Una storia terribile e grave è quella che arriva oggi dagli USA. Chloe Sagal, sviluppatrice indipendente di 31 anni transgender, si è infatti suicidata in un parco di Portland dandosi fuoco. I media locali attribuiscono il gesto a una forma di reazione agli atti di cyberbullismo ai quali da anni era soggetta.
Dopo il gesto i soccorsi sono giunti immediati, ma purtroppo le ustioni erano talmente gravi che il decesso è avvenuto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Chi era vicino alla vittima ha parlato di come negli ultimi anni fosse caduta in un profondo stato di depressione e instabilità mentale a causa degli atti di bullismo a cui era soggetta regolarmente.
Tra i suoi più accaniti persecutori alcuni membri della comunità online Kiwi Farms, il cui scopo dichiarato è quello di dialogare di persone eccentriche che si rendono volutamente ridicole, ma che in ultima analisi si è anche dimostrato un luogo di raduno per cyberbulli e stalker con l’abitudine di molestare, intimidire e opprimere il prossimo.
Ad attirare l’attenzione di Kiwi Farms fu una raccolta fondi avviata dalla Sagal nel 2013 su Indiegogo. Lo scopo dichiarato della campagna era quello di permetterle di effettuare una delicata operazione chirurgica allo scopo di rimuovere una scheggia metallica dal suo corpo ma, successivamente, si scoprì che il vero scopo della raccolta era quello di permetterle un operazione di cambio di sesso. La campagna fondi raccolse 30.000 dollari e, da quel momento, finì nel mirino della famigerata comunità.
Il giornale locale Oregonian ha intervistato alcuni amici della Sagal, i quali hanno dichiarato come lei pensasse spesso al suicidio e, ad aggravare la situazione, il fatto che ogni volta in cui cercava di affrontare il discorso su Facebook i suoi persecutori di Kiwi Farms procedevano a segnalare in massa il suo profilo portandolo alla sospensione. Cosa che, a quanto pare, è accaduta diverse volte nel mese precedente il suo tragico gesto.
Negli spazi di Kiwi Farms è ovviamente stata subito diffusa la notizia della sua morte, e come se non bastasse la comunità non ha trovato di meglio da fare che deriderla per il gesto compiuto e il modo in cui ha scelto di porre fine alla sua vita.
Pochi giorni prima del fatto la polizia locale fu informata del pericolo che la Sagal rappresentava per se stessa, fu fermata e trovata in possesso di un machete, motivo per il quale decisero di tenerla in custodia e successivamente ricoverarla in un centro d’igiene mentale. Quando ha compiuto il gesto aveva lasciato la struttura solo da pochi giorni.
Chloe Sagal era divenuta nota nel panorama indie dopo aver sviluppato l’avventura horror Homesick.