Bravely Default per Nintendo 3DS fu un successo commerciale, riuscendo nell’intento di dimostrare che la formula classica dei JRPG a turni non è mai passata di moda. Nato per soddisfare le esigenze dei puristi del gioco di ruolo alla giapponese, il gioco si guadagnò i favori di pubblico e critica divenendo uno dei masterpiece della console dallo schermo stereoscopico di casa Nintendo. A distanza di 9 anni dall’uscita dell’originale, Square Enix ci riprova con Bravely Default II per Nintendo Switch, riproponendo l’innovativa meccanica Brave/Default con l’ausilio di un hardware completamente diverso. Sarà riuscito a far nuovamente breccia nei nostri cuori?
Sequel? Spinoff? Reboot?
Facciamo un po’ di chiarezza. La saga di Final Fantasy si è evoluta ed espansa talmente tanto nel corso degli anni da accogliere sotto il proprio cappello tanti titoli principali, le cui singole iterazioni sono ciascuna un universo a se stante, oltre che tantissimi spinoff. Alcune delle “mele” del gigantesco albero piantato da Square Enix sono cadute un po’ più lontane, perdendo di fatto la nomenclatura “Final Fantasy” e dando così origine a nuove saghe standalone. Ne sono un esempio perfetto le saghe di Mana, nato come Final Fantasy Adventure, o SaGa, inizialmente conosciuto con il nome di Final Fantasy Legend. Più recentemente, nel 2009, è stata la volta Final Fantasy: The 4 Heroes of Light per Nintendo DS, un “ramoscello” destinato a diventare un nuovo franchise di punta di Square Enix, almeno per quanto concerne le console Nintendo. L’originale The 4 Heroes of Light si distingueva per il suo stile chibi e fiabesco, ma soprattutto per mantenere quelli che erano i dettami dei primi gloriosi capitoli di Final Fantasy in 2 dimensioni. Square Enix decise poi di mettere in cantiere un sequel per The 4 Heroes of Light che, nel frattempo, perse il titolo di “Final Fantasy”. Nacque così Bravely Default per Nintendo 3DS, un titolo che riprendeva lo stesso character design introdotto dal suo predecessore spirituale ad opera Akihiko Yoshida e introdusse un’inedita e brillante meccanica definita per l’appunto brave/default che sarebbe poi divenuta il marchio di fabbrica del neonato brand. Il gioco uscito nel 2012, che raccontava le gesta di Tiz, Agnes, Edea e Ringabel a caccia dei cristalli elementali, ebbe persino un sequel diretto chiamato Bravely Second: End Layer pubblicato sempre per Nintendo 3DS nel 2015. Dove si colloca in tutto ciò Bravely Default II? Pur avendo molti elementi in comune con il primo Bravely Default, questo secondo capitolo altri non è che una storia completamente nuova a conferma del fatto che anche questa, così come accade già per quella main di Final Fantasy, sarà una saga di natura antologica. Naturalmente non mancheranno cicche e citazioni all’universo di Bravely Default I, ma se vi state chiedendo se sia possibile godere appieno di questo sequel senza aver giocato ai precedenti titoli la risposta è: assolutamente sì.
Metti il Brave, togli il Default
Non si può parlare di Bravely Default II senza approfondire il suo caratteristico compartimento gameplay, vera punta di diamante del titolo Square. Ritorna, a grande richiesta, la meccanica di Brave/Default già vista e apprezzata nel primo capitolo e riproposta sotto mentite spoglie anche in Octopath Traveller. Il suo funzionamento ruota attorno al concetto di “buff/debuff” o “carica e molla” per dirla in volgare. Quando normalmente ciascun combattimento è suddiviso in turni spendibili con una singola azione per personaggio, l’utilizzo del Brave/Default consente di eseguire più mosse consecutive, che esse siano attacchi, magie o utilizzo strumenti, spendendo punti PB. Sfruttando il comando “Default” il personaggio assumerà la posizione di parata che, oltre a diminuire i successivi danni subiti, gli permetterà di guadagnare un punto PB. Di contro, “rilasciando” i punti PB accumulati con la funzione “Brave” potremo sfoderare più azioni consecutivamente, creando così combinazioni di mosse devastanti. La vera peculiarità del Brave/Default sta nella possibilità di portare in negativo il contatore dei PB in possesso, fino ad un massimo di 4 azioni consecutive. Ciò è molto utile soprattutto per ribaltare il risultato di un incontro, effettuando i cosiddetti “all-in”, utili quando si è all’angolo e si è a rischio di game over o quando manca poco per eliminare un avversario. Naturalmente in caso di totale negativo del contatore punti PB il personaggio dovrà rimanere fermo un numero uguale di turni necessari per ritornare a zero, divenendo così un arma a doppio taglio da utilizzare con cautela, pena la sconfitta.
Ritorna in Bravely Default II anche il sistema a classi già visto sotto forma di professioni in Final Fantasy: The 4 Heroes of Light e ripreso sia in Bravely Default e relativo sequel che in Octopath Traveller. Ciascuno dei quattro membri del party potrà usufruire di due classi contemporaneamente che ne influenzeranno sia le statistiche che le abilità in possesso. Sarà possibile quindi combinare a piacimento le classi sbloccabili nel corso della storia, riadattandole di volta in volta in base alla situazione e al profilo di ogni singolo personaggio. Ciascuna classe, sbloccabile sottraendo gli Asterischi ai boss appena sconfitti, consentirà al personaggio a cui verrà assegnata di beneficiare di specifiche abilità attive o passive in baso al proprio Livello Classe, da non confondersi con il classico livello d’esperienza. Soltanto le classi assegnate come primarie potranno aumentare di livello via via sconfiggendo nemici, mentre quelle secondarie consentiranno soltanto di accedere al relativo parco abilità/statistiche. Questa regola incentiva quindi l’interscambio continuo di classi diverse in modo da completare il più possibile il moveset dei quattro eroi rimodellandolo di volta in volta. Ciascuna classe ha poi il proprio repertorio di armi ed equipaggiamento prediletti, ma anche qui viene data piena libertà al giocatore di decidere come meglio personalizzare il proprio party. Come spesso accade nei JRPG, la chiave sta quindi nel trovare l’equilibrio perfetto fra attacco e difesa all’interno del proprio party, alternando classi offensive, come il Mago Nero o il Guerriero, ad altre di supporto, come il Mago Bianco (healer) o il Bardo.
A differenza dei precedenti capitoli, in Bravely Default II è possibile visualizzare i nemici all’interno dei dungeon e dell’overworld, eliminando così di fatto gli incontri casuali. Bisognerà quindi trovarsi a faccia a faccia con uno o più nemici per far partire la sequenza di combattimento. Premendo con tempismo il tasto Y è possibile inoltre sfoderare un fendente all’indirizzo nemico di turno, azione che ci consentirà di incominciare la battaglia con un punto PB bonus per tutto il party. In perfetta linea con il primo capitolo e, più in generale, con gli stilemi dei classici del JRPG, ciascun nemico avrà proprie debolezze e resistenze, sia in termini di elementi che di tipologia d’arma. Prima di poter accedere a queste informazioni però, inclusi i punti vita dell’avversario, dovrete prima renderle visibili attraverso determinate abilità e strumenti o, se si è più fortunati, scoprendole casualmente durante la lotta. Le soluzioni offerte da Bravely Default II sono comunque tantissime, così come sono tante le ore necessarie per trovare la strategia più adatta per affrontare i vari dungeon e boss. In alcune porzioni di gioco potremo inoltre fare affidamento su di un quinto comprimario, il quale non sarà un vero e proprio membro del party, ma un alleato controllato dalla CPU che agirà in autonomia durante la battaglia per darci manforte. Peccato però che l’IA dell’aiutante non regga il confronto con quella nemica, risultando nella maggior parte delle occasioni un semplice aiuto randomico. La difficoltà del gioco non è indifferente, soprattutto in caso di battaglie affollate o delle massacranti Boss Battle, ed è condizionata anche dall’impossibilità di salvare liberamente all’interno dei dungeon. Difficoltà comunque regolabile e modificabile in qualsiasi momento, cosa che rende il gioco accessibile anche ai non esperti del genere. Fortunatamente la presenza della funzionalità di autosave nell’overworld o nelle città vi salverà da atroci dimenticanze che potrebbero costarvi ore di gameplay. L’esplorazione è stata infine resa ancor più comoda dall’introduzione della modalità a singola mano, che consente l’utilizzo di un singolo Joy-con per beneficiare interamente dell’esperienza offerta da Bravely Defaul II. Inspiegabile invece l’assenza di una mappa all’interno dei dungeon, in alcuni casi fin troppo complessi e dispersivi.
Altro giro, altra avventura
Assodato quindi che la trama di Bravely Default II sia scollegata dai precedenti, di cosa tratta questo nuovo capitolo? Il protagonista di questa nuova avventura è Seth, un marinaio naufragato sulle terre sconosciute di Excillant. Ripresa conoscenza, il giovane naufrago incontrerà Gloria, la principessa del regno di Musa devastato dalle calamità naturali a seguito del furto dei cristalli, antico tesoro reale. Tornano quindi i cristalli elementali già visti nel primo capitolo, ancora una volta cruciali per lo svolgimento della trama. Fatta anche la conoscenza di Elvis, un’apprendista stregone che colleziona gli Asterischi, antiche pietre in grado di far luce sul diario segreto della defunta maestra, e di Adelle, una guerriera mercenaria in cerca di informazioni sulla sorella scomparsa, il quartetto così completato si metterà in marcia alla ricerca dei quattro cristalli scomparsi per ripristinare l’ordine in tutto il mondo ed evitare che Oblio della Notte si abbatta su tutto il mondo. Come ampiamente prevedibile, i cristalli sono finiti in mani nemiche, ciascuno situato in città diverse e poco intenzionato ad aiutarci. Soltanto coloro che possono fregiarsi del titolo di Eroe della Luce riusciranno però a sfruttare il reale potere dei cristalli e salvare così il Mondo. Un incipit tutto sommato senza troppe pretese, che però vedrà alcune sottotrame infittirsi fino a scombinare del tutto le carte in gioco più e più volte, con non pochi colpi di scena. Una trama, quella di Bravely Default II, che stenta però a decollare almeno nelle prime venti ore di gioco, di certo un’attesa irrisoria per i classici del JRPG, ma sufficientemente cospicua per annoiare coloro che cercano stimoli per completare le sfide tutt’altro che semplici offerte dal gioco. Nonostante Bravely Default II sia un crescendo di emozioni e tensione, il gioco Square Enix inciampa di continuo nei classiche situazioni cliché viste e riviste negli rpg orientali, dove i risvolti di trama sono troppo prevedibili o troppo assurdi per essere credibili. La caratterizzazione degli attori principali di Bravely Default II è sicuramente profonda, ma bisognerà raggiungere gli ultimi capitoli prima di inquadrarli davvero e affezionarcisi. Grazie alle conversazioni di gruppo è possibile approfondire il loro background, anche se spesso e volentieri le chiacchiere risulteranno essere poco interessanti finendo soltanto per spezzare ulteriormente il ritmo già di per se non troppo incalzante del gioco.
Cristallo opaco
Messo da parte il discorso ampiamente opinabile nonché soggettivo riguardo la trama del gioco, è innegabile che Bravely Default II abbia degli evidenti ed oggettivi problemi di natura tecnica. Nonostante l’evidente differenza in termini di grafica con i predecessori usciti per Nintendo 3DS, Bravely Default II presenta varie sbavature, prime su tutte i continui cali di frame rate riscontrati anche nella prima demo. Basta infatti passeggiare per l’overworld per rendersi conto di come i 30fps massimi raggiungibili duranti i combattimenti o durante i dialoghi calino drasticamente inficiando così la fluidità del gioco. Come se ciò non bastasse, i caricamenti riscontrabili dal passaggio tra una location e l’altra o semplicemente avviando il menù o una finestra di dialogo sono veramente eccessivi e contribuiscono a rallentare ulteriormente un gioco che non ha certamente nell’immediatezza il suo punto di forza. Discorso analogo per la risoluzione del gioco: se all’interno delle battaglie ci è sembrata su livelli accettabili, durante l’esplorazione essa crolla rendendo tutto un po’ troppo sfocato e poco definito.
Sul fronte stilistico è ancora una volta Akihiko Yoshida a dare “vita” ai personaggi e ai paesaggi di Bravely Default II. Il suo inconfondibile tratto, visibile già dagli stupendi artwork rilasciati sinora, non è stato però replicato alla perfezione in-game. Laddove i modelli del primo capitolo e di Bravely Second su Nintendo 3DS rendevano giustizia allo stile chibi e super deformed adottato da Yoshida, in Bravely Default II i personaggi sembrano perlopiù marionette in plastilina uscite direttamente da un episodio di Celebrity Death Match. La resa grafica delle ambientazioni è certamente superiore a quella dei predecessori, ma la scelta di alternare aree in 3D a fondali in stile diorama di cartone talvolta da un effetto poco gradevole. Poco da ridire invece sulle musiche realizzate ancora una volta dall’ottimo Revo, già autore delle Soundtrack di Bravely Default e Second. Comparto audio di Bravely Default II coadiuvato ancora una volta dal doppiaggio, molto apprezzabile nella sua versione giapponese mentre non sempre azzeccato in quella inglese, soprattutto nella scelta dei doppiatori per alcuni personaggi secondari. Altro fattore imprescindibile per Bravely Default II è sicuramente la longevità che nulla ha da invidiare dal primo capitolo. Certo è che la mole di quest secondarie decisamente noiose e decisamente inutili non è indifferente, un fattore alquanto evitabile se si considera che la main quest e il tempo richiesto per prepararsi alle boss battle che ne susseguono ammontano a parecchie decine di ore. Da segnalare, anche se di poco conto, la presenza di una funzionalità online che permette di racimolare qualche oggetto in più utile per la propria avventura.
La recensione in breve
Bravely Default II è un'ulteriore conferma che il genere dei JRPG classici sia tutt'altro che morto e che Square Enix, nonostante le digressioni artistiche degli ultimi anni, sia comunque intenzionata a portare avanti le proprie tradizioni. Ritornano il gameplay e lo stile che tanto avevamo apprezzato nei precedenti capitoli, ma purtroppo non possiamo parlare in toto di un ennesimo capolavoro. Square è infatti rea di aver fallito clamorosamente il salto generazionale da Nintendo 3DS e Switch, dato un comparto tecnico decisamente approssimativo e data anche una narrativa stanca e poco originale. Laddove il referenzialismo, lo stile e l'effetto nostalgia bastò al primo per renderlo uno dei migliori titoli dell'intera softeca per 3DS qui, nonostante Bravely Default II abbia comunque le carte in regola per intrattenere parecchie ore, la formula inizia a dare evidenti segni di cedimento.
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Voto Game-Experience