Il Vault 76 è stato finalmente aperto e, come un vaso di pandora, ha rovesciato nel panorama videoludico una marea di informazioni riguardanti il nuovo spin-off di Fallout. Durante la conferenza di Bethesda Todd Howard ha presentato ampiamente le caratteristiche del nuovo titolo, vediamo quali sono gli elementi chiave di questo nuovo, rivoluzionario, capitolo della serie.
Sono stati giorni di Hype furioso quelli che hanno preceduto la conferenza Bethesda, dopo il famoso Please Stand By seguito da un teaser trailer misterioso, l’attenzione del pubblico e della stampa nei confronti di Fallout 76 ha continuato ad intensificarsi. Già durante la conferenza di Microsoft abbiamo avuto un assaggio del nuovo titolo targato Bethesda ma è alla conferenza del publisher e sviluppatore americano che si sono aperte le danze. Un Todd Howard più in forma che mai ha dominato il palco presentando tutte le novità del mondo Bethesda e, tra annunci più o meno esplosivi, la larghissima panoramica su Fallout 76 ha finalmente tolto il velo di mistero che avvolgeva il nuovo titolo.
L’esperienza di Fallout 76 sembra voler abbracciare il concept di survival già consolidato con titoli come Ark: Survival Evolved e Conan: Exiles andando però a contenere tutte le problematiche derivanti da una massificazione eccessiva degli utenti su un singolo server. Fallout 76 non ospiterà infatti centinaia di giocatori bensì una dozzina, favorendo lo sviluppo e la progressione del giocatore in modo lineare e mai troppo punitivo. Definito dallo stesso Todd Howard un softcore survival, Fallout 76 propone un’esperienza di gioco meno impegnativa dei titoli sopracitati andando però a compensare attraverso una struttura di gioco che va a richiamare il concetto classico di Fallout. Progressione narrativa e ruolistica saranno dunque elementi chiave dell’esperienza di gioco, andandosi ad inserire all’interno di un contesto decisamente nuovo per la serie ma sicuramente innovativo e rinfrescante. Sebbene l’opinione comune sembri additare a Fallout 76 una certa somiglianza con The Elder Scrolls: Online, è stato ben specificato che il titolo non sarà un vero e proprio MMO ma un’esperienza cooperativa sia in termini di PvP che di PvE che non dimenticherà le sue radici ma andrà ad impreziosire la struttura di gioco attraverso delle meccaniche da multigiocatore. Il titolo è infatti affrontabile in single player senza alcun problema sebbene sia fortemente consigliato di collaborare con altri giocatori per raggiungere i traguardi più importanti o per difendersi dai giocatori meno amichevoli. Certo, gli adoratori del single player non troveranno in Fallout 76 l’esperienza definitiva ma potranno comunque godersi la storia del titolo ambientato in West Virginia semplicemente con qualche difficoltà in più. Fallout 76 trova una collocazione temporale a soli 20 anni dalla fine della guerra, a differenza di altri Vault, il 76 ha il compito di ricostruire e civilizzare, proprio per questo il West Virginia che ci attende sarà un territorio selvaggio, prodotto di un conflitto apocalittico molto distante dagli insediamenti che abbiamo trovato nei precedenti capitoli della saga. Un Vault votato alla ricostruzione che prepara i suoi elementi accuratamente scelti per liberarli durante il Reclamation Day, ovvero il giorno in cui le porte del Vault si apriranno lasciando che i suoi abitanti vadano a ricostruire il mondo esterno.
Un West Virginia quattro volte più grande della mappa proposta su Fallout 4 ospiterà 6 regioni che andranno a presentare diversi ecosistemi sia in termini di fauna che di risorse. La diversificazione dell’esperienza di gioco in base alla regione scelta contribuirà a rendere il titolo decisamente più vario rispetto al suo canonico predecessore. L’impostazione da PvP Open World presentata durante la conferenza apre comunque le porte a dei dubbi riguardanti il bilanciamento del titolo e la presenza di testate nucleari all’interno del mondo di gioco potrebbe essere un campanello d’allarme. Come spiegato dallo stesso Howard, diverse basi nucleari saranno distribuite all’interno della mappa andando a costituire il mezzo di distruzione totale capace di ribaltare la situazione di un server. Per attivare queste testate sarà però necessario avere il codice di lancio dei missili, codici ottenibili attraverso delle quest non ancora specificate ma che sembrano davvero essere l’ultima risorsa in termini di distruzione. Il consiglio di Todd Howard è quello di collaborare con altri giocatori per ottenere i codici e ci fa riflettere sull’effettiva difficoltà nel ritrovare questi oggetti preziosi. Una volta lanciata la testata nucleare, la zona colpita cambierà radicalmente stravolgendo la mappa di gioco e irradiando la zona dell’esplosione. Il ground zero della testata nucleare diventerà dunque terreno di farming per materiali e risorse rari ma andrà ad attirare anche la curiosità di nemici molto forti come il temuto Deathclaw. Certo, vedere svanire i propri progressi di gioco a causa di una testata nucleare potrebbe essere un po’ troppo ma Todd Howard ci assicura che Fallout 76 non sarà particolarmente punitivo e i giocatori non perderanno mai i progressi dei loro personaggi sebbene le costruzioni saranno comunque vulnerabili probabilmente anche durante dopo aver sloggato dal mondo di gioco.
Le domande su Fallout 76 restano comunque tantissime e, nonostante la presentazione sia stata molto corposa e dettagliata, ci sfuggono ancora alcune meccaniche legate sia alla proprietà delle strutture che alle meccaniche che andranno a regolare i party che sembrano avere un massimo di 4 slot per gruppo. La possibilità di entrare direttamente sul server di un amico non chiarisce la questione legata al trasferimento delle costruzioni ma siamo sicuri che a breve arriveranno altre novità. Il titolo è previsto per il 14 Novembre 2018, una data relativamente prossima se pensiamo agli annunci a lungo termine. Sono dunque pochi i mesi che ci separano dall’arrivo di questo coraggioso ed innovativo titolo e non vediamo l’ora di scoprirne le meccaniche ed analizzarlo più a fondo, magari la beta annunciata durante la conferenza farà luce su alcuni aspetti ancora ambigui.