Vi ricorderete forse dell’articolo condiviso ieri, in cui si parlava di come IGN, il più grande portale d’informazione videoludica al mondo, dopo aver pionieristicamente pubblicato il primo articolo nel settore a supporto del popolo palestinese, l’ha senza preavviso oscurato, rimuovendo anche un tweet che, come l’articolo, era colpevole d’indirizzare a diversi enti di beneficenza dedicati alla crisi umanitaria del popolo palestinese.
Solo dodici ore dopo è giunto un commento della dirigenza di IGN relativo alla rimozione, dichiarando che l’articolo “non era in linea con la nostra intenzione di provare a mostrare sostegno a tutte le persone colpite da eventi tragici” aggiungendo poi come “evidenziando solo una popolazione, il post ha lasciato l’impressione che fossimo politicamente schierati solamente da una parte”.
Ebbene, pare che tutto ciò sia avvenuto senza interpellare lo stesso staff della redazione di IGN, il medesimo da cui è nato l’articolo e il conseguente tweet oscurati. Ciò ha lasciato tutti basiti, e di conseguenza infuriati, sia per la rimozione dell’articolo sia per la dichiarazione della dirigenza dopo la cancellazione. Oltre 60 tra i membri dello staff hanno dunque firmato una lettera aperta, di cui di seguito vi proponiamo parte dei contenuti (e che potete consultare per intero alla fonte):
“Noi, i dipendenti firmatari di IGN, siamo inorriditi dalle recenti decisioni del management di sovvertire la nostra autonomia editoriale e rimuovere il post in cui indirizzavamo a enti che possono aiutare i civili palestinesi che attualmente soffrono una crisi umanitaria in Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme.”
“Nel nostro post originale, offrivamo ai lettori una via per supportare gli enti di carità che aiutano bambini feriti e malati, che forniscono risorse per l’educazione e cibo per le vittime, e che forniscono supporto medico a chi è rimasto ferito o disorientato dal conflitto. Sentiamo che questo supporto non dovrebbe essere considerato controverso. Tutti gli umani meritano accesso a tutti questi basilari diritti, ed è importante per chi desidera offrire aiuto in tempi di simili crisi umanitarie.”
L’articolo continua su questi toni, definendo l’innocenza dell’articolo rimosso, fino a passare ad accusare la dirigenza di IGN, colpevole di aver condiviso una dichiarazione – fatta anche a nome loro tra l’altro – che non solo era ignota allo staff fino a un’ora prima della pubblicazione, ma contravveniva a molti dei principi di quello stesso staff, che nella lettera aperta ha definito l’azione della dirigenza “Non solo attivamente dannosa per la reputazione publica di IGN e dei suoi dipendenti, ma anche priva d’ogni rispetto per molti dei suoi team e del suo staff. La dichiarazione si dice con inesattezza condivisa da tutta IGN, invece che ascriverla con maggior precisione al suo alto management che ha preso effettivamente le decisioni, dando l’impressione pubblica che la decisione fosse dello staff editoriale, nonostante sia una decisione che non abbiamo preso collettivamente e che molti di noi non appoggiano”.
Le accuse non si fermano qua, e arrivano a definire come la dirigenza abbia dimostrato “disprezzo per i più basilari standard d’integrità giornalistica e indipendenza editoriale”. Si chiude poi, la lunga lettera, con una richiesta d’incontro: lo staff firmatario desidera vedere la dirigenza di IGN, pretendendo piena trasparenza riguardo la catena di eventi che hanno portato alla rimozione dell’articolo e, infine, il ripristino dell’articolo stesso.