Durante L’E3 non vengono solo svelati i nuovi titoli, ma vi è anche un importante spazio per mostrare le varie tendenze del settore videoludico. Quest’anno la parola chiave di molte conferenze è stata “sharing”. Un nuovo fenomeno indispensabile per lo sviluppo di un videogioco di successo?
L’ascesa della community
Un videogioco di per se è un grande contenitore nel quale confluiscono tante idee che, se ben valorizzate durante la fase di sviluppo, possono dar vita ad un titolo di successo. Questo però non basta più. Se analizziamo infatti i grandi successi (per non dire fenomeni) degli ultimi anni, è evidente che all’interno della sopracitata equazione quello che manca sono due elementi ormai fondamentali: la community ma soprattutto il suo diretto derivato rappresentato dallo sharing.
Non è un concetto nuovo e la community ha avuto da sempre un ruolo essenziale. Croce e delizia del settore videoludico, la community ha il potere di esaltare un gioco ma anche affondarlo definitivamente. Se dovessimo attenerci solo agli ultimi anni, di esempi positivi e negativi ne avremo tantissimi: Battlefront II è la dimostrazione lampante di quanto può essere distruttiva l’ira dei giocatori. Delle microtransazioni eccessivamente invasive hanno portato un gioco qualitativamente ottimo a tema Star War ad essere un fallimento, con conseguente grave danno di immagine per Electronic Arts. Passando invece alla sfera più “pacifica” e positiva non possiamo non citare Rainbow Six Siege, un gioco partito in sordina ma che è riuscito (complice anche Ubisoft brava nell’ascoltare i feedback e non smettere mai di credere nelle potenzialità del gioco) a creare intorno a sé una community composta da 20 milioni di utenti in costante crescita. Cifre importanti ed impensabili fino a qualche anno fa, ma rese realtà grazie alla nascita e diffusione dei social ed ancor di più dopo la creazione di piattaforme videoludiche che fanno della condivisione lo scopo primario. La prima fra tutte è ovviamente Twitch, un universo basato sull’idea di mettere il giocatore in primo piano e per la prima volta partecipe. Un concetto semplice quanto geniale, tanto da tenere incollati ogni giorno milioni di utenti uniti solo dalla passione per i videogiochi.
L’indispensabile sharing ?
Numeri concreti e visibili da tutti che hanno rafforzato il valore e l’importanza dell’utenza. Per il settore videoludico ora più che mai è chiaro che continuare a pensare alla community come ad una massa di semplici giocatori passivi sia un grave errore che allontana l’utenza e non sfrutta grandi opportunità di sviluppo. Se prima, infatti, i giocatori si ritrovavano davanti al prodotto finito e le opportunità di partecipare tramite feedback alla sviluppo erano veramente poche (demo beta ecc..) ora, in base a quello che emerso dall’E3 2018, le cose stanno cambiando. Nelle tante conferenze che si sono susseguite durante la fiera losangelina, la parola sharing è stata quasi una costante: lo abbiamo visto nella conferenza Microsoft con parte dello stage dedicato alla community e la volontà ripetuta più volte è stata “coinvolgere l’utenza”. Ma l’esempio lampante è stato Beyond Good Evil 2. Gli sviluppatori dell’attesissimo titolo targato Ubisoft si avvarranno concretamente dell’aiuto della community per lo sviluppo del gioco. Il team di sviluppo collaborerà infatti con HitRecord, la società di produzione collaborativa online fondata dall’attore Joseph Gordon-Levitt. Tutte le persone interessate possono partecipare allo Space Monkey Progam e mandare i propri lavori legati all’arte e alla musica per poi vederli, se approvati, all’interno di Beyond Good and Evil 2. Un’interessante iniziativa che permette una vera compartecipazione di un progetto molto atteso. I vantaggi, però, sono molteplici poiché un’iniziativa del genere consente di sfruttare ancor prima dell’uscita il gioco e mantenere, a costi ridotti, alto l’interesse anche durante lo sviluppo del titolo (che nel caso di Beyond Good and Evil 2 sembra essere ancora lungo).
Da quello che abbiamo visto durante l’E3 e negli ultimi anni possiamo considerare lo sharing un fenomeno duraturo che diventerà pian piano indispensabile per uno gioco commercialmente di successo? Gli interessi da parte del settore videoludico ci sono così come i vantaggi, che per una volta riguardano anche la community. Non ci resta che aspettare, ma la strada intrapresa sembra essere molto interessante.