La Cina ha preso la decisione di fare un’ulteriore stretta sulle criptovalute per cercare di frenare la corsa al trading speculativo, chiudendo numerose attività di mining nella regione di Sichuan, nel sud-ovest della Cina, nota per essere il fulcro di molti minatori. Secondo alcune stime si dice che le chiusure porteranno a una riduzione dell’estrazione di Bitcoin del ben 90% nel paese cinese. Come conseguenza di questa decisione, il mercato mondiale delle criptovalute ha mostrato una tendenza al ribasso e di indebolimento.
Esattamente due giorni fa molte attività di mining sono state chiuse dopo che le autorità hanno ordinato di fermare l’estrazione di criptovalute. Questo segue anche la decisione presa a maggio dal Consiglio di Stato Cinese che aveva affermato: “Bisogna reprimere il mining di bitcoin e le sue pratiche commerciali e prevenire la trasmissione dei rischi individuali al settore sociale.” La Cina dunque ha preso dei provvedimenti per constrastare il mining di criptovalute che potrebbe rappresentare un rischio per l’economia reale.
La piattaforma BankLedger che opera soprattutto nel mercato cinese fornendo servizi agli sviluppatori di applicazioni blockchain, ha riferito al Global Times che “più del 90% della capacità di mining di bitcoin, o un terzo della potenza di elaborazione della rete globale di criptovalute, sarà sospeso a breve termine. Di conseguenza, i minatori cinesi dovranno formare alleanze per migrare all’estero, in luoghi come il Nord America e la Russia.”
Nelle ultime 24 ore tutte le più importanti criptovalute sono in calo, stando alle analisi di Coinbase, ma confermano i trend della settimana passata con un -22% di media nelle prime nove criptovalute, e con Dogecoin che fa registrare un preoccupante e impressionante -41%. Cosa ne pensate voi di questa situazione, il mercato di criptovalute è realmente a rischio? Fateci sapere la vostra opinione nella sezione dedicata ai commenti.