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Home»Notizie»GameStop: Un 2020 tra chiusure e licenziamenti

GameStop: Un 2020 tra chiusure e licenziamenti

GameStop ha condiviso i risultati delle vendite nel corso delle festività natalizie del 2020 appena concluso, rivelando un volume in calo
Giovanni CarrieriBy Giovanni Carrieri12 Gennaio 2021
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GameStop ha condiviso i risultati delle vendite nel corso delle festività natalizie del 2020 appena concluso, rivelando un volume in calo rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente del 3,1% su base annua a 1,77 miliardi di dollari. Tutto ciò nonostante l’enorme domanda di console next-gen, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, le cui scarse scorte disponibili presso i negozi non sono state sufficienti a soddisfare la domanda.

Due sono i fattori individuati come problematici in tutto ciò. Il primo elemento è ovviamente la situazione d’emergenza globale causata dalla pandemia di COVID-19, che ha impedito ai negozi di lavorare a pieno regime a causa degli ingressi contingentati e delle chiusure straordinarie. Il secondo fattore invece viene dalla chiusura, nel periodo incluso da fine 2019 a ottobre 2020, di ben 462 negozi.

“Complessimanete rimaniamo fiduciosi sia negli aspetti di crescita positiva per il 2021guidati dalla nostra strategia di aggiungere nuovi ed entusiasmanti flussi di entrate dai prodotti in tutto ciò che riguarda i giochi e l’intrattenimento, sia la forte domanda per la nuova generazione di prodotti per videogiochi basati su console” ha detto George Sherman, CEO di GameStop.

“GameStop si trova in una solida posizione di mercato con notevoli margini di esecuzione. Stiamo sfruttando le nostre capacità aumentando le nostre vendite di e-commerce e dimostrando la nostra capacità unica di servire i nostri clienti, ovunque, ogni volta e comunque scelgano di fare acquisti e provare i giochi” ha aggiunto infine Sherman.

Innegabilmente, per una catena come GameStop che già soffriva prima della pandemia, il recentemente concluso 2020 deve essere stato un anno terribile, tra le 462 chiusure e chissà quanti annessi licenziamenti. Non resta che sperare l’anno nuovo ci riesca a portare verso la chiusura di questo triste capitolo intitolato Coronavirus, per il bene nostro, dell’industria della nostra passione, e molto altro ancora.

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