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Home»Notizie»PlayStation, Sony non ha obbligato i team a sviluppare live service, rivela Shuhei Yoshida

PlayStation, Sony non ha obbligato i team a sviluppare live service, rivela Shuhei Yoshida

Shuhei Yoshida ha affermato che Sony non ha costretto i team di sviluppo a realizzare i giochi live service.
Alberto RossiBy Alberto Rossi19 Febbraio 2025
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La protagonista di Concord con al fianco il logo di PlayStation
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Shuhei Yoshida, ex presidente dei Worldwide Studios di Sony, ha chiarito un punto fondamentale riguardo alla strategia dei live service adottata dall’azienda negli ultimi anni. Secondo Yoshida quindi, il colosso giapponese non ha mai imposto ai suoi studi di sviluppare titoli di questo genere.

Durante un’intervista organizzata nel corso del podcast Sacred Symbols+ (riportata da Eurogamer), l’ex dirigente ha spiegato che spesso gli studi tendono spontaneamente a seguire le grandi iniziative aziendali per aumentare le possibilità di ottenere supporto e finanziamenti per i loro progetti.

“Non credo che Hermen Hulst (capo dei PlayStation Studios) sia andato da ogni singolo dirigente per obbligarli a sviluppare giochi live service. Piuttosto, si tratta di una decisione reciproca, un accordo tra le parti“, ha dichiarato Yoshida nel podcast Sacred Symbols+.

Tuttavia, questa strategia non sembra aver dato i risultati sperati. Sony ha cancellato numerosi progetti live service, tra cui The Last of Us Online di Naughty Dog. Yoshida ha sottolineato che questa decisione non è stata presa per problemi di qualità del gioco, che anzi ha definito “meraviglioso”, ma perché Neil Druckmann e il suo team hanno preferito concentrarsi su una nuova IP, Intergalactic The Heretic Project.

Inoltre, il parere di Bungie avrebbe avuto un ruolo cruciale: lo studio avrebbe avvertito Naughty Dog che il modello live service avrebbe impedito loro di sviluppare un’esperienza single-player tradizionale, spingendo così il team a interrompere il progetto.

Nonostante queste dichiarazioni, alcuni ex sviluppatori di Sony, come l’ex director di Days Gone, hanno sostenuto che non tutti i team abbiano avuto realmente una scelta. Secondo questa versione, alcuni studi potrebbero aver percepito la pressione di dover accettare progetti live service per evitare il rischio di chiusura.

La strategia live service di Sony si trova quindi a un bivio. Con molti titoli cancellati e una direzione ancora incerta, resta da vedere come l’azienda adatterà il proprio approccio nei prossimi anni.

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