Negli ultimi anni, gli sviluppatori hanno rafforzato notevolmente il rapporto con gli utenti, ascoltandone i feedback e i consigli, seguendoli quando è il caso. Il programma Early Access, già in vigore da qualche anno su Steam , permette ai giocatori di acquistare un titolo durante la sua fase di sviluppo. Per molti versi ciò che viene definito Early Access è comunque un prodotto ancora in lavorazione e, troppo spesso, il prodotto fornito al giocatore non è all’altezza delle aspettative. Analizziamo dunque i pro e i contro del rilascio di un titolo in Early Access.
Come un beta tester
Avere la possibilità di mettere le mani su un titolo molto tempo prima che questo sia uscito è sicuramente un’occasione ghiotta. Molti giocatori prendono con filosofia questo concetto, rispondendo positivamente allo stato del titolo in questione con feedback e supporto agli sviluppatori. Ciò che avviene in fase di early access non è altro che una lunghissima fase di beta testing rilasciata ad un pubblico di massa, riducendo enormemente i tempi di sviluppo in termini di correzione di bug e glith. Ricordiamo però che la massa, in quanto tale, non sempre risponde in modo positivo al rilascio di un titolo frammentato ed in stato ancora embrionale, andando a danneggiare l’immagine stessa di un gioco che, in fin dei conti, non è ancora nato. Il programma di Early Access ha riscosso molto successo su Steam e, ad oggi, i titoli che ne fanno parte sono molteplici, alcuni di essi lo sono già da qualche anno, come DayZ, altri invece continuano ad arrivare. Il programma Game Preview su Xbox One si pone gli stessi propositi della controparte PC, permettendo l’arrivo ci titoli ancora in fase di sviluppo tramite una piattaforma leggermente più difficile da gestire. I titoli in Early Access necessitano di patch continue da parte degli sviluppatori, un bisogno che troppo spesso viene rallentato da un processo di certificazione da parte di Microsoft capace di mettere un freno ai tempi di sviluppo di un titolo su Xbox One come Ark: Sruvival Evolved.
A differenza di Kickstarter, il programma di Early Access mette in mano un prodotto all’utente finale, rilasciandolo ad un prezzo molto scontato rispetto all’ipotetica versione finale. Un gran vantaggio, diranno in molti, la verità è invece un’altra: l’utente che acquista in titolo in Early Access, molto spesso, si aspetta qualcosa di concreto in cambio. Non tutti sono portati a fare i Beta tester, un lavoro che fino a qualche anno fa veniva pagato a fior di quattrini da parte delle software house, è normale dunque che non tutti gli acquirenti siano felici di spendere i loro risparmi per avere in cambio un titolo in stato embrionale, alle volte totalmente ingiocabile. È inevitabile dunque un danno d’immagine per quei titoli che hanno ancora molta strada da fare prima di arrivare sul mercato ma non è sempre colpa degli utenti, anche gli sviluppatori hanno una parte di colpa in questo dibattito, esistono infatti alcuni titoli che sono stati totalmente abbandonati dagli sviluppatori dopo una fase di Early Access che ha comunque finanziato il progetto.
Dacci solo quattro monete
Nonostante tutti i buoni propositi di un Early Access, la situazione attuale è piuttosto critica. Ovviamente tutte le iniziative di crowdfounding vanno sicuramente ad aiutare gli sviluppatori nei loro progetti sul piano economico, bisogna però stabilire dei limiti. Non tutti i titoli sono predisposti ad un rilascio in accesso anticipato, sopratutto quelli orientati al single player nei quali è la trama e l’atmosfera a dettare le regole. Rilasciare un titolo single player in EarlyAccess rovina sicuramente l’esperienza di gioco, costringendo spesso e volentieri il giocatore a rigiocare determinate sezioni ancora in fase di lavorazione. Sempre più titoli orientati al single player vengono rilasciati sotto questa formula e molto spesso cadono sotto il loro stesso peso, non riuscendo a reggere le richieste dei giocatori o più semplicemente perdendo l’interesse iniziale. Per i titoli orientati verso il multigiocatore è invece tutta un’altra storia e l’esempio più calzante è sicuramente quello di Ark. Il rilascio di un titolo basato sul multigiocatore online in stato di Early Access è sicuramente il modo migliore per presentare un titolo del genere al pubblico. Il caso di Ark: Survival Evolved ne è la prova più evidente. Troppo spesso il concetto di Early Access viene abusato sia dagli sviluppatori che dai giocatori; i primi non capiscono che i giocatori esigono comunque un minimo sindacale, i secondi a volte pretendono troppo. In una battaglia di idee tra sviluppatori e giocatori, l’ecosistema del multiplayer ne esce vincitore, proponendo un mondo in continua evoluzione che non va ad intaccare i progressi fatti nel corso dell’accesso anticipato. Ark: Survival Evolved e DayZ sono riusciti, in pochi anni, a costruire una community solida grazie anche al supporto dei giocatori pronti a segnalare errori e mancanze, garantendo così un supporto continuativo che ha permesso ad entrambi i titoli di superare un’evoluzione sana e duratura. Titoli come The Solus Project, al contrario, non offrono un tipo di esperienza orientato verso l’evoluzione ma si limitano a modificare sezioni di gioco già giocate, offrendo al giocatore una versione rivista di una minestra già mangiata da tempo. Il programma Early Access è dunque un’arma a doppio taglio, capace di elevare un titolo grazie anche alla costanza dei giocatori ma allo stesso tempo capace di affondarlo, scoprendo troppo presto quelle carte che dovrebbero essere riservate al giorno dell’uscita, non solo rovinando l’esperienza del Day One effettivo ma lasciando gli sviluppatori in una fase di stasi che, troppo spesso, si prolunga più del necessario. Diciamo dunque che l’ago della bilancia non potrebbe essere più neutrale in questo caso, passando la patata bollente agli sviluppatori che spesso e volentieri approfittano delle condizioni dell’Early Access per prolungare i tempi di sviluppo ricordando però ai giocatori che un titolo in accesso anticipato è pur sempre un prodotto in fase di sviluppo, forse è il caso di scendere a compromessi o ignorare la ghiotta occasione in vista del Day One del titolo.