It Takes Two, ultima fatica di Hazelight Studios, già autori di A Way Out, non ha soltanto ottenuto all’unanimità il consenso di critica e pubblico, ma ha anche riportato in auge il gioco in co-op. Tema approfondito anche dal nostro Alessandro Di Liberto in un articolo dedicato, il multiplayer non competitivo sembra essere sempre di più relegato ad una nicchia, sovrastato dalla stragrande quantità di titoli online che prediligono le sfide fra giocatori. Tuttavia il gioco in cooperativa può essere un ottimo momento di condivisione, come dimostrato ampiamente dal successo dello stesso It Takes Two, ma anche lo scorso anno da Animal Crossing New Horizon, una via di fuga alle restrizioni e al distanziamento sociale imposto dalla pandemia in cui viviamo. Ma se vi state chiedendo con chi sia meglio condividere alcuni fra i più celebri titoli in cooperativa dell’ultimo decennio, noi di Game-Experience abbiamo preparato appositamente per voi una pratica guida ai 5 compagni perfetti per altrettanti titoli multiplayer co-op.
Cuphead – Nonno/a
Quante volte vi siete sentiti dire che “ai nostri tempi” tutto funzionava meglio e la gente era più contenta? Non c’erano di certo i videogames a dispensare odio e violenza, e i giovani crescevano secondo principi più saldi e senza alcun tipo di distrazioni tecnologiche. Certo, poco importa se le televisioni e i media più in generale erano pervasi da stereotipi sessisti e razzisti, quel che contava è che le canzoni parlavano di amore incondizionato e, soprattutto, i cartoni animati erano più educativi e raffinati. Fu proprio nel periodo che intercorre fra gli anni ’30 e quelli ’50 che si verificò la cosiddetta epoca d’oro dell’animazione americana, ventennio che ha visto sorgere ed affermarsi alcune realtà divenuta leggendarie come Walt Disney, Hanna-Barbera e Fleischer Studios. Un’epoca fortemente influenzata dal conflitto globale e di transizione verso il boom economico capace di sfornare una serie di icone facilmente riconoscibili tutt’ora nel mondo. Cuphead di Studio MDHR trae larga ispirazione proprio da opere come Popeye, Betty Boop e Mickey Mouse, con il suo inconfondibile stile grafico retrò chiaro omaggio all’animazione degli anni ’50, identificabile da una propensione nel realizzare oggetti, animali e piante antropomorfe e dallo sfarfallio della pellicola utilizza ai tempi in cui la computer grafica era soltanto un’idea in fase embrionale. Cuphead sembra proprio giungere da quell’epoca, e quando in vostri nonni vi chiederanno da dove arriva quella nostalgica musica swing, potrete mostrarli fieri quanto i videogames co-op possono anche far rivivere alcuni magnifici ricordi. Pad alla mano potrebbero addirittura rivelarsi più abili di voi.
Monster Hunter Rise – Fratellino/sorellina
Essere il primogenito è un compito arduo, si sa. Bisogna essere di buon esempio per i propri fratelli, insegnar loro come si sta al mondo e prepararli alle difficoltà della vita, magari ponendoli di fronte alle stesse. Il Magnamalo, bestione inferocito simbolo di Monster Hunter Rise, ultimo capitolo dell’hunting game co-op più celebre al mondo targato Capcom, potrebbe essere un ottimo banco di prova per forgiare il loro spirito e la loro dedizione a suon di mazzate virtuali. Affrontare lo scherno dei compagni più cretini o i compiti a casa sembreranno una passeggiata a confronto con l’ennesima caccia al Rathalos di turno. In sella ai vostri Canyne mostrerete al fratellino o alla sorellina quanto le ore spese farmando Baggi si siano rivelate utili, e che anche loro potranno così ottenere l’equipaggiamento dei loro sogni scalando velocemente i ranghi. Non solo un momento di insegnamento, ma anche di vanto, visto che non molte altre persone saranno interessate ad ammirare il vostro incredibile setup con un livello fuori scala di affinità. Occhio però, Monster Hunter Rise può causare dipendenza ed il rischio è che vi superino presto in skill e materiali. Cacciatore avvisato…
Super Mario 3D World – Coniuge e figli
Super Mario 3D World per Switch è l’ennesimo porting dedicato all’idraulico italiano compiuto da Nintendo. Mentre l’ipotetico secondo capitolo di Mario Odissey si fa ancora attendere, la casa di Kyoto pesca dal proprio cilindro un altro titolo proveniente da Wii U per riproporlo sulla propria console ibrida e il successo, anche in questo caso, è scontato. Sequel di Super Mario 3D Land uscito, manco a dirlo, per Nintendo 3DS, questo nuovo capitolo della “saga” 3D dell’idraulico in salopette perde la componente stereoscopica ma guadagna una serie di nuovi fantastici livelli tutti quanti affrontabili in co-op. Nintendo però questa volta non si è limitata al compitino, aggiungendo una nuova sezione finale con un epico scontro con l’acerrimo nemico di Mario chiamata Bowser Fury. Mario, Luigi, Peach e Toad uniranno le proprie forze per sconfiggere per l’ennesima volta Bowser e i suoi scagnozzi e liberare le fatine che vanno ad occupare il posto solitamente riservato alla Principessa. Grazie alla natura ibrida e scomponibile di Switch è possibile in poco tempo ottenere due controller per altrettanti giocatori. Un’altra coppia di Joycon ed ecco che tutta la famigliola, moglie, marito, figli e figlie, sono accontentati. Non sarà nemmeno necessario dare ai più piccoli un controller scollegato come si faceva ai tempi delle vecchie console per dar loro l’illusione di star partecipando all’azione, perché le ultime avventure nel Regno dei Funghi sono davvero alla portata di tutti. Let’s a go!
A Way Out – Rivale in amore
In carcere non puoi fidarti di nessuno, così come in amore. Talvolta però bisogna imparare a collaborare anche con coloro che non fanno altro che metterci i bastoni fra le ruote, frapponendosi fra noi e il nostro/la nostra amato/a. Può darsi però che da un odio viscerale nei confronti di qualcuno possa anche nascere un’amicizia, o qualcosa che si avvicini ad essa. In A Way Out di Hazelight Studios due galeotti inizialmente sconosciuti e ostili si troveranno fianco a dover lavorare fianco a fianco per tentare la fuga impossibile dal complesso carcerario nel quale stanno scontando la loro pena. Una collaborazione forzata, ma che dimostra quanto possano essere flebili i motivi dietro ad una disputa o ad un conflitto. L’avventura di EA, realizzata appositamente per essere giocata in co-op in split screen, è un ottimo esempio di come il gioco coop sia tutt’altro che morto. I due carcerati dovranno talvolta collaborare e talvolta agire ognuno per conto proprio in luoghi differenti, ma saranno sempre presenti e visibili contemporaneamente sullo schermo splittato, questo perché A Way Out è un gioco che può essere affrontato anche da due persone nella stessa stanza. Farlo con qualcuno con cui si è in competizione potrebbe essere sconcertante all’inizio, quasi fastidioso, ma alla lunga potrebbe farvi scoprire più cose in comune fra voi che non con l’oggetto del vostro desiderio.
Sea of Thevies – Colleghi di lavoro
Come diceva il buon Micheal Scott nella celebre sitcom The Office, il luogo di lavoro è come una barca popolata da marinai (i dipendenti) che seguono gli ordini di un bravo capitano, il cui computo è quello di impartire le giuste istruzioni e “barcamenarsi” fra le difficoltà di un mare in tempesta fatto di clienti arrabbiati e malfunzionamenti dell’ultimo minuto. Sea of Thieves sembra essere l’esatta rappresentazione videoludica co-op di questo parallelismo, quindi perché non condividere questa esperienza a stampo piratesco con i propri colleghi di lavoro? E si, dai, per questa volta potete anche coinvolgere il vostro capo che finora avete tenuto lontano dalle vostre uscite alcoliche. Le scorribande marine di Sea of Thevies aiuteranno voi e il vostro work team a consolidare i rapporti, dovrete svolgere ciascuno il proprio compito rendendovi però utili anche agli altri, sia per remare che per affondare le barche nemiche (azienda rivale nel settore?). Assieme, come una cosa sola, affrontare le intemperie dei Sette Mari, cercando di conquistare l’ambito tesoro (premio aziendale?) prima dei vostri pirateschi competitors. In questo caso anche gli straordinari saranno graditi da tutti. Ahrrr!