Per qualche mese ci avevamo sperato, lo ammettiamo. La serie di Assassin’s Creed era andata in pausa un anno e poi aveva sfornato un capitolo eccellente come Origins, segno che effettivamente ogni tanto fermarsi e staccare la spina fa più che bene. E invece, inevitabile come le tasse o la morte, ecco arrivare a pochi giorni dall’E3 2018, la conferma di un nuovo capitolo chiamato Odyssey, con cambio di ambientazione dall’Egitto alla Grecia, ambientato addirittura in un’epoca precedente a quella di Origins, durante le guerre del Peloponneso tra Sparta e Atene. Operazione commerciale, reskin, gioco comunque da provare? Con queste domande in testa ci siamo approcciati alla demo messa a disposizione durante l’E3 2018.
Visto che ultimamente gli spartani vanno di moda, ecco che stavolta impersoneremo a scelta tra i due fratelli Kassandra e Alexios, nipoti nientedimeno che del leggendario re Leonida, eroe delle Termopili, ed eredi della sua leggendaria Lancia, che ha tutta l’aria di essere un manufatto dell’Eden. La riproposizione dell’antico conflitto tra la razza umana e gli antichi è quello che mantiene tutta la struttura narrativa di Assassin’s Creed Odyssey, giustificando così anche l’ambientazione storica precedente alla fondazione del culto degli Assassini avvenuta durante Origins quattrocento anni dopo. La scelta tra i due fratelli ad inizio del gioco sarà ininfluente a livello di progressione o storia principale, di modo da non avere sostanziali differenze tra i due. La novità di questo titolo è da ricercare tuttavia nella sua nuova veste di gioco di ruolo, con l’aggiunta di opzioni di dialogo con diversi risultati a seconda delle risposte, rendendo di fatto Assassin’s Creed Odyssey un vero e proprio gioco di ruolo action, arrivando dove mai prima d’ora i capitoli precedente avevano osato avvicinarsi. In effetti la transizione ci è parsa anche abbastanza indolore, dato che già con Origins si erano gettate le basi per un titolo simile, e Odyssey pone completezza nel percorso iniziato da Unity anni fa. Si potranno inoltre portare a termine diverse relazioni amorose con i vari personaggi del gioco, esattamente come avveniva anni fa con tutti i titoli della serie Mass Effect.
L’altra grande aggiunta in Assassin’s Creed Odyssey è il ritorno delle battaglie navali, prese di peso da quelle di Black Flag ed adeguate al contesto storico, vista comunque le possibilità offerte dall’arcipelago greco. Sempre a proposito di battaglie, abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un vero scontro tra eserciti rivali, dove in una meccanica non dissimile dai musou alla Dinasty Warriors dovevamo sconfiggere più nemici possibile per assicurare la vittoria al nostro schieramento, mettendo fuori combattimento anche campioni e generali nemici. Il risultato è una lotta confusionaria e sanguinosa ma non priva di fascino, dove fare sfoggio delle proprie abilità combattive. La guerra del Peloponneso sarà il fulcro di tutto il gioco, con la presenza sulla mappa di numerosi eventi dedicati a favorire la propria fazione in guerra, che attiveranno una serie di quest secondarie con catenate per assicurarsi un vantaggio sul campo di battaglia.
Il sistema di combattimento è rimasto praticamente invariato da quello di Origins, e per fortuna aggiungeremmo, dato che finalmente il gioco sembra aver raggiunto la maturità che cercava da tempo. Attacchi pesanti, leggeri, schivate, parate con lo scudo, tutto ritorna nel gioco, ma non senza novità. Tra tutte, abbiamo registrato un aumento dell’aggressività dei nemici, i quali ora attaccano in gruppo e utilizzano attacchi speciali in gran numero, rendendo gli scontri senza un minimo di ragionamento dietro praticamente una condanna a morte. Non nascondiamo che durante la prova siamo morti più del dovuto, nonostante fossimo dei veterani della serie, rendendo questo l’Assassin’s Creed più difficile per ora su cui abbiamo messo le mani. Non mancano di certo le abilità che renderanno Alexios o Kassandra degni successori di Leonida, a partire da quelle legate alla Lancia del nonno. Queste altro non sono che le skill sbloccabili in Origins, divise anch’esse in tre diversi rami definiti Hunter, Assassin e Warrior (anche qui, complementari al capitolo precedente). Anche il resto del gameplay è rimasto praticamente identico allo scorso anno, con tanto di aquila al seguito, stavolta chiamata Ikaros.
Nonostante tutto però il setting della Grecia delle guerre del Peloponneso è estremamente affascinante e la culla della democrazia è un’ambientazione azzeccatissima per le trame fantapolitiche e fantasy di cui la serie di Assassin’s Creed è principale fautrice. Le isole che abbiamo potuto visitare erano brulicanti di vita, con tantissimi PNG e strutture dell’antichità ricreate con la solita accuratezza storica di Ubisoft. Da questo punto di vista nulla da eccepire, anzi, molto spesso ci siamo ritrovati a pensare a quanto fossero invitanti le spiagge greche riprodotte nel gioco. A conti fatti, dalla nostra prova sono emerse alcune novità interessanti, ma che comunque devono scontrarsi con gioco che è la copia esatta del precedente, esattamente come avvenne per i capitoli dedicati ad Ezio Auditore.