La seconda stagione della serie TV di The Last of Us, ha fatto il suo ritorno su HBO proprio in queste ore, ed il primo episodio ha già acceso un grande dibattito tra i fan. Il motivo? Un cambiamento drastico rispetto al ritmo narrativo del videogioco originale. La nuova stagione parte subito forte, mettendo sul tavolo una carta che nel gioco veniva giocata solo molto più avanti: la presentazione di Abby e delle sue motivazioni. Un inizio che, se da un lato aumenta la chiarezza per lo spettatore, dall’altro sacrifica parte del mistero e della tensione costruita nella versione videoludica.
Prima di proseguire nella stesura di questo articolo consigliamo di interrompere la lettura se non si è portato a termine The Last of Us Parte 2, oltre ad aver visto il primo episodio della seconda stagione dello show targato HBO.
Fatta questa doverosa precisazione, GamesRadar ha segnalato che la scena iniziale del primo episodio della stagione 2 di The Last of Us si svolge a Salt Lake City, la stessa ambientazione del finale della prima stagione, ed introduce Abby (interpretata da Kaitlyn Dever) insieme al suo gruppo. I personaggi discutono di numerose perdite e posano un ciondolo delle Lucciole su una tomba. Si capisce presto che stanno parlando di Joel, e Abby dichiara apertamente la sua intenzione di “ucciderlo lentamente”. La vendetta, quindi, prende subito il centro della scena.
Nel gioco invece questa rivelazione arriva molto più tardi, lasciando il giocatore in un lungo stato di incertezza e tensione. Proprio questa struttura era pensata per creare un conflitto interiore nello spettatore: inizialmente si odia Abby, vedendola solo come un’assassina, per poi, con il tempo, comprenderne le ragioni. L’adattamento televisivo invece rovescia le carte fin da subito, permettendo di empatizzare prima con il personaggio, ma al prezzo – secondo molti – di una narrazione meno intensa.
Le reazioni dei fan non si sono fatte attendere. Alcuni criticano la scelta di introdurre Abby così presto, sostenendo che rovini il ritmo e il mistero. “Avrebbero potuto chiudere l’episodio con la scena nel bosco e sarebbe bastato per creare tensione”, scrive un utente. Altri comprendono le ragioni dietro la decisione: evitare una nuova ondata di polemiche come quella che colpì il videogioco e permettere al pubblico televisivo – meno abituato alla narrazione interattiva – di orientarsi fin da subito.
Un altro aspetto da considerare è l’intento, forse strategico, di proteggere l’attrice e il personaggio di Abby da un’ondata di odio, come già avvenuto con la sua controparte nel gioco. Offrendo contesto fin dall’inizio, si cerca di creare empatia piuttosto che rigetto. Alcuni spettatori hanno apprezzato questa chiarezza anticipata, ritenendola utile a bilanciare la struttura narrativa per un medium diverso come la TV.
Resta il fatto che The Last of Us ha scelto, ancora una volta, di non limitarsi a replicare il videogioco ma di adattarne il contenuto alle esigenze di un linguaggio televisivo. Il risultato? Una prima puntata che non lascia indifferenti, e che probabilmente continuerà a far discutere per molto.
Consigliamo infine di leggere un articolo dedicato ad Eugene, uno dei personaggi più importanti del primo episodio.