L’acclamatissima serie tv prodotta da Sony Pictures Television per Prime Video e tratta dall’omonimo fumetto a firma Garth Ennis e Darick Robertson giunge alla sua quarta e penultima stagione. L’agguerrito scontro fra la fazione degli antieroi capitanati da Bill Butcher, i Boys, e il gruppo di supereroi senza scrupoli con a capo Patriota si fa ancora più intenso e sanguinolento.
Abbiamo potuto visionare in anteprima l’ottavo episodio della 4° stagione di The Boys grazie ad Amazon, così da avere un quadro completo sulla quarta stagione dello show, episodio che nel momento in cui leggerete queste righe sarà disponibile a chiunque abbia sottoscritto un abbonamento ad Amazon Prime. Una stagione quanto mai a fasi alterne, ricca di nuovi personaggi e nuove situazioni ai limiti della decenza.
Ma bando alle ciance, andiamo senza ulteriori indugi a raccontarvi le nostre impressioni a caldissimo, naturalmente senza spoiler (parleremo solo del finale della 3° stagione e della prima di Gen V, quindi assicuratevi di avere visto almeno queste!), in questa recensione della scoppiettante quarta stagione di The Boys!
Dove c’eravamo lasciati
Lo scontro fra i The Boys e Soldatino si è risolto in favore del team protagonista, con il padre genetico di Patriota che finisce sotto custodia del capo della CIA Grace Mallory. Butcher, che nel frattempo ha scoperto di essere in fin di vita a causa degli abusi del composto V, è intenzionato a portare il figlio “illegittimo” dalla sua parte, strappandolo dalle grinfie di Patriota il quale molto poeticamente, durante una manifestazione pubblica, riduce in poltiglia un suo contestatore.
La quarta stagione di The Boys considera anche la prima di Gen V, lo spinoff uscito lo scorso anno sempre su Prime Video dedicato alle nuove leve super che studiano alla Godolkin University School of Crimefighting, un istituto gestito dalla Vought per formare i supereroi del futuro. Senza fare troppi spoiler vi basti sapere che, durante la prima stagione, alcuni esperimenti sono stati condotti in gran segreto della Vought per sviluppare un virus in grado di uccidere chiunque possieda superpoteri.
Un virus letale che, però, è passato nelle mani della Neuman, la super politica candidata alla vice presidenza degli USA e abile nel doppio gioco conosciuta nelle precedenti stagioni di The Boys, la quale avrà un ruolo fondamentale anche all’interno di questa quarta stagione.
Nuovi super problemi
I Boys sono nel caos più totale: Butcher, alle prese con la malattia, non sembra essere più in grado di guidare il gruppo di anti-eroi. Nel frattempo, Hugh dovrà fare i conti con suo padre, ricoverato in ospedale per un ictus, e con la madre, ritornata anni dopo aver abbandonato la famiglia. Anche Frenchie e Kimiko dovranno affrontare gli spettri del proprio passato, un passo necessario per lasciarsi tutto alle spalle e dedicarsi al proprio obbiettivo: i Sette.
Quest’ultimi troveranno nuova linfa nelle due new-entry: Sage e Firecracker. Jessica Bradley alias “Sister Sage” è una super dall’intelletto sovra sviluppato che diverrà ben presto la stratega principale dei Sette, l’unica del gruppo in grado di fornire preziosi suggerimenti a Patriota. Nonostante non abbia alcun potere tale da renderla utile in battaglia, Sage rappresenta l’asso nella manica dei Sette e metterà i bastoni più e più volte fra le ruote di Butcher e compagni.
Ad aizzare le masse portando consensi ai Sette ci penserà invece Firecracker, paladina dell’alt-right e conduttrice di un podcast complottista volto a infangare la figura di Starlight e di chiunque si opponga al gruppo di supereroi. Interpretata da Valorie Curry, già nota al pubblico fan dei videogame per aver prestato volto e movenze a Kara in Detroit: Become Human, Firecracker rappresenta una ventata d’aria fresca all’interno della serie, che per questa stagione sembra aver puntato più al carisma dei villain che non all’originalità loro poteri, spesso persino celati come nell’esempio di quest’ultima.
Montagne russe d’emozioni al Vought Park
Nella quarta stagione di The Boys a tenere banco sono perlopiù le questioni personali dei singoli comprimari, piuttosto che le botte da orbi. Certo, la battaglia fra Boys e i Sette continuerà a dare spettacolo, ma super e non super dovranno prima di tutto fare i conti con le proprie questione irrisolte e con i traumi del passato che verranno irrimediabilmente a galla complicando piani e deteriorando i rapporti.
Aspettiamoci, dunque, la consueta dose di trash e intrattenimento sopra le righe, un tratto imprescindibile per una serie come The Boys, che non mancherà nemmeno in questa quarta stagione, per quanto gli autori preferiscano soffermarsi su tematiche più attuali e mature. Maturità che però non sempre trova riscontro nei dialoghi, specialmente per ciò che concerne le romance fra i membri dei Boys, ancora fin troppo banali e facilmente dimenticabili, apparentemente inserite all’interno della trama a mo di riempitivo, unicamente per allungare il brodo.
Un susseguirsi di alti e bassi che purtroppo caratterizza l’intera stagione, anche e soprattutto per i continui casi di plot armor che proteggono inevitabilmente e in maniera poco credibile i protagonisti nonostante la serie si prenda molte libertà sul fronte della violenza e del macabro. Vero mattatore di questa stagione è, manco a dirlo, ancora una volta Patriota, interpretato dall’ottimo Antony Starr.
L’irriducibile leader dei Sette prende ancora una volta la corona di MVP della stagione grazie all’ennesimo show sanguinolento e politicamente scorretto messo in scena. Il rapporto con il figlio Ryan metterà alla luce per la prima volta anche i punti deboli di un personaggio che, mai come in questa stagione, si dimostrerà in tutta la sua fragilità e vulnerabilità, pur riservando ancora molte sorprese per i suoi detrattori.
Verso il finale e oltre
Non vogliamo parlare in maniera approfondita dei contenuti dell’ottavo episodio, ma solo sottolineare come mai prima d’ora una stagione di The Boys si sia conclusa in modo così aperto. Forse anche troppo, considerando che quanto visto in quest’ultima puntata vanifica gran parte di quanto costruito nei precedenti sette episodi, rendendoli di fatto ancora meno memorabili.
Una stagione di transizione quindi, che porterà a quello che si spera potrà essere un finale degno di nota e maggiormente carico di emozioni. Nonostante non possa considerarsi un vero e proprio flop, per tutti i motivi elencati nei paragrafi precedenti, la quarta stagione di The Boys non riesce ad andare troppo oltre la sufficienza, con davvero poche scene memorabili e decisamente troppi momenti calanti.
La speranza è che possa essersi trattato di una semplice e naturale flessione, dopo tre stagioni livellate su ottimi standard. La seconda stagione di Gen V e l’attesissima conclusione di The Boys, attese per il prossimo anno, potranno certamente rispondere a questa domanda, magari con ancora più fuochi d’artificio e meno inciampi.
La recensione in breve
La quarta stagione di The Boys è un percorso tortuoso che ci proietta verso il gran finale che vedremo nei prossimi anni. Otto episodi dove avremo modo di approfondire ulteriormente la conoscenza degli eroi e anti-eroi dell'universo narrativo creato Garth Ennis e Darick Robertson e messo in scena per Amazon Prime, senza però regalare ai fan quei momenti indimenticabili visti nelle precedenti stagioni, ma piuttosto con troppi momenti morti. Un finale, inoltre, capace di tenere il fiato sospeso e di vanificare, purtroppo, gran parte di quanto messo in scena nei precedenti episodi. Peccato, si poteva fare molto di più.
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Voto Game-Experience