Western Digital ha comunicato di aver perso almeno 6.5 exabytes, corrispondenti a 6.5 miliardi di gigabytes, in memoria flash a causa di un problema di contaminazione al suo stabilimento di produzione NAND. Tale perdita potrebbe risultate in un’impennata del prezzo delle NAND – il componente principale delle memorie SSD – fino al 10%, stando alle ricerche di mercato firmate da TrendForce. Ogni potenziale carenza o fluttuazione del prezzo delle NAND potrebbe influenzare il mercato PC nei prossimi mesi.
La contaminazione dei materiali adoperati nel processo di manifattura sembra sia stata individuata a gennaio inoltrato in due impianti del Giappone, con il partner join venture di Western Digital, Kioxia (ex Toshiba), che ha rivelato come la contaminazione abbia afflitto la produzione di memorie flash BiCS 3D NAND.
La partnership tra Western Digital e Kioxia interessa circa il 30% del mercato delle NAND flash, stando a TrendForce. Entrambe la compagnie riforniscono l’industria PC di dispositivi SSD ed eMMC, e Western Digital è una delle compagnie leader del settore, quindi può potenzialmente influenzare i prezzi dell’intera industria, con potenziali effetti negativi su un mercato, quello PC, che negli ultimi anni ha già conosciuto un’impennata dei prezzi di altri hardware, oltre che una scarsa reperibilità di diversi prodotti, e tutto ciò ovviamente si ritorce in primo luogo sui consumatori, già provati dal periodo difficile rappresentato dalla pandemia che ha cambiato le vite di noi tutti.
Non è ancora noto cosa abbia causato questa gravissima contaminazione, sebbene il fatto che sia avvenuto in due differenti stabilimenti lascia intuire che il problema debba trovarsi a monte di entrambi quei luoghi. Non è neppure noto se questo problema causerà un fermo alla produzione o la influenzerà in altri modi. Western Digital sta “lavorando vicino al suo partner joint venture, Kioxia, per implementare le necessarie misure che ristoreranno gli stabilimenti alla loro normale operatività il prima possibile”.