Se c’è una cosa che i grandi eventi estivi come la Summer Game Fest o il compianto E3 ci hanno insegnato, dopo tutti questi anni, è che la speranza è l’ultima a morire. Chi, giurin giurello, si sarebbe mai aspettato un rilancio così clamoroso di Crash Bandicoot nel 2016 con quella trionfale musichetta che accompagnò Shawn Layden sul palco della conferenza PlayStation? O ancora, chi mai avrebbe pensato che davvero Capcom avrebbe creato il remake di Resident Evil 2, ridando lustro a questa serie con un videogioco oggettivamente incredibile? Per non parlare poi del remake di System Shock, da poche settimane approdato anche su console.
Si tratta di un momento storico nel quale sempre più studi stanno cercando di ridare lustro a grandi IP del passato che, in un modo o nell’altro, sono ormai scomparse o semplicemente introvabili. Perché in effetti, a ripensare all’esperienza e alla storia di ogni giocatore, sono tantissime le IP che si sono abissate nel mare del tempo, e il cui ritorno viene sempre chiesto a gran voce. In attesa della valanga di annunci che ci attendono in estate, abbiamo raccolto i pareri della redazione e selezionato dieci serie di videogiochi che sarebbe fantastico rivedere presto sui nostri schermi.
1. Jazz Jackrabbit
Jazz Jackrabbit e il suo sequel, intitolato fantasiosamente Jazz Jackrabbit 2, erano due platform bidimensionali magnifici. Esaltanti. Spaziali. Indimenticabili. Quando ancora Epic Games non era solo Unreal Engine e Fortnite, quando ancora Cliff Bleszinski non aveva partorito Gears of War, questa serie conquistò il meritatissimo titolo di cult su PC, rappresentando ancora oggi un’esperienza davvero indimenticabile.
E dire che senza Gears of War, la carriera di Jazz e suo fratello Spaz poteva essere molto diversa. Nel 1999 lo studio si occupò di Jazz Jackrabbit 3, ambizioso progetto che mirava a lanciare i due personaggi nella terza dimensione seguendo un po’ il percorso fatto anche da altre mascotte del platform come Mario, Sonic, Rayman e così via. Il problema è che tale gioco non è mai uscito: nel 2000 Epic decise di accantonare tutto, probabilmente perché ormai proiettata su quello che sarebbe diventato uno dei più iconici franchise di Xbox. Difficile che qualcuno oggi si decida a fare un remake, impossibile un sequel. Riportare però alla luce Jazz Jackrabbit potrebbe essere una bella mossa, considerando che oggi i due titoli sono disponibili solo su GOG.
2. Splinter Cell
Oh certo, il remake. Il remake di Splinter Cell. Il remake scelto appositamente per rilanciare Splinter Cell. Splinter Cell e il suo remake. Quel remake? Sì, esatto, proprio quel progetto che è stato annunciato da Ubisoft nel 2021 e di cui si sono perse le tracce. Nel mentre, l’agente Sam Fisher ha perso ulteriormente terreno nei confronti di un’altra super-spia, l’agente 47 di Hitman, e il suo ritorno ancora non arriva. Di questo passo, Splinter Cell diventerà un gioco dimenticato. E forse è già troppo tardi.
Proprio questo rischia di essere il grande problema del rilancio di Splinter Cell. I giocatori di vecchia data vogliono al più presto un ritorno di Sam con la sua classica esperienza, ma chi può dire cosa sia diventato questo progetto? E se Ubisoft avesse trasformato il remake in una sorta di reboot creativo, portando il gioco a una concezione più open world e totalmente in contrasto con il passato della serie? Del resto, il publisher francese è stato abbastanza chiaro negli ultimi anni: meno progetti, ma sempre più grandi, per spingere i giocatori a restare a lungo su un titolo. In tal senso, sembra sempre più senza senso l’idea di riavviare due volte la produzione di un altro remake, quello di Prince of Persia: Le sabbie del tempo, ma ormai si fatica a restare stupiti dalle decisioni dell’azienda di Yves Guillemot…
3. Earthworm Jim
In mezzo a tanti altri platform, ecco anche Earthworm Jim. La trama è semplice: Jim è un lombrico normalissimo che un giorno si infila in una Space Suit, tuta spaziale dalle incredibili capacità, e assume abilità e un’intelligenza completamente fuori dal normale. Peccato solo che questa tuta sia l’obiettivo di Psy-Crow, cacciatore di taglie galattico che deve recuperarla per conto della regina Queen Slug-for-a-Butt. Da queste premesse parte così un’avventura folle e divertente, entrata nel cuore di tantissimi appassionati di quel tempo.
Dal 1994 a oggi, Earthworm Jim è tornato in varie occasioni, tra cui anche una serie animata nel 1995-96 e una visual novel molto recente, datata 2019. Gli sviluppatori del primo capitolo provarono anche a realizzare un remake per PSP nel 2007, poi cancellato, e pochi anni dopo anche la riedizione in HD scomparve dagli store. Il risultato è che oggi, nonostante sia considerato un cult, non solo Earthworm Jim è quasi introvabile ma è anche molto distante dal mondo dei videogiochi. Un gran peccato.
4. Quake
Alla luce degli ultimi leak, sembra proprio che id Software abbia nuovamente scelto la strada di DOOM per il suo prossimo capitolo. Non è difficile capire perché: il reboot del 2016 è stato accolto con grandi risultati, DOOM: Eternal nel 2019 ha fatto anche meglio in alcuni mercati, e ora lo studio spera di bissare il successo con il chiacchierato nuovo capitolo.
A farne le spese, però, sarà molto probabilmente Quake. Sembra di assistere al meme dei bambini in piscina, con DOOM che viene aiutato dalla figura genitoriale e il povero Quake invece lasciato a marcire sott’acqua. E questo, ormai, va avanti da tantissimo tempo. L’ultimo barlume di speranza per i fan dell’arena shooter arrivò nel 2017 con il free to play Quake Champions, ancora in attività ma mai capace di conquistare una grande platea. Ancora oggi, dopo tanti anni, i fan continuano ad attendere speranzosi, ma è probabile che quest’attesa si protrarrà ancora a lungo…
5. Black & White
L’opera prima di Lionhead Studios lasciò a bocca aperta tutti. Nel 2001, Peter Molyneaux riuscì a mostrare tutto il suo potenziale, facendo capire al mondo cosa poteva fare (e cosa avrebbe perso alcuni anni dopo, ma questo è un altro discorso). In Black & White i giocatori impersonavano un Dio in piena regola, padrone del destino del suo mondo. Scegliere da che parte stare, con chi parlare, come allearsi, come gestire i villaggi e la propria influenza sul mondo: l’idea di fondo del gioco era appunto quella di capire come i giocatori avrebbero interpretato il ruolo di una divinità e agito sul proprio animale-avata, con sullo sfondo il classico umorismo delle opere di Lionhead in un’avventura che si basava sulla dicotomia del bene e del male. Del bianco e nero, insomma.
Lo sappiamo, immaginare un suo ritorno in questo momento è pura follia. Black & White 3 è semplicemente impossibile, ma dal momento che tante opere del passato, come ad esempio Fable tanto per restare in tema di Lionhead, sono riuscite a tornare dopo tante difficoltà, chissà che qualche studio non si faccia avanti per prendere l’IP (a proposito, ma di chi sarà in questo momento?) e avviare la produzione di un bel remake di tutto punto. Un titolo come Black & White, senza dubbio, andrebbe molto bene ancora oggi.
6. Carmageddon
Qui si va sulla nostalgia pura, sul divertimento senza scopo, sull’intrattenimento perfetto. Carmageddon era questo: un titolo probabilmente nato con poche pretese, che si è guadagnato lo status di cult. L’obiettivo del gioco era completare una serie di gare in ambientazioni urbane nelle quali tutto, o quasi, era permesso: distruggere i mezzi degli avversari, investire tutti i pedoni, mettere a ferro e fuoco ogni singola città.
Finendo ovviamente con l’essere criticato dai mass media per l’eccessiva e gratuita presenza di violenza, un po’ come accade a ogni singola uscita di Grand Theft Auto, Carmageddon era uno di quei videogiochi capaci di scacciare ogni singolo pensiero negativo, lasciandosi andare alla più totale frenesia e, perché no, al relax. Forse paradossale, se si pensa che appunto l’obiettivo era far uscire il carnefice dentro ognuno di noi. Comunque, nel 2015 Stainless Games ha lanciato Carmageddon: Reincarnation, un reboot del franchise, ma si sente ancora disperatamente il bisogno di qualcosa di nuovo.
7. Banjo-Kazooie
Se non avete mai sentito parlare di Banjo-Kazooie, ho un consiglio per voi: chiudete questo articolo, accendete la vostra Xbox, andate nel catalogo di Game Pass e preparatevi per essere stupiti. Naturalmente, sta tutto nel contesto: lanciato nel 1998, nel pieno della potenza creativa e produttiva di una Rare che sembrava destinata a diventare il più grande studio di tutti i tempi, Banjo-Kazooie fu un platform collectathon semplicemente perfetto, che coniugava lo spirito di Super Mario 64 con musiche, oggetti e colori ancora migliori. Non voglio nasconderlo: lo ritengo superiore al mitologico gioco di Mario.
Il problema vero di questa serie è stata la sua totale discontinuità. Dopo un incredibile secondo capitolo che sembrava un miracolo per il Nintendo 64, sono arrivati un paio di spin-off per Game Boy, un certo Viti e Bulloni che male si amalgamava alla formula classica del franchise, e… stop. Quando Banjo e Kazooie furono annunciati come nuovi personaggi del roster di Super Smash Bros. Ultimate, l’entusiasmo fu esagerato, e si sperava che Rare e Microsoft dessero ascolto a queste richieste, specie dopo il mezzo fallimento di Yooka-Laylee di Playtonic. Un bel remake, specie per un mercato che negli ultimi anni ha rilanciato icone come Crash Bandicoot e Spyro, sarebbe stato ideale. E invece siamo ancora qui, 5 anni dopo, e non si vede l’ombra di un loro ritorno. Il profilo ideale potrebbe essere quello di Toys for Bob, ma potrebbe già essere troppo tardi.
8. Omikron: The Nomad Soul
Ne desideriamo un remake? Assolutamente sì. Lo vedremo? Altamente improbabile. Omikron, ancora oggi, è paragonabile a un sogno. Un videogioco ideato da David Cage di Quantic Dream, dove il protagonista segue un’indagine su omicidi seriali a Omikron City portandolo a conoscere personaggi rimasti nell’immaginario. Uno di questi era l’indimenticabile David Bowie, non solo nelle fattezze ma anche nella voce. Nel cast erano anche presenti la moglie di Bowie, Iman, e il chitarrista Reeves Gabrels.
Gioco avventuroso in terza persona, all’epoca (era il 1999) Omikron: The Nomad Soul era un titolo semplicemente visionario, che però oggi cede come è giusto che sia il passo a causa di meccaniche di gioco ormai superate e il classico invecchiamento a cui il 3D è purtroppo molto spesso soggetto. Il fascino di Omikron City, però, è ancora immutato. E chissà che qualcuno non deciderà davvero di tornare in questo mondo. Stiamo forse solo sognando troppo?
9. Dino Crisis
Possibile che nella mente di Capcom ci sia solamente spazio per Resident Evil? Le operazioni di rilancio del franchise, tra remake e produzioni inedite con forti identità, hanno riportato la serie horror ai fasti di un tempo, e al tempo stesso l’azienda nipponica sta proseguendo con grandi successi anche altre IP quali Monster Hunter e Devil May Cry, tornato in carreggiata. Nel cassetto dei nomi dimenticati, però, continua a restare il povero Dino Crisis.
A dire il vero, il grande problema di Dino Crisis, se così si può chiamare, è sempre stato quello di essere stato troppo simile al già citato Resident Evil, e immaginare oggi un progetto che preveda remake in stile RE 2, 3 e 4 può far pensare a uno scenario nel quale i prodotti si sovrappongono in continuazione, vista la somiglianza in fatto di atmosfere e dinamiche survival horror. Al tempo stesso, Dino Crisis continua a mancare terribilmente. L’ultima apparizione della serie è datata addirittura 2002, con lo spin-off Dino Stalker. Un lasso di tempo troppo grande per un degno rivale di Resident Evil che, però, ha perso nettamente il confronto.
10. Legacy of Kain
Concludiamo con un altro classico intramontabile di cui da innumerevoli anni i fan sognano il ritorno. Ritorno che, ancora una volta, come per la maggior parte dei giochi appena discussi, sarà quasi impossibile. Legacy of Kain era il simbolo di una Crystal Dynamics che non c’è più, un magnifico titolo ambientato nella terra immaginaria di Nosgoth dove la magia e la fantasia sono ovunque, forgiato da quella Amy Hennig che poi anni dopo andrà a creare Uncharted per Naughty Dog.
Ad oggi, la serie comprende cinque giochi, pubblicati su diverse piattaforme. Concentrandosi sull’omonimo personaggio di Kain, un antieroe vampiro, ogni titolo presenta azione, esplorazione e risoluzione di enigmi, con alcuni elementi da gioco di ruolo che davano altre attenzioni. Dal 2003, Legacy of Kain è un ricordo, un gran bel ricordo ma ormai troppo lontano. Nei meandri del web si vocifera che Crystal Dynamics, da poco rientrata in possesso dei diritti dell’IP, stia preparando una grossa sorpresa. Speriamo…