Secondo quanto emerso da un’intervista condotta da TheGamer con un membro di A Better Ubisoft, alcuni sivluppatori si sarebbero rifiutati di lavorare ad Assassin’s Creed: Codename Red a causa delle accuse di abusi che pendono sulle spalle di Jonathan Dumont. Nel corso del 2020, infatti, di direttore del gioco è stato accusato da diversi dipendenti di aver avuto degli atteggiamenti non consoni e questo ha spinto diversi sviluppatori a tirarsi indietro e a non voler far parte di questo nuovo progetto.
Alcuni sviluppatori non hanno voluto prendere parte allo sviluppo di Assassin’s Creed: Codename Red
Per chi non lo sapesse, A Better Ubisoft è un’associazione creata proprio da dipendenti che fanno parte della compagni francese che ha lo scopo, come è deducibile dal nome, di rendere Ubisoft migliore e quindi di conseguenza un posto migliore in cui poter lavorare. Ed è proprio per questo motivo che uno dei suoi rappresentanti, che però non ha voluto svelare la sua identità, ha rilasciato un’intervista ai colleghi di TheGamer.
“Dumont è stato la ragione per cui molti miei colleghi hanno lasciato. Che sia a causa di avances sessuali, scarsa valutazione, paura o per aver sperimentato il suo comportamento quando è di cattivo umore. Le sue esplosioni di rabbia hanno creato un clima di paura all’interno dello studio, noto da anni, ma che non ha mai trovato una risposta concreta”.
Non sono tardate ad arrivare, di riflesso, delle dichiarazioni da parte del CEO di Ubisoft, Yves Guillemont, che come ricorderete ha già rilasciato proprio negli scorsi giorni delle dichiarazioni sul fatto di rendere Ubisoft un post migliore e che ci sarebbero stati dei cambi al vertice.
“Ubisoft prende molto seriamente tutte le accuse. Anche se non voglio commentare casi specifici, posso assicurarvi che tutti i casi dei membri del team nominati da qualche resoconto che sono rimasti in Ubisoft, sono stati esaminati rigorosamente e sono stati assolti, o opportunamente disciplinati. Inoltre gli è stato fornito un piano d’azione individuale per supportare e monitorare i loro progressi”.