Starbreeze Studios torna con Payday 3 a dieci anni di distanza dal rilascio di Payday 2. Sebbene alla fine del secondo capitolo la nostra gang di criminali fosse prossima al pensionamento, ci ritroveremo in Payday 3 catapultati nuovamente in turbinio di rapine e colpi a mano armata. Il nuovo capitolo regge il confronto con i suoi predecessori? Scopritelo con la nostra recensione di Payday 3.
Payday 3: una storia già vista
Ma non dovevamo finalmente andare tutti in pensione e goderci il tanto sudato bottino? Ebbene no, perché ora un’organizzazione criminale segreta ci ha presi di mira. Un incipit sicuramente poco brillante ed innovativo, affossato ulteriormente dalla mancanza di una narrazione incisiva e basata esclusivamente su sequenze di artwork poco impegnate e studiate, che vanno a delineare la storia e che falliscono nel suscitare il benché minimo interesse.
Abbiamo modo di accedere sin da subito alle otto missioni disponibili e possiamo decidere di giocarle nell’ordine che preferiamo, il che spedisce la trama ulteriormente in secondo piano, considerata la mancanza di linearità e la necessità di completare i colpi per sbloccare le sequenze video. Payday 3 esce dunque con sole otto missioni giocabili, il che significa che punterà a seguire le orme del suo predecessore, arricchendo il gioco nel tempo con nuovi contenuti (probabilmente a pagamento). Mossa comprensibile considerato il prezzo di lancio di 39,90€ e la sua disponibilità su GamePass, meno apprezzabile considerata la qualità del prodotto.
Avendo accesso immediatamente alle missioni possiamo dunque immergerci liberamente nel gioco, che ci consente in questo senso massima libertà di approccio alle diverse situazioni, sia in ottica stealth che ad armi spianate. A stimolare i diversi approcci è sicuramente il sistema di obiettivi inserito da Starbreeze come novità fondamentale di Payday 3: non più solo punti esperienza e denaro, ora per sbloccare nuovi equipaggiamenti, armi e vestiti dovremo dedicarci al completamento di una lunga lista di obiettivi che varia dal numero di nemici abbattuti con ogni arma, alla sopravvivenza ad una determinata difficoltà o nel riuscire a portare a casa un colpo completamente stealth.
Questa visione legata alle sfide andrebbe anche bene in un titolo totalmente single player, ma in Payday 3 va ad infrangersi contro il muro del multiplayer e dell’always-online, dove gli altri utenti della squadra hanno obiettivi differenti da completare, andando così a rovinare l’esperienza di gioco a tutta la gang. Ognuno entra in partita con diversi intenti e necessità ed alla fine risulta impossibile portare a termine gli obiettivi, a meno che non si decida di giocare con i propri amici.
Progressione di gioco e rigiocabilità
Sebbene le sfide si pongano più come ostacolo che come soluzione alla varietà di gameplay, Payday 3 ci propone otto varianti di colpi differenti ed originali: abbiamo il classico colpo in banca, l’assalto al blindato, possiamo rubare gioielli in una famosa gioielleria o depredare un night club, arrivando fino ad una galleria d’arte che al suo interno contiene opere preziosissime. Insomma, la varietà di ambientazioni non manca, così come gli approcci e le armi.
Ogni missione ha le sue peculiarità ed è fondamentale leggere le missive che ci vengono fornite prima e durante la missione. In questo senso la mancanza della localizzazione in italiano rende un po’ più difficile la progressione, poiché di tanto in tanto bisogna fermarsi e leggere gli step per procedere alla fase successiva del colpo.
Quel che non manca a Payday 3 è dunque la rigiocabilità: ogni missione è affrontabile in numerose e diversificate maniere, siano esse stealth – disattivando telecamere, operando attraverso terminali e telefoni che riusciamo a recuperare per riuscire a sbloccare porte e cassaforti – oppure ad armi spianate, affrontando orde di poliziotti che diventano col passare del tempo sempre più duri da abbattere e letali in combattimento. Sta dunque a noi (e alle sfide) scegliere quale approccio mantenere per fronteggiare i colpi in arrivo.
Un gameplay rinnovato, ma non abbastanza.
Il gameplay di Payday 3 è stato decisamente svecchiato rispetto al suo predecessore, soprattutto per quanto riguarda le modalità stealth, che garantisce molti più approcci, così come durante le sparatorie dove possiamo utilizzare gli ostaggi come scudi umani e scambiarli per ottenere più tempo per portare a termine il colpo prima dell’assalto della polizia.
La polizia, in questo nuovo capitolo, non si fa trovare impreparata. Troveremo, infattizl, nemici man mano sempre più duri da abbattere: dagli agenti specializzati nelle arti marziali in grado di abbatterci e picchiarci fino alla morte, agli agenti con i taser immobilizzanti, fino ai veri propri tank dotati di armi davvero distruttive. Insomma il roster di nemici non manca, peccato che l’intelligenza artificiale non sia in grado di sostenere il suo compito: i nemici arrivano sempre dagli stessi punti d’accesso, spesso non reagiscono in maniera rapida agli encounter e necessitano di tempo per iniziare a sparare ai membri della gang.
Non manca anche una grande varietà di armi, equipaggiamenti e skill. Man mano il nostro personaggio avanza di livello e completa nuove sfide avremo accesso ad armamenti ed equipaggiamenti migliorati, a nuove skill utilissime per affrontare le sfide in modalità difficile e a tantissimi elementi estetici diversi ed unici tra loro.
Parlando di elementi estetici, nonostante siano stati inseriti dei nuovi membri alla gang, le uniche differenze tra loro sono di livello estetico. Nessuna differenza in termini di skill o capacità uniche dei personaggi, un dettaglio che avrebbe reso il gioco ancora più tattico e stratificato, ma soprattutto sensato.
Comparto tecnico instabile
A livello tecnico Payday 3 mostra non poche criticità, considerato che a primo impatto non sembra nemmeno un gioco rilasciato nel 2023: i modelli dei personaggi non mostrano alcun tipo di dettaglio, ricordando titoli di due generazioni fa e si ripetono senza alcuna originalità, le ambientazioni sono diversificate e spaziose, ma i dettagli subiscono gli stessi difetti degli NPC, datati e ripetitivi.
Nonostante il PC sul quale abbiamo giocato Payday 3 fosse molto più potente dei requisiti consigliati, per riuscire a mantenere le prestazioni stabili siamo dovuti scendere a compromessi con il DLSS per mantenere un gameplay fluido ed evitare lo stuttering costante.
Inoltre, i problemi dei server al lancio non hanno affatto aiutato i giocatori, che durante i primi giorni si sono ritrovati senza la possibilità di giocare online (su un titolo always on-line), tra crash continui e problemi di net-coding che in determinate sessioni “sparava” il ping a 400.
Versione Testata: PC
La recensione in breve
Payday 3 è sicuramente un titolo coinvolgente, che garantisce un buon livello di rigiocabilità. Il gameplay è divertente e stratificato, sebbene i suoi problemi dal punto di vista tecnico non siano insormontabili, ma non riescano a rendere giustizia al suo potenziale. Se seguirà la strada del suo predecessore verrà seguito e migliorato gradualmente ed è qui che riponiamo le nostre speranze.
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Voto Game-Experience