INDIKA, sviluppato da Odd Meter e pubblicato da 11 bit studios, emerge come un’avventura narrativa che attrae
l’attenzione nel panorama dei videogiochi. Uscito il 2 Maggio, INDIKA si è distinto per la la sua storia controversa, in bilico tra fede e desideri, sostenuto da una decisa quanto velata critica al settore videoludico moderno in tutte le sue dinamiche. Il tutto ambientato in una Russia mai citata, dove i giocatori vengono trasportati in un viaggio surrealista che riflette sui temi della fede, dell’esistenzialismo e della condizione umana, promettendo un’avventura che dura circa quattro ore ma impregnata di significati e scoperte. Andiamo dunque a cercare di comprendere meglio il lavoro di Dmitry Svetlov e colleghi attraverso questa nostra recensione di INDIKA.
Trama e Tribolazioni di Indika
Ambientato in una Russia alternativa di fine XIX secolo, INDIKA prende il nome da una giovane suora, protagonista di questo racconto, che lascia la sicurezza delle mura del suo monastero per intraprendere un viaggio insieme al diavolo, con cui ha un legame insolito. Durante il loro percorso, scoprono un mondo selvaggio dove si mescolano commedia e tragedia, e le visioni religiose si scontrano con la cruda realtà. Indika è costretta a confrontarsi con numerosi interrogativi che definiranno il suo percorso di vita, il gioco si presenta infatti come una metafora dell’adolescenza e della vita di Dmitry Svetlov, l’autore, che mette in discussione le convinzioni radicate durante la sua educazione, esplorando temi complessi come le relazioni umane e le loro conseguenze, affrontando argomenti come l’amore, la perdita, la redenzione e il senso di colpa.
La trama si svolge inizialmente in un monastero situato sulle montagne russe, dove Indika inizia a mettere in dubbio la sua fede e l’esistenza di Dio. La presenza del Diavolo nel gioco introduce ulteriori dubbi quante conferme, influenzando l’ambiente circostante e le scelte del giocatore. Nonostante il gioco non sia di genere horror, include elementi inquietanti e puzzle atmosferici che ne arricchiscono l’esperienza. In definitiva, INDIKA non solo esplora le tematiche della religione e del videogioco come medium, ma anche la lotta interna della protagonista con la sua fede, offrendo una narrazione che, sebbene non particolarmente sfumata o provocatoria, solleva importanti questioni sulla fede, la disillusione e il ruolo dell’individuo nella società.
Gameplay semplice e diretto
INDIKA offre una serie di meccaniche di gioco molto semplici e senza particolari fronzoli che contribuiscono a una percezione costantemente surreale del gioco. Tra queste, spiccano i mini-giochi in pixel art che raccontano man mano il passato tormentato di Indika in maniera comunque delicata e stranamente rilassante.
Durante il viaggio, i giocatori sono chiamati a interagire con elementi simbolici come l’accensione di candele e la recitazione di preghiere, di per sé gesti che non svoltano la trama o la storia, ma che tendono a diventare azioni ripetibili e decisamente inconsistenti, come di consuetudine succede nel mondo dei videogame. Le meccaniche di gioco includono anche la gestione di un bicicletta a vapore e la possibilità di muovere determinati elementi di gioco per creare scale improvvisate, arricchendo un’esperienza di gioco altrimenti decisamente piatta e lineare. Le sequenze di puzzle non si rivelano mai difficili o ostiche per il proseguo, poiché probabilmente l’intento degli sviluppatori si concentra sul quel che succede al momento della risoluzione dei puzzle tra il demonio ed Indika, dove tutto cambia mentre lei cerca di fermare la veemenza del diavolo. In tal senso il ritmo lento e i controlli rigidi possono rendere l’esplorazione piuttosto noiosa e priva di elementi tecnici di spicco. Troveremo infatti alcune missioni secondarie, collezionabili nascosti e segreti che cercano di sostenere al meglio il gameplay, invitando i giocatori a esplorare ulteriormente il mondo e la storia di Indika. INDIKA si distingue per una combinazione di esplorazione, risoluzione di puzzle e elementi platform, presentati attraverso una narrazione coinvolgente e sfide di gameplay che riflettono le lotte interne, il passato e le debolezze della protagonista.
Design ed Ispirazioni
Caratterizzato da un’atmosfera densa di simbolismo e interrogativi esistenziali, INDIKA si colloca in un contesto che evoca le opere letterarie russe, famose per la loro profondità emotiva e filosofica Inoltre, la colonna sonora del gioco, di genere chiptune, contribuisce a creare un effetto dissociativo, amplificando l’atmosfera surreale e intensificando l’esperienza immersiva del giocatore. Questo approccio sonoro si allinea con la tradizione di esplorare la psiche umana e le realtà alterate, spesso presenti nella letteratura russa.
Premettendo che manca la localizzazione in italiano sia nel doppiaggio che nei sottotitoli, INDIKA rende comunque alla perfezione se giocato in russo con sottotitoli in inglese, un modo per mantenere l’autenticità dell’esperienza di gioco e la caratterizzazione dei personaggi, permettendo ai giocatori di immergersi completamente nell’ambiente e nelle sfumature del contesto narrativo.
Il design si distingue per la sua unicità artistica che incorpora elementi visivi ispirati ai giochi a 16-bit e all’arte ortodossa russa. Il gioco presenta inoltre effetti di illuminazione e particelle di alta qualità che migliorano l’esperienza visiva complessiva e che, alternata alle fasi in 16-bit, confonde piacevolmente. INDIKA vanta infatti una visione artistica eccezionale, con paesaggi mozzafiato, persone e creature strane ed allucinanti, tutte rappresentate con dettagli meticolosi. Questo stile artistico si combina perfettamente con la colonna sonora decisamente retro che aggiunge profondità emotiva, quanto la sensazione di disagio e insensatezza all’azione sullo schermo, arricchendo l’esperienza di gioco. Insomma, il design di INDIKA permette al giocatore di muoversi liberamente e incoraggia l’esplorazione, offrendo un’esperienza di gioco che solleva questioni sulla libertà di scelta sia nei videogiochi che nella realtà.
In Conclusione
INDIKA, con la sua vicenda ambientata in una Russia fredda e senza pietà, riesce a toccare temi quali la religione, l’esistenza e la lotta interiore, spingendo l’esperienza videoludica a un livello di introspezione e risonanza emotiva non comune. La narrazione e lo sviluppo del personaggio di Indika, delineati attraverso un viaggio mistico e la lotta con la propria fede, offrono agli spettatori un’esperienza immersiva che va oltre il semplice intrattenimento. La riflessione sui temi della disillusione, dell’esistenzialismo e delle relazioni umane, intrecciati con le azioni simboliche e le meccaniche di gioco, offrono un dettaglio narrativo e uno sviluppo del personaggio davvero profondi. La storia di INDIKA , situata al confine tra realtà e fantastico, solleva questioni vitali sull’essenza dell’umanità e sulle convinzioni personali, invitando i giocatori ad una riflessione più ampia sui propri valori e sul significato del libero arbitrio. Inoltre, l’incoraggiamento a esplorare questi concetti profondi si manifesta non solo nel gameplay ma nella struttura narrativa stessa, dimostrando il potenziale dei videogiochi come strumenti di narrazione potenti e impattanti.
La recensione in breve
INDIKA è un viaggio d'introspezione sia personale, che religiosa, quanto legata al mondo dei videogiochi attuale. è il perfetto esempio di videogame come medium, non solo legato all'intrattenimento, bensì alla trasmissione di un messaggio anche diretto, scomodo e necessario.
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Voto Game-Experience