C’è una cosa che mi ha sempre colpito da quando ero un giovane che ancora gattonava. Non sono mai stato il classico bimbo ordinario a cui piacevano le macchine e le storie classiche: io volevo le astronavi, le battaglie spaziali, l’epica, il sacrificio e il coraggio di gettarsi nell’ignoto. Complice un padre altamente propenso al fantasy e allo sci-fi più sfrenato, il mio immaginario fantascientifico si è evoluto fino ai giorni nostri, facendomi prendere a piene mani qualsiasi cosa assomigliasse vagamente ad un veicolo spaziale che sparasse raggi laser e potesse raggiungere pianeti a velocità iperluce (e si, anche io da bambino volevo fare l’astronauta). Ecco perché alla notizia di No Man’s Sky da parte di Hello Games il mio cuore ha sussultato sensibilmente, dato che avevo davanti agli occhi quello che ho cercato per tutta la vita, la possibilità di gestire liberamente la mia avventura spaziale, come e quando la volevo io. Scrivere questa recensione è quindi una delle cose più difficili che abbia mai fatto, perché dopo ore e ore di esplorazione e altrettante parole spese in speciali e via dicendo, mi sono reso conto che questo non è un titolo da prendere alla leggera, soprattutto non è un titolo che può essere valutato con i canoni classici. Perché? Per tutta una serie di motivi che adesso andremo ad elencarvi. Rifornite la vostra navicella, si parte per il centro della galassia.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione
No Man’s Sky è un gioco, se così possiamo definirlo, che vi mette nei panni di un non ben identificato protagonista, naufragato su di un pianeta sconosciuto, probabilmente ostile. La prima cosa che vi verrà chiesta di fare sarà quella di recuperare più risorse possibili attraverso la vostra pistola mineraria per riuscire a riparare la navicella distrutta e lasciare finalmente il pianeta. Fin qui, nulla di incredibilmente complesso, anzi forse fin troppo classico. La novità arriva nel momento in cui ci si cala nell’ambiente di gioco, un sandbox dalle dimensioni infinite, in cui l’intero universo sarà alla vostra portata. E’ ormai una caratteristica del gioco che conoscete tutti: l’universo di No Man’s Sky è enorme, con miliardi di pianeti e sistemi solari, tutti completamente esplorabili e generati proceduralmente, in cui ogni giocatore potrà atterrare e scoprire tutti i misteri e le specie che lo abitano. Una possibilità che sulla carta può essere allo stesso modo elettrizzante e terrificante, proprio come le profondità dello spazio. Una volta preso infatti il controllo della navicella e acquisite le tecnologie necessarie per i viaggi tra sistemi diversi, l’intero universo sarà alla vostra portata, il destino del vostro viaggio sarà solamente in mano vostra. Da qui possono aprirsi tre strade: la prima è quella di raggiungere ad ogni modo il fantomatico centro dell’Universo, dove tutte le strade sembrano convogliare, seguendo il percorso tra i sistemi solari indicato dal gioco; la seconda è quella di seguire le indicazioni dell’Atlante, una sorta di mappa galattica che di tappa in tappa vi condurrà in un viaggio attraverso lo spazio alla scoperta dei segreti dell’universo; l’ultima via è quella dell’esplorazione libera, intrapresa per il gusto della scoperta. Come novelli avventurieri, dovrete intraprendere un viaggio per luoghi inesplorati, pericolosi e affascinanti, come secoli fa si faceva nelle Americhe e nell’Africa selvaggia. Deve essere il piacere della scoperta a guidarvi, la voglia di vedere cose nuove, provare sulla propria pelle il brivido di essere i primi a vedere un paesaggio incontaminato che mai occhi aveva notato prima d’ora. E’ un bisogno ancestrale, insito nell’uomo, che anche oggi necessita di essere soddisfatto quando scrutiamo le stelle con il naso all’insù, durante le notti serene. E’ qualcosa di cui l’essere umano vive, nonostante vari da individuo ad individuo, dove chi è attratto dall’ignoto si butterà a capofitto, mentre gli altri che stanno bene tra quello che gli è familiare, tenderanno sempre ad ignorare. Questo sostanzialmente è No Man’s Sky, un simulatore di esplorazione spaziale, una sorta di augurio per il futuro dell’uomo, un’esperienza che non può essere condivisa da tutti.
Ma No Man’s Sky è anche un gioco, un titolo che viene presentato ad un pubblico affamato di novità, ma che sostanzialmente può essere anche pigro, con la necessità di essere imboccato a volte. La polemica più grande che è emersa su questo gioco è che è senza scopo, non c’è un vero obbiettivo, e quindi noioso. E’ vero? In parte sì, anzi lo è in larga parte. Il gioco di per sé include un obiettivo, uno scopo che dia soddisfazione al giocatore e lo porti al successo. Ma il gioco è anche divertimento, spensieratezza, voglia di svagarsi, e questo No Man’s Sky lo fa alla grande, date le immensità siderali che mette a disposizione. E’ però qualcosa che, come abbiamo già detto, non è adatto a tutti, perché non tutti sono dotati dello stesso spirito esplorativo, lo stesso che porta alcuni di noi a svolgere un interrail lungo l’Australia senza spendere un euro, mentre altri vanno da anni sempre allo stesso stabilimento balneare dietro casa. Lo scopo di No Man’s Sky è la scoperta, su questo non ci piove.
Raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser
E’ un gioco complesso ma allo stesso tempo molto semplice nelle sue meccaniche. Tramite l’ausilio della pistola mineraria, si potranno estrarre vari tipi di risorse, differenziate per macrocategorie ed elementi, ognuna utile in determinate circostanze, soprattutto nel fornire carburante ai vari indicatori che fanno parte del vostro inventario. Questo è diviso in tre aree principali, ovvero la tuta, l’astronave e l’attrezzatura. Ognuna di queste deve essere rifornita costantemente con materiali diversi per poter funzionare, sia questo il supporto vitale per la tuta, o il carburante per i propulsori dell’astronave o l’energia per la pistola ad estrazione. Ognuna di queste avrà diversi slot a disposizione che funzioneranno sia da inventario, sia da celle di potenziamento per ogni settore, che verranno occupate permanentemente nel caso di implementazione di una nuova tecnologia. Queste si divideranno in bonus attivi e passivi, con i primi che andranno a fornire armi e navicelle nuove (Acquistabili anche da altri alieni incontrati a carissimo prezzo), per la maggior parte trovate durante le vostre esplorazioni, mentre le seconde andranno a migliorare il consumo dei vari indicatori a disposizione. Per quanto riguarda le altre attività, su ogni pianeta o stazione spaziale sarà possibile trovare mercanti, stazioni di commercio e altri alieni che vi permetteranno di incrementare la vostra riserva di fondi. Il discorso delle altre specie viventi è inoltre diviso per le tre diverse specie aliene che incrocerete nelle vostre esplorazioni e la fauna sparsa lungo i pianeti. Ad arricchire la vostra conoscenza ci pensano poi una serie di monoliti che sbloccheranno le traduzioni di parole aliene, mentre un abbozzo di narrativa è dato da alcune semplici scelte testuali che il gioco vi proporrà.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo…
Ma non è tutto oro quello che luccica in effetti, come avrete avuto modo di notare negli ultimi giorni. Tralasciando il più grande difetto dettato dall’utenza, ovvero quello di non avere scopo e che abbiamo già confutato, veniamo a quelli che per noi sono i veri punti deboli del gioco. Innanzi tutto la ripetitività: No Man’s Sky è un gioco estremamente ripetitivo, in cui si tendono a ripetere delle routine quasi maniacali, scendendo su un pianeta, raccogliendo più risorse possibili, potenziare il potenziabile e ripartire alla volta del prossimo mondo. Una serie di meccaniche che diventano alienanti dopo alcune ore di gioco, soprattutto per chi non è dotato di spirito esplorativo. Ci sono ovviamente alcuni eventi particolari, come le battaglie spaziali, ma dopo un po’ ci si abitua anche a quelle, soprattutto alla luce dell’impossibilità di intraprendere una relazione con l’una o l’altra fazione. Altro difetto è sicuramente l’assenza ingiustificata di un qualsivoglia tipo di multiplayer, cosa che invece era stata prevista tempo fa e che avrebbe sicuramente portato il gioco ad un livello molto più alto. Giocare con gli amici ad un titolo del genere è un’esperienza molto originale e appagante per molti, ma rimanere soli all’interno di un universo sconfinato, più che paura dà un senso di sconforto. Altra grande incognita è la generazione procedurale e la teorica infinità degli ambienti. E’ vero che ogni pianeta è diverso dall’altro, ma dopo un paio di sistemi solari si cominciano a notare sempre le stesse specie animali, magari in habitat diversi, sempre gli stessi paesaggi, magari con una palette cromatica alternativa; ecco che quindi la sensazione di un universo sempre diverso lentamente sfuma. E’ pur vero che i limiti tecnici sono quello che sono, ma bisogna stare attenti a quello che si promette.
…come lacrime nella pioggia.
E questo ci porta a quello che probabilmente è il principale motivo dell’apparente fallimento di No Man’s Sky: l’hype. Il gioco è a nostro parere una stupefacente tech demo, una straordinaria dimostrazione di quello che l’ingegno di uno sviluppatore può mettere in piedi, ma che viene rovinato da una campagna di marketing avviata e percepita in maniera sbagliata. Presentare un titolo del genere che punta molto alle emozioni e all’intraprendenza di una certa nicchia di giocatori come la nuova killer application, il messia dei gioca d’avventura è sbagliato, almeno dal punto di vista della critica e degli utenti (ma soprattutto dal punto di vista del prezzo). Sicuramente una mossa commerciale azzeccatissima, visti i risultati (che sono l’unica cosa che conta a quanto pare), ma alla lunga i giocatori più casual o più votati alle storie guidate e i sistemi chiusi hanno abbandonato il gioco, rendendolo di fatto un titolo one shot, una spesa azzardata per la stragrande maggioranza dell’utenza. No Man’s Sky è un titolo particolarissimo, una vera e propria esperienza, non qualcosa da dare in pasto alla massa. Ecco che quindi viene bollato come bufala, quando invece sarebbe dovuto essere idolatrato da quei giocatori che fanno della libertà e dell’esplorazione il loro stendardo. Forse con il tempo le cose cambieranno, ma ad oggi No Man’s Sky è sinonimo di vuoto da parte della stragrande maggioranza delle persone. Anche a livello tecnico, il gioco è estremamente basilare, con una mole poligonale non eccelsa e alcuni modelli anche abbozzati. Quello dove però eccelle è il comparto artistico, che ad un amante della letteratura Sci – Fi ricorderà tantissimo le copertine della serie Urania.
PRO:
- Esplorazione spaziale realmente infinita
- Comparto artistico nostalgico e poetico
- Un must per gli amanti della fantascienza
- Praticamente senza fine
CONTRO:
- Meccaniche eccessivamente ripetitive
- Differenziazione solo apparente
- Non è decisamente per tutti.