Il botta e risposta tra Sony e Microsoft va ormai avanti da oltre un anno a questa parte, con il colosso giapponese che ha ricordato alla CMA che in passato l’azienda a cui dobbiamo Xbox non ha rispettato le promesse che aveva fatto agli enti antitrust, in particolar modo due, ragion per cui non può credere all’accordo che gli è stato promesso per Call of Duty.
Sony ricorda infatti come nel corso del 2004 la Commissione Europea fu costretta ad emettere un’accusa ufficiale a Microsoft riguardante la privazione di alcuni dati di Windows, ed informazioni indispensabili per l’interoperabilità, chiedendo che di conseguenza li condividesse con le altre aziende ad un prezzo ritenuto ovviamente accettabile.
Il colosso americano accettò di fare questo, ma alla fine violò l’ordine imposto dall’ente antitrust dell’Europa, chiedendo dei prezzi piuttosto alti ai diretti concorrenti e ricevendo di conseguenza una multa per 1,3 miliardi di dollari.
Invece il secondo Il secondo caso segnalato da Sony è avvenuto nel 2009, quando la Commissione Europea fece una nuova accusa a Microsoft, affermando che la corporazione americana ostacolava volontariamente i browser rivali di Internet Explorer su tutti i PC con sistema operativo Windows, ovviamente con l’obiettivo di invogliare le persone ad utilizzare quello proprietario.
A quel punto Microsoft promise all’UE di introdurre una “schermata di scelta del browser“, ma questa opzione venne poi eliminata con un service pack di Windows tra il 2011 e il 2012, con la Commissione Europea che si vide di conseguenza costretta a multare nuovamente Microsoft per 731 milioni di dollari.
Sony ha concluso questa nuova accusa affermando che la società di Xbox si è resa protagonista anche di un altro gesto poco benevolo nei confronti della concorrenza, pur non trattandosi di un’effettiva violazione come le due di cui vi abbiamo parlato poco sopra in questo articolo.
Difatti in occasione del processo di analisi dell’acquisizione di ZeniMax Media, all’UE precisò che non vi erano degli incentivi per non far arrivare i giochi di Bethesda sulle console rivali, per poi rimangiarsi sostanzialmente l’affermazione in questione rendendo Starfield esclusiva Xbox.
In conclusione Sony ha voluto giustificare all’ente antitrust del Regno Unito perché non ha ancora accettato il contratto di dieci anni per portare Call of Duty su PlayStation, visto che secondo loro nulla impedirebbe a Microsoft di infrangere in futuro questo accordo ancora a costo di pagare multe costosissime.
Inoltre sempre nello stesso documento, Sony ha affermato che l’esclusività di Call of Duty danneggerebbe fortemente il mercato.