue:

“Vedere Nintendo fare questo è francamente un po’ scoraggiante. Verrebbe da sperare che un’azienda così grande, con una storia così importante, prenda la questione della conservazione dei giochi un po’ più seriamente ed invece accade questo.”

La discussione è tutt’altro che chiusa: le Game-Key Card rappresentano un compromesso tra praticità e memoria storica, ma sollevano interrogativi fondamentali sul futuro della proprietà videoludica e della conservazione digitale.

In tutto questo ricordiamo che le schede di gioco virtuali di Nintendo Switch 2 e Switch 1 presentano dei limiti.

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