David Goldfarb è uno sviluppatore ed ex dipendente di DICE e fu lead designer di Battlefield 3 e Battlefield: Bad Company 2, obbiettivamente due dei migliori titoli della saga di sempre, e non a caso a loro tempo il lustro della serie era ai massimi storici.
Goldfarb, dall’alto della sua esperienza, non ha potuto esimersi dal criticare aspramente i risultati dell’ultimo capitolo della serie sparatutto del suo ex studio, Battlefield 2042; forse il titolo che rappresenta il punto più basso mai conosciuto dalla serie. Su Twitter lo sviluppatore si chiede, con ironia ma neppure troppo, se il gioco sia effettivamente passato anche solo per una brevissima fase di controllo qualità.
“Ho appena visto l’analisi dei problemi di Battlefield 2042 realizzata da @StodehTV, senza averci giocato o aver visto video in precedenza. Ragazzi, ho qualche domanda da fare riguardo il prodotto”
recita il tweet, cui poi ha aggiunto diverse critiche rivolte al design delle mappe, alla scarsa rilevanza della fanteria e altro ancora.
Infine, in un terzo tweet, si chiede:
“Non c’era nessuno al controllo qualità? Chi ha pensato che questa esperienza onorasse l’esperienza sandbox dei Battlefield decidendo di andare avanti? Sono sbalordito dal fatto che siano stati compiuti tanti passi falsi pur sapendo quanto i piani alti possano a volte essere d’ostacolo”.
Un quesito, il suo, che moltissimi tra utenti e specialisti del settore si sono posti dopo aver messo mano a Battlefield 2042, titolo che pur essendo innegabilmente erede della cultura del proprio brand ne prosegue il cammino in modo maldestro e decisamente poco divertente. E voi? Che ne pensate? C’è qualcosa che salvate di Battlefield 2042? C’è speranza, secondo voi, che il gioco possa in futuro risollevarsi dalla mediocrità grazie al supporto post lancio? Oppure il gioco è irrecuperabile, e sarebbe meglio che DICE rivolgesse la sua attenzione altrove, voltando pagina?