Quando ero piccolo, il nome Resident Evil significava poche cose, ma intense: paura, mistero, emozione. Poi sono arrivati i film che, con tutto il rispetto per il regista Paul W.S. Anderson e per le doti della sensuale Milla Jovovich, non hanno saputo entusiasmare come la saga nella sua forma originale, forse a causa dello sfruttamento poco riuscito di alcuni personaggi e villain dei videogiochi, o forse a causa della natura della storia narrata, completamente separata da quelle dei giochi e incentrate su un personaggio inedito, interpretato da Milla.
I film di Resident Evil vanno guardati secondo un preciso ordine?
Se siete tra coloro che hanno apprezzato le pellicole, e se vi siete mai chiesti se esista un’ordine diverso in cui guardare i film che la compongono – domanda legittima dal momento che esistono saghe narrate in ordine sparso – la risposta è che non c’è nessun ordine alternativo: le sei pellicole sono state realizzate per essere una il prequel di quella successiva, dunque tra l’ordine di release e l’ordine cronologico non esiste differenza alcuna.
Se poi vi domandate come si inserisce nell’ordine di questi sei film il settimo e più recente, Resident Evil: Welcome to Racoon City, diretto da Johannes Roberts e rilasciato l’anno scorso (2021), la risposta è che il film è stato pensato come un reboot del franchise, dunque è totalmente scollegato dai precedenti film e può essere visionato separatamente, senza la necessità di aver prima visto le altre sei pellicole. Precisarlo è quasi inutile, ma per amor della completezza ecco una lista dei film nell’ordine di rilascio/cronologico:
- Resident Evil (2002)
- Resident Evil: Apocalypse (2004)
- Resident Evil: Extinction (2007)
- Resident Evil: Afterlife (2010)
- Resident Evil: Retribution (2012)
- Resident Evil: The Final Chapter (2016)
- Extra (visionabile singolarmente) – Resident Evil: Welcome to Racoon City (2021)
Insomma, ecco l’ordine di visione della saga cinematografica di Resident Evil. Io certo non ne vengo matto, e so che molti fan della saga videoludica sono del mio medesimo avviso. Ma, ovviamente, i gusti sono quanto di più soggettivo esista al mondo, dunque nell’invitarvi a commentare questo articolo nell’apposito spazio riservato ai commenti invito i lettori a esprimere giudizi in forma rispettosa e costruttiva. Non che non mi fidi di voi, ma quando certi soggetti cambiano media è facile accendano di collera gli animi dei fan più accaniti.
La debole fortuna della saga Resident Evil al di fuori del media videoludico ha trovato l’ennesima conferma, e probabilmente la più eclatante, nell’ultima disastrosa trasposizione, questa volta in formato serie TV per la piattaforma streaming Netflix: la serie, dopo un’accoglienza a suon di fischi, si è infatti vista cancellare immediatamente. Un vero peccato, vedere un soggetto tanto valido rovinato dagli ennesimi autori che pensano di poter migliorare ciò che è già ottimo – non a caso chi pecca in tal modo d’arroganza spesso finisce con il fare flop, ed è quello che è accaduto.