Ne avevo bisogno, quanto ne avevo bisogno. E’ stato qu3esto il primo pensiero che ha attraversato la mia mente nell’esatto momento in cui Wolfenstein The New Colossus mi ha gettato in mezzo all’ordalia di proiettili e nazisti morti di cui si rende partecipe. Uno sparatutto vecchia scuola, con solamente il protagonista, i nemici e una valanga di proiettili a fare da collante, il tutto condito da una colonna sonora perfetta e guarnito da una storia narrata magnificamente. Wolfenstein The New Colossus è la perfetta unione tra vecchio e nuovo, un fps che unisce più generazioni e sancisce il talento dei MachineGames per gli sparatutto story driven. Dopo l’incredibile The New Order, Bethesda ha creduta alla nuova linea temporale distopica messa in piedi dagli sviluppatori e puntando tutto sulla figura di BJ Blazkowicz, una delle prime icone videoludiche che ad oggi si consacra eroe senza tempo. Ma freniamo un secondo l’entusiasmo e andiamo per gradi, analizzando il nuovo Wolfenstein The New Colossus.
Risvegliare il gigante che dorme
Avevamo lasciato il nostro eroe alla fine di The New Order nella base del generale Deathsed, incerti della sua sorte dato che la ribellione aveva fatto saltare in aria l’intero edificio. Ma non basta certo una semplice bomba a mettere fuori combattimento l’eroe americano per eccellenza, soprattutto quando il mondo è ancora in mano ai Nazisti. L’intro di The New Colossus rispecchia in qualche modo l’inizio della nuova saga di Blazko, con il nostro eroe ridotto in fin di vita e la sua successiva rinascita una volta scoperto che il mondo è ancora oppresso dal terrore fascista. Recuperato dai suoi compagni della ribellione e riportato sulla loro base itinerante a bordo del sottomarino tedesco trafugato, il Martello di Eva, BJ dovrà risvegliare il gigante che dorme, quel popolo americano che nel 1962 del gioco è oppresso dal Ku Klux Klan e dal regime nazista, lasciato senza futuro e senza speranza, ma con ancora qualche sacca di resistenza che non ha mai smesso di lottare. E’ qui che la trama prende forma, raccontando una delle storia di riscatto e rappresaglia più belle mai scritte, con personaggio vecchi e nuovi caratterizzati in maniera impressionante, che rendono il mondo Wolfenstein The New Colossus vivo e vibrante nonostante la linearità del gioco. Non solo le persone, ma anche le situazioni in cui vi troverete nel gioco saranno appassionanti e in alcuni frangenti totalmente assurde, tra il gore e il flower power (siamo nei meravigliosi anni ’60 dopotutto) che molto spesso vi lasceranno a bocca aperta. Il merito degli sceneggiatori di Wolfenstein The New Colossus è quello di aver messo in piedi una trama che ricrea alla perfezione l’ucronia malata di un mondo dominato dai nazisti, ma che non dimentica la rivoluzione intellettuale scaturita proprio in quegli anni, sia musicale che sessuale, non tralasciando assolutamente nulla, dalle droghe allucinogene al fronte nero per l’uguaglianza razziale. Si percepisce proprio l’attualità nella loro narrazione, l’odio per qualsiasi forma di fascismo e razzismo che ai tempi nostri non porta più come simbolo la svastica ma si annida non visto nell’ignoranza. E’ proprio questo che Wolfenstein The New Colossus vuole comunicare, l’odio verso qualsiasi forma di intolleranza e di fascismo, e lo comunica maledettamente bene. Una storia estremamente godibile ma soprattutto rigiocabile, visto che anche The New Colossus dovremo effettuare la scelta su quale tra Wyatt e Fergus salvare come personaggio secondario, cambiando radicalmente alcuni intermezzi di gioco.
Si possono fare tante cose con un’arma e un mucchio di nazisti
Se la trama non delude affatto non poteva essere da meno il gameplay: Wolfenstein The New Colossus è un fps adrenalinico e solidissimo che rivaleggia per coinvolgimento con l’eccellente Doom dello scorso anno. Blazko non ha bisogno di coperture o altri orpelli moderni, quando si hanno a disposizione una delle armi e una valanga di proiettili. Dimenticatevi quindi qualsiasi tipo di velleità di game design, qui stiamo parlando del più classico e puro dei generi, lo shooter in prima persona che vi prende e vi lancia nella mischia ad una velocità allucinante, e questo Wolfenstein lo fa dannatamente bene. Le sparatorie nel gioco sono veloci e adrenaliniche, piene zeppe di nemici da uccidere di tutte le forme e dimensioni, dove la fluidità di fuoco e combattimenti la fa da padrone. Fluidità è la parola esatta per descriver il gameplay del gioco, un travolgente spostarsi da un corridoio all’altro massacrando qualsiasi cosa si muova, e nell’esatto momento che deciderete di farvi trascinare dalla corrente, scoprirete la vera essenza del re degli fps. Così come in Doom, anche in Wolfenstein The New Colossus ritorna la struttura a medikit e armatura tipica degli anni ottanta e novanta, ponendo ancora di più l’enfasi sul massacro piuttosto che sulla pianificazione, dove non basteranno le coperture a salvarvi. La difficoltà di questo nuovo capitolo è paragonabile ai classici degli anni passati, con la vita che si scioglie come neve al sole dopo qualche raffica, costringendovi a muovervi in maniera estremamente veloce e raccogliendo i tantissimi medikit sparsi lungo i livelli. Un tipo di gameplay che mancava da tempo sui nostri schermi, se tralasciamo Doom, con un divertimento semplice ma godibilissimo, che riporta il videogioco nella usa forma più essenziale.
O ti nascondi o combatti, la scelta è tua, le conseguenze anche
Tuttavia Wolfenstein The New Colossus riprende le fasi stealth del primo capitolo e le amplia ulteriormente, strutturando i livelli come una serie di aree da superare eliminando i comandanti nemici senza farsi notare, imprendendo che questi chiamino così i rinforzi. Queste fasi riescono in qualche modo a diversificare l’offerta, ma non snaturano assolutamente l’essenza di gioco, dato che qualora falliste nell’intrufolarvi, il massacro totale di qualsiasi persona che parli tedesco è un’alternativa attuabile perfettamente nonostante la difficoltà degli scontri. Tra le novità di questo capitolo, abbiamo la possibilità di modificare le armi di gioco tramite dei kit di potenziamento sparsi lungo i livelli e alcune armi decisamente innovative, tutte estremamente divertenti da usare. A proposito delle armi, il loro feedback è eccezionale, forse il migliore mai visto, dove ogni singola bocca da fuoco ha la propria personalità e la propria resa sia a schermo che con i controlli. Torna la possibilità di equipaggiarne due insieme per una potenza ancora più travolgente, ma la selezione delle armi risulta abbastanza macchinosa, data la scelta un po’ infelice di dotare ogni mano di una propria ruota selettiva; una legnosità che mal si adatta alla velocità degli scontri propria del gioco. La vastità di Wolfenstein The New Colossus è anche legata alla nuova meccanica degli Assassini, che manderanno Blazko in giro per il mondo ad uccidere importanti bersagli del regime in mappe chiuse piene zeppe di nemici, dopo aver risolto un semplice minigioco per individuare la loro posizione. Questo ci dà anche l’occasione per parlare del nuovo Hub centrale dell’avventura, il Martello di Eva, il sottomarino tedesco rubato dalla Resistenza nel primo capitolo che fungerà da base per le operazioni. Il sottomarino sarà completamente esplorabile e ricchissimo di easter egg e riferimenti al mondo di gioco, oltre a missioni secondarie relative alla vita di bordo o al mondo di gioco in generale.
Tecnicamente Wolfenstein The New Colossus è una gioia per gli occhi. Textures, poligoni, fondali, level design, animazioni, tutto è praticamente perfetto, che immedesima il giocatore nel mondo malato del nuovo ordine. Gli effetti sono stupefacenti, soprattutto quelli relativi alle armi pesanti, mentre le macchine di morte naziste e i robot sono stati ricreati con una cura maniacale, arrivando a livelli di realismo e coerenza incredibili. E’ stata migliorata anche l’IA dei nemici, che sebbene non faccia miracoli, adesso tenta delle manovre di aggiramento e vi stana dai pochi nascondigli a suoi di granate. Un plauso al level design magistrale, che riesce a rendere perfettamente la complessità delle strutture nonostante la linearità dei vari livelli. Su tutto, troneggia la fantastica colonna sonora del gioco, un mix di metal e industrial che esalta alla perfezione le sparatorie, mentre durante alcuni dei più assurdi momenti del gioco potrete sentire esperimenti di rock psichedelico. Ci preme anche lodare il fantastico lavoro di doppiaggio in italiano del gioco, che è praticamente perfetto per ogni personaggio, caratterizzandolo alla perfezione ancora più di quanto non faccia l’ottima realizzazione attoriale degli stessi.
PRO:
- Una storia eccezionale
- Personaggi incredibili e ben doppiati
- Gameplay solido e divertente
- Tecnicamente perfetto
- Longevo e impegnativo
CONTRO:
- Selezione delle armi macchinosa
Versione testata: Xbox One