Resident Evil 4, al tempo della sua prima release, segnò un punto di svolta importantissimo all’interno di una delle serie più iconiche e redditizie di Capcom. Il passaggio dal survival horror a telecamera fissa, che fino a quel momento aveva contraddistinto la serie, ad un approccio più action e dinamico fu una vera e propria scommessa vinta per la compagnia giapponese, tanto da essere imitato da parecchi titoli a venire.
Nonostante la diffidenza da parte dei puristi del genere, che ancora oggi imputano al quarto capitolo la fine di Resident Evil inteso come tale, il gioco fu un successo commerciale. Inizialmente previsto come esclusiva per Nintendo GameCube, Resident Evil 4 fu sdoganato a tal punto tanto da diventare uno dei primi meme e tormentoni della seconda metà degli anni ’00.
Ma lo sviluppo che ha portato Resident Evil 4 dal concept originale fino al debutto su console è stato piuttosto travagliato, fra decine di porting e conversioni. Curiosi di sapere come sono andate realmente le cose in quel di Capcom prima di quel fatidico 27 gennaio 2005? Scopritelo assieme a noi nello speciale Resident Evil 4: dal GameCube al remake.
Lo sliding doors fra Resident Evil 4 e Devil May Cry
Il primo concept di Resident Evil 4 risale al 1998, addirittura prima della release di Resident Evil 3: Nemesis. All’epoca il producer della serie Shinji Mikami assieme al director Hideki Kamiya (che abbandonò la serie per dedicarsi alle sue creatue Devil May Cry, Viewtiful Joe e, in seguito, Bayonetta) ipotizzarono di sviluppare la serie di Resident Evil su binari differenti, modificando la gestione della telecamera e rimodellando il gameplay in modo da renderlo più fluido e dinamico.
Il concept originario del successore di Resident Evil 2 prevedeva un personaggio dai capelli argentati inizialmente nominato Tony Redgrave, poi modificato in “Dante“. Stando alle dichiarazioni di Yasuhisa Kawamura, uno degli scrittori che lavorò su Resident Evil 3, Mikami diede a Kamiya carta bianca per sviluppare la propria idea. Il risultato finale però era così distante dagli standard di Resident Evil che lo stesso Mikami si arrabbiò, salvo poi decidere di salvare l’idea per un altro gioco Capcom, gioco che divenne il capostipite di una nuova serie originale: Devil May Cry.
Paranormal Resident Evil 4
Messa da parte l’idea di Hideki Kamiya e archiviato anche Resident Evil 3: Nemesis, Mikami assieme al game designer Hiroshi Shibata e a Yasuhisa Kawamura, director del terzo capitolo, si mise al lavoro per donare alla serie un quarto capitolo. Venne preso come esempio Silent Hill per sviluppare la propria serie non più sulla base della “science & forensic fiction” che fino a quel momento aveva caratterizzato Resident Evil con decine e decine di spiegazioni logiche e verosimili agli eventi narrati nei giochi, bensì con un approccio horror decisamente più classico e tradizionale, basato quindi sul paranormale ed i fantasmi.
Kawamura propose quindi a Shibata di creare un setup totalmente diverso rispetto a quanto la serie di Resident Evil aveva proposto sinora, fornendo, come esempio, il film del 2000 Lost Souls di Janusz Kaminski. Il nostro eroe Leon S. Kennedy avrebbe dovuto contrarre un virus misterioso, il quale si sarebbe insediato in lui provocandogli tremende allucinazioni. I video della prima versione di Resident Evil 4, facilmente reperibili tutt’oggi su YouTube, mostrano un Leon molto simile a quello della release ufficiale intento però ad indagare in una casa infestata da fantasmi armati di catene e ganci o ancora da bambole animate.
Nell’idea iniziale la struttura degli ambienti e il trigger di alcuni eventi, come ad esempio la comparsa dei mostri, sarebbe dipeso totalmente dall’approccio adottato dal giocatore, costringendo così gli sviluppatori a realizzare due versioni del mondo di gioco, una reale e l’altra frutto delle allucinazioni del protagonista. Questa idea però avrebbe inevitabilmente raddoppiato i costi di sviluppo e quindi fu scartata. Un’altra idea, scartata anch’essa, fu quella di inserire un nemico in stile Nemesis che avrebbe inseguito il giocatore per l’intera durata del gioco.
Mikami, ancora insoddisfatto, decise quindi di spingere nuovamente il tasto reset e di riscrivere daccapo il gioco ripristinando lo spirito sci-fi dei precedenti capitoli. Kawamura accolse la decisione del suo superiore con un pizzico di amarezza, ritenendo sprecata l’occasione di rendere a tutti gli effetti Resident Evil un gioco terrificante, cosa che avvenne soltanto parecchi anni dopo con un altro titolo della serie considerato come game changer: Resident Evil 7.
Dal quasi debutto su Xbox fino a GameCube
Nonostante la decisione di ritornare sui fausti classici della serie, Resident Evil necessitava di un processo di svecchiamento, visto anche l’insuccesso commerciale del remake del primo capitolo. Spaventare i giocatori non era più la priorità del celebre director, quanto più lo era trovare una nuova formula di gameplay che attirasse nuovi fan alla serie. Il primo passo fu quello di rimuovere la telecamera fissa, in favore di una che seguisse il protagonista alle spalle, rendendo di fatto il gioco un third person shooter più fluido e dinamico.
In un primo momento Resident Evil 4 avrebbe dovuto essere un’esclusiva PlayStation 2 ma lo stesso Mikami non era completamente soddisfatto delle potenzialità hardware della console Sony. Decise quindi di guardarsi attorno e provò a proporre l’idea ai dirigenti di Microsoft, allora impegnati con il lancio di Xbox. Kevin Bachus, allora director delle pubbliche relazioni con le terze parti di Xbox, si dimostrò parecchio interessato, proponendo a Mikami una visione del futuro dei videogames che ben si sposava con le ambizioni del papà di Resident Evil. La risposta però giunse troppo in là con i tempi, ritardo che si rivelò essere fatale per Microsoft.
Mikami infatti aveva già stretto un accordo con Nintendo per l’esclusività di Resident Evil 4 che prevedeva il suo debutto in pompa magna sull’allora ammiraglia GameCube. Un’esclusiva che, come ben già saprete, sarà destinata a durare molto poco.
L’esclusiva fantasma
L’accordo fra Capcom e Nintendo stabilito nel 2002 prevedeva l’uscita di ben 5 titoli in esclusiva, fra i quali, ovviamente, anche Resident Evil 4. Lo stesso accordo fu ritrattato pochi mesi dopo, riducendo il parco esclusive alla sola quarta iterazione della celebre saga horror. Con parole che oggi risuonano piuttosto divertenti, l’allora producer Hiroyuki Kobayashi scaccio ogni spettro di una possibile esclusività mancata affermando che “no, Resident Evil 4 non uscirà su PlayStation 2. È un’esclusiva GameCube”.
Mikami arrivò persino a dichiarare che si sarebbe mozzato una mano se Resident Evil 4 fosse uscito su console diverse da GameCube. Ironia della sorte, appena pochi mesi prima della release di Resident Evil 4 su GameCube, lo stesso gioco fu annunciato ufficialmente per PlayStation 2 entro la fine del 2005.
Fra il popolo del web, ai tempi rappresentato perlopiù dalle board e i forum dedicati al mondo dei videogames, si scatenò ovviamente l’ilarità generale, fra sfottò e meme primordiali che raffiguravano l’opera di Capcom prestarsi a qualsiasi piattaforma o dispositivo elettronico, dal GameBoy fino ai microonde.
Il gioco, ad oggi, conta una cifra considerevole di versioni fra prima release, porting e adesso persino remake. Nello specifico:
GameCube (2005)
PlayStation 2 (2005)
Windows (2007)
Wii (2007)
IOS (2009)
Zeebo (console fallimentare fabbricata in Brasile, 2009)
PS3, Xbox 360 (2011)
Android (2013)
Steam (2014)
PS4, Xbox One (2016)
Nintendo Switch (2019)
PS5, Xbox Series S|X (2023)
Su di una cosa siamo parecchio certi, Resident Evil 4 è stato e rimane ancora oggi uno dei titoli più importanti e acclamati di tutta la saga. Il fatto che nel corso di questi quasi vent’anni tutti, ma proprio tutti, abbiano avuto l’occasione di giocarci non può che essere un bene. Per chiudere, presumibilmente, questa lunghissima storia Capcom ha deciso di riproporre, per l’ennesima volta, Resident Evil 4. Questa volta parliamo però di un remake totale, che ripropone sulle console di attuale generazione le avventure di Leon e Ashley, ai quali abbiamo dedicato uno speciale ciascuno, con tutta la potenza del nuovo hardware. Il giudizio? Beh, vi basta leggere la nostra scoppiettante recensione per scoprirlo.