Chi nella propria infanzia non ha mai realizzato un graffito coi pastelli a cera. Si trattava di riempire un foglio bianco con i più disparati colori utilizzando appunti i pastelli a cera, per poi ricoprire completamente il disegno con il pastello color nero. Per “disegnare” si procedeva infine grattando la superficie con uno stuzzicadenti o un qualsiasi oggetto acuminato così che i contorni del disegno svelassero i colori sottostanti.
Hauntii, l’opera prima di Moonloop Games, sembra proprio essersi rifatta a questa tecnica così semplice quanto affascinante per il suo monocromatico platform con protagonista un simpatico fantasmino in cerca dei propri ricordi perduti. Riuscirete a guidarlo nei meandri di Eternity e aiutarlo così a fuggire dalle creature che si annidano al suo interno? Scopritelo con noi in questa fantasmagorica recensione di Hauntii!
Il volo di Icaro
Il primo approccio con Hauntii è certamente d’impatto: il titolo di Moonloop Games incomincia senza troppi fronzoli e a colpirci per primo è certamente il suo comparto artistico delizioso. Ma Hauntii non si ferma soltanto al mero esercizio artistico, proponendo un’esperienza comunque originale e interessante, la cui narrativa, seppur piuttosto vaporosa e evanescente, cela una storia profonda e cupa.
Il piccolo fantasma protagonista di Hauntii, immemore del proprio passato, si ritrova infatti a vagare nell’Eternity, una sorta di aldilà popolato da altri ectoplasmi amichevoli oltre che da alcune creature ostili. L’incontro con un’esserina dalle fattezze angeliche però lo spingerà a provare la fuga da questo mondo, fuga che, come scoprirete ben presto, non può avvenire a causa delle catene che tengono il piccolo protagonista ancorato ad Eternity.
Superata la delusione, l’eroe ectoplasma di quest’avventura dovrà vagare per Eternity, raccogliendo indizi sull’amica che provò ad aiutarlo e, soprattutto, sul proprio passato. Grazie al potere di trasferire la propria essenza in alcuni oggetti inanimati per controllarli, il protagonista si farà strada per l’Eternity facendo attenzione a ciò che si nasconde nell’ombra.
Piccolo ma caratteristico
Il gameplay di Hauntii è semplice quanto efficace: si utilizza la levetta analogica sinistra per le movenze del fantasma, quella destra invece per “sparare” il proprio corpo in direzione dell’oggetto che si vuole infestare e quindi controllare a proprio piacimento. Facciamo qualche esempio: il fantasma può controllare un albero e scuotendosi può far cadere oggetti preziosi. Oppure controllando un cagnolino disperso potremo riportarlo dal suo padrone.
Le interazioni ambientali sono quindi all’ordine del giorno di Hauntii, il cui protagonista, di per sé, non può fare affidamento su altre capacità offensive, ma solo schivare i nemici e le zone d’ombra utilizzando lo scatto.
La visuale isometrica permette alle mappe di Hauntii di estendersi in lunghezza e larghezza e il level design alterna livelli classici a corridoi a piccoli villaggi esplorabili liberamente a patto però di rimanere sotto una fonte di luce. Al buio infatti si celano alcune creature che, se rimarremo fermi troppo a lungo, ci divoreranno in un sol boccone.
I puzzle proposti da Hauntii non sono così cervellotici, ma la ricerca delle stelle riesce ad aggiungere quel pizzico di pepe in più oltre che a incidere positivamente anche sulla longevità del gioco. Ogni area nasconde infatti un certo numero di stelle (un po’ alla stregua dei platform/adventure) da raccogliere. Queste serviranno a completare le costellazioni, grazie alle quali non solo potrete recuperare frammenti di cuore o spirito per potenziarvi, ma anche sbloccare un ricordo del giovane protagonista.
I colori dell’aldilà
I richiami ad altre opere, come ad esempio Zelda nel suo sound design, o Limbo nel suo modo di unire elementi cupi ad altri più dolci sono tanti. Hauntii riesce però a sganciarsi dai paragoni proprio grazie al suo stile grafico peculiare, la vera forza trascinante di questo titolo. Le animazioni contribuiscono infine alla resa grafica complessiva, donando a Hauntii un piacevole effetto visivo in stile fumetto.
Interessante la ost del gioco, struggente e atmosferica, che si distorcerà ogniqualvolta passeggeremo su superfici non illuminate. Effetto “psichedelia” che coinvolgerà anche lo schermo, tra distorsione dell’immagine e occhi rossi che fanno capolino nell’oscurità, preannunciandoci un destino nefasto qualora non tornassimo per tempo sotto il chiarore della luce.
Purtroppo, però, Hauntii non stupisce ugualmente per varietà. Nonostante la bellezza delle diverse ambientazioni, enigmi e meccaniche legate all’haunting (che possiamo tradurre letteralmente come “possessione”) tendono a ripetersi un po’ troppo spesso. Nel complesso, l’intera avventura di Hauntii, che si attesta comunque su buoni livelli di longevità per un indie game, è del tutto priva di quel mordente che gli avrebbe permesso di fare un ulteriore salto in avanti.
La recensione in breve
Hauntii è così come si presenta: un'esperienza magica, delicata, dalla forte vena artistica e dalla narrativa rarefatta ma efficace. Un platform/adventure dalle tinte shooter che saprà intrattenervi per una decina di ore, accompagnandovi nelle meravigliose profondità di Eternity. Peccato però per un gameplay fin troppo essenziale e per una scarsa varietà degli enigmi, elementi che non riescono a lasciare il segno fin troppo a fondo.
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Voto Game-Experience