Il live-action dedicato a The Last of Us e una saga come quella de Il Signore degli Anelli hanno poco in comune a primo impatto. Invece, scavando e addentrandoci nel comparto decisamente più tecnico, i due prodotti hanno qualcosa in comune. Fra le tante ragioni per il quale i due franchise hanno conquistato il pubblico è impossibile non menzionare gli effetti visivi. Proprio qui troviamo il punto in comune fra l’adattamento del celebre videogame di Naughty Dog e quello dei meravigliosi libri di J.R.R. Tolkien.
Gli effetti pratici in The Last of Us sono stati lodati e definiti come un vero e proprio capolavoro, soprattutto in un era dove predomina la CGI. I tanto apprezzati effetti visivi sono a cura di Wētā FX, compagnia co-fondata da Peter Jackson, nonché regista a cui dobbiamo proprio Il Signore degli Anelli. Dunque l’azienda specializzata in effetti speciali ha lavorato a franchise come la saga diretta Jackson, Avatar: La via Dell’Acqua e più recentemente a The Last of Us.
Gino Acevedo, membro del team di Wētā FX, ha avuto modo di lavorare sia in Lord of the Rings dove ha avuto un ruolo fondamentale nel dare vita a Gollum. Più recentemente ha contribuito alla realizzazione del Bloater e della piccola Clicker in The Last of Us.
Per la creazione del Bloater, gli artisti non si sono semplicemente limitati a riproporre quanto già visto sul celebre videogame firmato Naughty Dog, infatti sono stati usati anche dei concept art non utilizzati per lo sviluppo del gioco. Durante una chiacchierata con Comicbook, il supervisor degli effetti speciali Dennis Yoo ha parlato del ruolo fondamentale di Gino Acevedo:
Avere con noi Gino è stato fantastico, soprattutto sapendo quanto Craig Mazin fosse fan de Il Signore degli Anelli: quando lo ha scoperto è stato davvero entusiasta.
Parlando invece di incubi, la piccola Clicker mi terrorizza ancora. Pensare che fosse solo una bambina è stato difficile o meglio, era una bambina vent’anni prima di diventare un’infetta. Le proporzioni sono state complicate da gestire, non ha un naso oppure una bocca, una fronte o qualsiasi altro elemento che potesse far intuire che si trattasse solo di una bambina, dunque tutto era completamente fuori scala.
L’adattamento di The Last of Us per piccolo schermo è definito come uno dei migliori lavori tratti dai videogiochi. Al momento il live-action sta ispirando altri media, come ad esempio il lungometraggio di Ghost of Tsushima.