Assassin’s Creed Origins potrebbe rappresentare una grande rivoluzione per uno dei brand più famosi e di maggior successo degli ultimi dieci anni che però ha dovuto fare i conti con una perdita di popolarità a causa di alcuni capitoli non molto apprezzati dal pubblico, soprattutto per la consistente mole di bug presenti e per una struttura del gioco che richiedeva uno svecchiamento. Tali eventi hanno portato Ubisoft a prendere la decisione di mettere un freno alle uscite annuali del brand ed a prendersi una pausa per poter rinnovare la serie e l’annuncio di Assassin’s Creed Origins ha rappresentato una sorta di rinascita della saga, sia per quanto riguarda le intenzioni degli sviluppatori di apportare le opportune modifiche a quei difetti che la serie si trascina sin dal primo episodio sia per il voler raccontare le origini della setta degli assassini tornando nel passato con un capitolo ambientato nell’antico Egitto.
La nostra prova del gioco è avvenuta su Xbox One X, la nuova e muscolosa versione della console di Microsoft che si appresta ad uscire sul mercato entro la fine dell’anno, per la quale Ubisoft ha garantito un lavoro di ottimizzazione in grado di offrire ai possessori della console Microsoft la migliore esperienza di gioco possibile (PC a parte). Durante la sessione da noi giocata abbiamo preso il controllo di Bayek, protagonista del gioco e discendente da una stirpe di antichi guerrieri motivo per il quale è stato addestrato al combattimento con diversi tipi di armi. Ci siamo concentrati sull’esplorazione delle aree in cui siamo stati catapultati e sul feeling con il gioco. La prima cosa che si nota è sicuramente il sistema di combattimento, molto diverso da quello tanto criticato presente finora e rimestato in ogni episodio ma mai cambiato del tutto: in molti lo hanno definito come mutuato da Dark Souls, ed effettivamente non si può ignorare l’influenza che il successo dei giochi di Miyazaki hanno avuto sugli action gaming moderni (fra i quali questo Assassin’s Creed) e c’è da dire che fra attacchi forti e leggeri, parate e schivate, contrattacchi e combo chi ha avuto una certa dimestichezza con i Souls saprà come approciarsi al gioco. Tuttavia nonostante il gioco si dimostri maggiormente skill-based rispetto ai capitoli precedenti e con un livello di difficoltà più elevato, parrebbe che le meccaniche di gioco siano più facili da padroneggiare rispetto ad un Souls e che il gioco, seppur con minor facilità rispetto al passato, voglia comunque dimostrarsi accessibile ad un pubblico ad ampio spettro e che soprattutto no voglia perdere per strada la corposa fanbase di sostenitori del credo dell’assassino. Mentre esploravamo il mondo arrampicandoci su navi ormeggiate, abitazioni e pareti rocciose, abbiamo potuto notare che il sistema di parkour, ereditato da Unity e Syndicate e migliorato, continua a funzionare piuttosto bene: i movimenti di Bayek sono piuttosto fluidi ed è facile impartirgli la direzione da prendere, anche se ancora di tanto in tanto ci è capitato di effettuare dei salti nel vuoto non voluti. Gli elementi da gioco di ruolo, già introdotti in Unity e Syndicate, si ripresentano anche in Origins con un sistema di crescita del personaggio basato sui livelli ed un ricco arsenale di armi ed equipaggiamenti da intercambiare per poter donare a Bayek statistiche più alte ed alcuni bonus agli attacchi. Quello che invece ha fatto storcere il naso è stata la performance sulla nuova console Microsoft di prossima uscita: d’accordo che la dicitura sullo schermo riportava che si trattava di un’alfa, però vedere il gioco girare sulla nuova One X ed ancora assistere ai vecchi problemi tecnici che affliggono la saga ormai da anni quali pop-up dei modelli e delle texture e tearing: verrebbe da chiedersi come sia stata utilizzata tutta la potenza messa a disposizione dalla console, ma diamo il beneficio del dubbio agli sviluppatori e vediamo come sarà la versione definitiva al momento del rilascio del gioco.