Naughty Dog approfondisce la creazione dei Clicker, i nemici più noti di The Last of Us nel secondo episodio di Building The Last of Us. Il nuovi video della serie titolato”Blooming Terror” rivela la realizzazione degli zombi sparsi per l’intero gioco: a partire dai disegni, al suono, animazione e le stesse origini che infine hanno dato vita ai Clicker.
Nelle prime fasi di sviluppo del gioco, il team aveva già le idee chiare sugli scontri dei personaggi principali con altri esseri umani, per la propria sopravvivenza in quanto immersi in uno scenario post-apocalittico. Proprio per questo motivo, Neil Druckmann ha avuto modo di spiegare la titubanza riguardo l’inserimento delle creature infette. Poco dopo gli sviluppatori hanno man mano abbandonato l’idea di avere soltanto nemici umani, iniziando a gettare le prime basi per quelli che poi sarebbero divenuti i Clicker.
Dunque dopo il primo episodio “L’amore di Un Padre”, che rivela la nascita nel prologo di The Last of Us, il nuovo capitolo svela la creazione delle creature che hanno contribuito a rendere celebre la saga videoludica. Lo stesso Druckmann ha parlato del processo creativo per creare una netta differenza fra gli infetti presenti in The Last of Us, dagli zombi già visti in una lunga serie di film, spiegando infine l’idea del concept artist Hyoung Nam.
Hyoung Nam, uno dei nostri artisti, ha mescolato l’immagine di una persona contro il muro con la testa completamente ricoperta da funghi, a tal punto da non rendere più visibili i tratti umani.
Ciò che definisce i Clicker è anche il suono emesso, ciò però non era chiaro fin dal primo momento. Dopo un lungo lavoro e una serie di attori coinvolti, il sound director Phil Kovats ha trovato la risposta nell’interpretazione di Misty Lee: l’attrice ha sperimentato fra versi gutturali e i versi dei delfini per poi giungere al giusto compromesso. Ogni singolo dettaglio dunque è stato rilevante e fondamentale per il risultato finale.
Oltre a essere il game director dei due giochi, Neil Druckmann veste i panni di showrunner per lo show televisivo insieme a Craig Mazin, i due hanno avuto modo di parlare della filosofia dietro l’adattamento per piccolo schermo. Mazin si è soffermato sull’impatto della violenza nella serie: se nel gioco, i protagonisti hanno modo di curare le proprie ferite, sfortunatamente non è possibile fare la stessa cosa nella versione live-action e dunque ogni singolo scontro ha un impatto decisamente diverso.
In conclusione, se nel videogame i videogiocatori necessitano di azione per avere familiarità con le meccaniche del gioco e di conseguenza approfondire la conoscenza dei protagonisti, la stessa filosofia non può essere applicata per la versione live-action. Per questo motivo, alcune sequenze della serie televisiva puntano a far interagire i personaggi fra loro. Oltre al terzo episodio dello show che in poco tempo ha conquistato spettatori e videogiocatori, attendiamo anche l’arrivo del nuovo video dedicato allo sviluppo del gioco e delle differenze con la controparte televisiva.