Returnal sembra essere davvero un ottimo gioco. Attualmente gode di un notevole 86/100 su Metacritic, che non è affatto male per una serie nuova di zecca. Ma come molti avranno notato, ha un particolare punto critico: le sue sessioni di gioco richiedono molto tempo e non c’è modo di salvare durante esse. “Questo toglie il desiderio di tornare immediatamente e riprovare dopo una morte, anche se non è abbastanza per fermarlo”, ha scritto Saltzman nella recensione del gioco su IGN.
Ciò ha scatenato alcune discussioni su Twitter poiché sia i fan che la critica stanno discutendo questa decisione di omettere un salvataggio a metà partita. I difensori del titolo affermano invece che essendo un roguelite, Returnal, non dovrebbe permettere una cosa simile, proprio come tutti gli altri giochi del genere.
C’è chi però, nel frattempo, nota che le sessioni di Hades per esempio spesso richiedono solo circa 40 minuti, a differenza delle due o tre ore che possono essere necessarie per completare una partita di Returnal. La sua scala è ciò che lo rende unico, in quanto è uno dei primi veri esempi di una cosiddetta “roguelite tripla A”. Questo lo rende un esperimento unico nel genere, ma queste caratteristiche vanno anche contro di esso.
In definitiva, Housemarque non ha necessariamente bisogno di introdurre una situazione in cui i giocatori possono salvare la partita durante un livello, anche se probabilmente basterebbe un salvataggio rapido in dei checkpoint specifici, seppur ripetiamo, non è nella natura dei roguelite.
Housemarque in vista del lancio di quest’oggi ha inoltre pubblicato una patch day one, che introduce parecchi bilanciamenti al gameplay, ottimizzazione e miglioramenti alle prestazioni di gioco, ma non qualcosa relativo a questa meccanica di gameplay. Il gioco è ora disponibile in esclusiva su Playstation 5, e lo studio di sviluppo ha voluto ringraziare Sony per il supporto dato nel corso dei 4 anni di sviluppo del titolo.