Da un anno e mezzo a questa parte il mondo intero sta dovendo avere a che fare con una pandemia da COVID-19, a dir poco terribile e terrificante, che ha cambiato per sempre le nostre vite. Ma stando ad un recente articolo del Telegraph all’orizzonte si staglia un qualcosa di altrettanto grave o additrittura peggiore: la pandemia da videogiochi.
“Spiritual opium: potrebbe la dipendenza da videogiochi rovinare una generazione? D’altronde gli iPad in classe ed i libri di testo online stanno rendendo normale utilizzare degli schermi, e questo è un qualcosa di potenzialmente dannoso per il cervello degli adolescenti”.
L’articolo prosegue poi evidenziando come i videogiochi rappresentino un rischio per la salute dei ragazzi, con questi prodotti che vengono paragonati addirittura alla droga dalla redattrice del Telegraph “È ora che tutti noi ci svegliamo e capiamo il pericolo che rappresentano i videogiochi, prima che la dipendenza degli adolescenti per lo “schermo” diventi un’altra pandemia globale”.
Questo articolo cita poi almeno in parte una dichiarazione rilasciata dai media statali cinesi la scorsa settimana, in cui hanno paragonato i videogiochi alle “droghe elettroniche“. Con la Cina che ricordiamo regolamenta pesantemente i videogiochi e richiede l’approvazione del governo per tutti i titoli provenienti da territori stranieri.
Questo articolo del Telegraph la dobbiamo ad Abi Silver, un’autrice di libri che ha recentemente pubblicato un’opera di finzione sull’industria dei videogiochi. Questo nuovo libro di Silver, The Midas Game, vede “due avvocati unirsi per difendere un videogiocatore locale ed una celebrità di YouTube che è stato accusato di aver ucciso un eminente psichiatra anti-videogioco“.
Nell’articolo sul Telegraph, Silver condivide aneddoti sull’esperienza di suo figlio con i videogiochi, durante un periodo in cui il parogolo era “ossessionato dal videogioco (Fortnite) che crea dipendenza e rilascia dopamina“.
“Sono rimasta scioccata ed indignata dal fatto che ci fosse qualcosa là fuori, non regolamentato e liberamente disponibile per i nostri figli, che era considerato altamente pericoloso ma che nonostante questo nessuno stava facendo nulla al riguardo. Era come se qualcuno entrasse di notte nella camera da letto di mio figlio e gli iniettasse una droga che crea dipendenza“.
Sempre in questo articolo Annabel Heseltine afferma che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 86 milioni di persone potrebbero soffrire di disturbi da gioco. Ma questa cifra sembra essere basata su un precedente report del Telegraph, che citava uno studio secondo il quale il 3% dei viedeogiocatori soffrisse del disturbo di cui sopra (nel 2021 si stimava che 2,9 miliardi di persone giocassero ai videogiochi).
Di recente, stando ai dati ottenuti dal Guardian hanno mostrato però che solo 56 persone sono entrate in trattamento per la dipendenza da videogioco tra gennaio e maggio di quest’anno. Secondo l’UFCOM, nel 2020 circa 40 milioni di residenti nel Regno Unito hanno giocato ai videogiochi, esclusi i bambini.
Rispondendo a questo pezzo del Telegraph, Ukie, l’associazione di categoria per l’industria dei videogiochi e dell’intrattenimento interattivo del Regno Unito, ha dichiarato a VGC che l’industria dei videogame del Regno Unito è:
“un’industria responsabile e regolamentata che ha dimostrato di prendere sul serio le preoccupazioni dei genitori e dei media. E’ ingiusto demonizzare ingiustamente i 37 milioni di persone in tutto il Regno Unito che trovano nei giochi una fonte rilassante di sano intrattenimento. Siamo un’industria responsabile e regolamentata che ha dimostrato di prendere sul serio le preoccupazioni eseguendo campagne come la nostra iniziativa Get Smart About PLAY per supportare un gaming sicuro e sensato. Continueremo ad adottare questo approccio responsabile e continueremo a istruire giocatori e genitori su tutti gli aspetti del gioco su www.askaboutgames.com”.
Giunti alla fine di questo articolo vi ricordiamo come invece il nostro Kevin la pensi in modo diametralmente opposto rispetto ad Abi Silver. Cliccate qui per leggere il suo articolo.