Il primo Ori fu una vera e propria rivelazione, con l’incredibile talento dei Moon Studios rivelato al mondo, con un platform innovativo nelle meccaniche ma soprattutto stupefacente dal punto di vista artistico. La poesia in movimento scaturita da Ori and the Blind Forest conquisto i giocatori di mezzo mondo, arrivando anche a garantirgli un posto tra i vincitori dei VGA; era praticamente scontato quindi un seguito del gioco, cosa che venne rivelata lo scorso anno durante la conferenza Microsoft dell’E3. Quest’anno era già disponibile una demo giocabile, così che abbiamo finalmente potuto mettere mano su Ori and the Will of the Wisps.
Il primo impatto col gioco è stato duplice: da una parte abbiamo ritrovato le stesse identiche sensazioni che provammo durante il primo capitolo, con un comparto artistico d’eccezione, che tanto aveva conquistato i nostri occhi e il nostro cuore; dall’altra qualcosa di diverso c’era, una sottile sensazione che ciò che stessimo guardando era decisamente più oscuro, segno che il pericolo in agguato nel gioco è decisamente palpabile, reale. Anche Ori è sempre lo stesso, adorabile all’apparenza ma risoluto e scattante nei movimenti, deciso a portare ordine nella sua foresta, ora con un set di mosse del tutto nuovo. Gli attacchi del nostro protagonista sono aumentati ed ora comprendono mosse con la spada e con l’arco, concatenabili insieme da una serie di scatti fulminei, planate e nuotate sulla sabbia. Ori and the Will of the Wisps è il seguito diretto del primo capitolo, quindi il nostro protagonista avrà a disposizione la maggior parte delle abilità acquisite durante la sua avventura precedente (anche se non è chiaro come Moon Studios integrerà la cosa), con l’aggiunta ovviamente di abilità nuove; quella proposta durante lo showfloor di Microsoft dove abbiamo provato il gioco riguardava la possibilità di immergersi nella sabbia e nuotare per intere sezioni della mappa, aggiungendo ulteriori possibilità d’attacco e di risoluzione degli enigmi ambientali. Pad alla mano, il feeling con Ori è incredibile, con il nostro esserino di luce che saltava da una parte all’altra dello schermo con una fluidità impressionante ed una risposta sui controlli totale. Questo si traduce direttamente sul level design del gioco, con tutta una serie di passaggi, ostacoli ed enigmi che ci ha messo davvero a dura prova, il che ci fa ben sperare sulla release finale del titolo.
Come già dichiarato sopra, dal lato artistico Ori and the Will of the Wisps è davvero incredibile, dove ritroviamo tutte le sensazioni del primo capitolo ma acuite da un senso di pericolo impellente, quasi disturbante. Il mondo di gioco sarà grande più del gioco precedente, con una diversità di location che promette faville. Quella da noi testata era prevalentemente desertica e questo ovviamente si rifletteva sia sui fondali che sulla colonna sonora, arabeggiante al punto giusto. Gli sviluppatori inoltre ci hanno confermato che la mappa di gioco sarà disseminata di NPC con cui sarà possibile interagire per missioni ed acquisizione di nuove abilità, contribuendo a rendere la foresta di Ori viva e vibrante sotto i nostri occhi. Tirando le somme, Ori and the Will of the Wisps ci ha convinto pienamente, visto che inserisce tutti gli elementi caridine per un ottimo secondo capitolo: nuove mosse, nuovi nemici, un level design migliorato che implementa le nuove abilità, ma soprattutto una fluidità di reazione come raramente se ne vedono in titoli del genere e un comparto artistico da essere insegnato nelle scuole. Non siamo riusciti a trovare un singolo difetto in quello che abbiamo provato, se non che la data d’uscita è fissata per il 2019, senza però alcun indizio sulla finestra di lancio. Poco male comunque, poiché siamo davanti ad un prodotto già consolidato che sicuramente confermerà il talento degli austriaci di Moon Studios. Ottima scelta quella di Spencer e soci di puntare nuovamente sul loro lavoro, pescando a piene mani dall’universo indie, quello in grado di emozionale con pochi tratti distintivi.