Stando alle informazioni che stanno emergendo in rete in queste ore, Microsoft e Sony parrebbero essersi incontrate nelle scorse ore, con l’obiettivo di trovare un accordo per quanto riguarda Call of Duty. A svelare questa importante informazione è stato un nuovo report di SeekingAlpha, uno dei portali online più affidabili quando si parla di informazioni legate agli ambienti finanziari.
Microsoft e Sony potrebbero aver trovato un accordi per Call of Duty
Quindi sì, stando a questo nuovo report di SeekingAlpha, Microsoft e Sony hanno recentemente tenuto delle riunioni durante lo scorso fine settimana per discutere i termini e fornire assicurazioni che anche dopo la chiusura dell’accordo il colosso americano “consentirà ai giochi di Activision di essere riprodotti sulla console PlayStation“.
Difatti per chi non lo sapesse, questo accordo, del valore di quasi 69 miliardi di dollari, è la più grande acquisizione nella storia dei videogiochi e vedrebbe l’azienda di Redmond aggiungere Activision Publishing, Blizzard Entertainment e King agli editori proprietari della divisione Xbox, come Xbox Game Studios e Bethesda Softworks.
Il colosso giapponese ha ripetutamente respinto l’accordo, con Jim Ryan, CEO di Sony Interactive Entertainment, che ha affermato che l’offerta iniziale di Microsoft di tre anni per quanto riguarda Call of Duty su PlayStation era “inadeguata“.
Detto questo, stando al nuovo report le due aziende si sarebbero incontrate lo scorso fine settimana, così da discutere dell’accordo di 10 anni per CoD su console PlayStation e pare addirittura per trovare un accordo definitivo a questa faccenda che va ormai avanti da svariati mesi.
Vi ricordiamo inoltre che l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è attualmente sottoposta a revisione normativa in diversi paesi, tra cui la FTC negli Stati Uniti che dovrebbe dare il suo verdetto a gennaio 2023, la CMA nel Regno Unito e la Commissione europea nell’UE che si esprimerà ad Aprile 2023. L’accordo è stato finora approvato senza restrizioni da Arabia Saudita, Brasile e Serbia.