Continua la lotta contro i comportamenti tossici online e adesso Ubisoft ha scelto di collaborare direttamente con le forze dell’ordine per porre fine o limitare il fenomeno. A Newcastle la compagnia ha avviato una partnership con la Polizia di Northumbria: l’intento è quello di rintracciare più velocemente gli utenti qualora la loro vita fosse messa in pericolo o in caso di minacce.
Deborah Alderson, Sovrintendente del distretto di Polizia di Northumbria ha commentato positivamente la collaborazione fra l’ente e Ubisoft, affermando che lo scopo della Polizia sia proprio quello di gestire tutte le necessità:
Il lavoro del poliziotto cambia continuamente, le esigenze evolvono e dunque le sfide non mancano mai. Il nostro obiettivo è mutare con necessità della popolazione.
Secondo quanto riportato dalla BBC, la collaborazione funzionerà in due parti. Prima di tutto degli agenti specializzati nelle interazioni online tossiche avranno modo di condividere le proprie conoscenze con il team dell’assistenza clienti di Ubisoft di Newcastle. Di conseguenza, i membri della squadra potranno applicare quanto imparato dalla Polizia nel lavoro svolto ogni giorno per identificare i comportamenti negativi.
Infine, tramite un accordo preso in casi estremi, per ora meno dello 0,01%, qualora una persona venga minacciata oppure venga rilevata una problematica seria, lo staff potrà inviare le informazioni alla Polizia.
Nonostante gli utenti contattino maggiormente il servizio clienti di Ubisoft per problematiche legate agli acquisiti, qualcuno avrebbe chiamato l’assistenza per riportare dei casi di comportamenti tossici durante le sessioni videoludiche: alcuni videogiochi hanno la possibilità di segnalare l’utente in questione, ma le segnalazioni continuano: pochi casi al mese infatti richiedono l’intervento della Polizia. Per il momento la situazione è sotto controllo e gli agenti suggeriscono di procedere con azioni legali contro chi viene accusato, ma spesso i provvedimenti si fermano alla sospensione dell’account dell’utente in questione oppure al ban diretto.
Non è la prima volta che l’azienda scende in campo per tentare di contenere questo genere di comportamento: a novembre dello scorso anno Ubisoft ha avviato il progetto Zero Harm in Comms in collaborazione con Riot! Games. Tramite l’iniziativa, i partner puntano ad addestrare un’intelligenza artificiale che possa riconoscere le interazioni negative fra gli utenti e dunque, limitare il fenomeno.