Se dovessimo dare un merito a Netflix, sarebbe proprio quello di rispettare il volere dei fan. Nonostante parliamo di una società ormai gigantesca, è ben consapevole che senza i propri abbonati rimarrebbe un guscio vuoto. Questa consapevolezza li spinge anche a credere in progetti che altre emittenti invece riterrebbero fallimentari, come appunto affibbiare un’intera serie TV ad un franchise videoludico di stampo giapponese come quella di Castlevania. A trent’anni dalla pubblicazione del primo titolo, Castlevania era richiesto a gran voce dai fan come adattamento televisivo, proprio per il suo setting particolarmente ispirato, violento e profondo, che ha catturato anche i fan occidentali negli anni passati. Ecco perché l’annuncio lo scorso anno della serie ad opera di Netflix ha felici parecchi appassionati, non solo per l’arrivo in tv dei Belmont e di Dracula, ma anche della possibile realizzazione di nuovi serial a tema videoludico.
Est sunt Dracul
La serie di Castlevania si compone di 4 puntate da 25 minuti l’una, una sorta di puntata pilota estesa che stuzzica l’appetito dei fan e sonda il terreno. Ad opera di Adi Shankar e del notissimo fumettista Warren Ellis, Castlevania narra la storia di Lisa del villaggio di Lupu, un medico filantropo che decide di recarsi al Castello di Dracula per acquisire la conoscenza del signore delle Tenebre per poter salvare più vite possibili. Anni dopo, Lisa verrà bruciata sul rogo in quanto eretica e questo scatenerà la furia di Dracula sulle terre della Valacchia, con il suo esercito di demoni e mostri che farà scempio di qualsiasi cosa gli uomini avessero costruito. In questo scenario apocalittico a fronteggiare il male troveremo Trevor Belmont, ultimo discendente della Casata dei Belmont, armato di spada e della sua leggendaria frusta benedetta. Un personaggio totalmente anti eroico, votato più alla sopravvivenza propria che a quella degli altri, disilluso dalla società e dalla chiesa che ha scomunicato la sua famiglia. A scuoterlo dal suo torpore troverà la maga Sypha Belnades e ovviamente Adrian Teps, il figlio mezzosangue di Dracula, noto ai più come Alucard. Al formarsi di questo improponibile terzetto la serie si chiude, dimostrando così di fatto come questa prima stagione altro non sia che un prologo di un’ora e mezza per la seconda serie, già confermata per il 2018 e con la bellezza di otto puntate. Dracula scompare infatti dopo il primo episodio e il Castello appare solo come sfondo in un paio di scene, mentre tutta la costruzione degli episodi è orchestrata per presentare i personaggi e le loro motivazioni. I più appassionati di voi avranno certamente notato come la serie prenda dichiaratamente spunto da Castlevania 3: Dracula’s Curse, quindi questo rafforza la nostra idea di una seconda stagione molto più “vivace”.
Cos’è un uomo? Una miserabile pila di segreti
Le quattro puntate infatti non sono ricchissime d’azione, tranne negli ultimi minuti, ma quel poco che c’è è realizzato alla perfezione, soprattutto i combattimenti finali. E’ palese come il progetto sia partito a busso budget, per ammissione stessa dei produttori, e che quindi le poche risorse sono state concentrate tutte in pochi minuti idi sanguinolenti scontri, ma non possiamo non lodare l’encomiabile lavoro svolto per quanto riguarda i fondali, davvero stupefacenti, e la costruzione di un’atmosfera cupa e distorta, anche per quanto riguarda la Chiesa, corrotta e meschina. Un sottile (neanche troppo) velo anticlericale che ha sempre caratterizzato le produzioni di Ellis e che noi apprezziamo parecchio rendono di fatto la serie di Castlevania profonda oltre che violenta, in grado di far apparire il fanatismo religioso peggiore del male assoluto incarnato da Dracula, capace a questo punto di amare, al contrario dei preti della Chiesa rappresentati nella serie TV. La buona caratterizzazione dei personaggi, Trevor su tutti, è inficiata purtroppo però dalla durata risicata degli episodi e da alcuni dialoghi imbarazzanti, che cozzano assolutamente con la qualità della produzione. Frasi gettate a caso, periodi che sembrano sconnessi tra loro e risposte che lascerebbero spiazzato chiunque sono quello che vi attende nei minuti centrali della serie, oltre ad una struttura eccessivamente lenta proprio in quel frangente.
Il basso budget si riflette come abbiamo già detto anche nella realizzazione tecnica della serie, con delle animazioni risicate e un uso della CGI praticamente inesistente, che però non è per forza un difetto. Lo stile di disegno è anche lontano da quello anime che ci si aspetterebbe da un titolo del genere, risultando un ottimo incrocio tra il comic classico e il deformed americano. Se il design dei personaggi principali è ottimo, non possiamo dire lo stesso di quello die mostri e degli avversari, tutti uguali e anonimi, anche se molto probabilmente si staranno tenendo il meglio per la stagione successiva, quando si entrerà all’interno del temutissimo Castello. Anonima anche la colonna sonora, messa lì tanto per riempire il silenzio che forse avrebbe fatto apprezzare di più gli splendidi fondali.
PRO
- Violento e maturo
- Buona caratterizzazione dei personaggi
- Le scene d’azione sono meravigliose
- Ottimi fondali e atmosfera
CONTRO
- Dura molto poco
- Dialoghi imbarazzanti
- Il basso budget si nota