La redazione di Kotaku ha realizzato uno speciale articolo nel quale sono stati elencati 6 titoli e non solo che hanno deluso nel corso di quest’anno così particolare. Il 2020 verrà ricordato per la pandema da COVID-19, tuttavia l’anno che si sta per chiudere ha visto l’arrivo di titoli e discussioni decisamente contrastanti oltre che a giochi di alto calibro come The Last of Us Part II e DOOM Eternal. Per questo motivo la nota redazione ha deciso di stilare una speciale FLOP Six ove troviamo appunto le 6 maggiori delusioni del 2020 per quanto riguarda il mondo dei videogiochi.
Halo Infinite e il rinvio al 2021
Halo Infinite è il primo titolo che ha deluso oltre a moltissimi fan anche la redazione di Kotaku. Il nuovo capitolo della saga progettato per accompagnare il lancio di Xbox Series X|S è stato rinviato da 343 Industries e Microsoft dopo una presentazione decisamente critica. Al momento il titolo è sprovvisto di una data di lancio ma pare che Halo Infinite possa debuttare su Series X|S (e Xbox One) il prossimo mese di Novembre.
PS5, Xbox Series X/S e relativo lancio
Kotaku prosegue con le enormi problematiche che hanno segnato il lancio dei nuovi Hardware e nello specifico le nuove console di Sony e Microsoft. L’arrivo della next-gen è stato infatti minato da una carenza di scorte che ha scatenato una corsa all’acquisto furibonda con PS5 maggiormente colpita da questa carenza. Questo ha permesso però la diffusione del fenomeno dei bagarini i quali hanno approfittato di questa situazione, acquistando ogni console appena disponibile e rivendendole a prezzi più alti.
Cyberpunk 2077
Nella lista dei top flop non poteva mancare il disastrioso lancio di Cyberpunk 2077. Annunciato nel 2012, poi annunciato di nuovo nel 2013 e destinato a uscire all’inizio di quest’anno prima di essere rinviato tre volte, Cyberpunk 2077 è un calderone che racchiude moltissimi fattori positivi ma anche altrettanti elementi negativi. Il gioco infatti si è rivelato non essere assolutamente dedicato all’utente medio in quanto per essere goduto richiede PC performanti o almeno una PS5 e/o XBOX Series X.
Le versioni per console oldgen infatti sono un totale disastro tanto che CD Projekt Red le ha volontariamente nascoste agli organi di stampa prima del lancio. Il lancio inoltre ha mostrato uno stato di queste versioni letteralmente disastroso. Questo ha portato ad una guerra da parte dei fruitori del titolo su oldgen costringendo Sony a rimuovere il gioco dal PlayStation Store e portando anche negozi fisici come Best Buy e GameStop ad accettare il reso come prodotto difettoso.
Molto critico anche il New York Times il quale ha definito il travagliato lancio del gioco come “uno dei disastri più visibili nella storia dei videogiochi“.
Nintendo e la guerra ai fan
Nintendo Switch continua a dominare, soprattutto in un anno estenuante come il 2020 con molti costretti a lavorare da casa. Tuttavia a parte Animal Crossing: New Horizons il colosso di Kyoto non ne ha voluto sapere di nessun progetto fan-made, tributi o spin-off. Chiuso addirittura un intero torneo fan-made di Super Smash Bros. e bloccata un’iniziativa che prevedeva la realizzazione di Joy-Con personalizzati e la devoluzione dei guadagni a un’organizzazione per la prevenzione del suicidio.
The Last of Us: Parte II e la tossicità della community attorno al gioco
The Last of Us: Parte II è senza ombra di dubbio un titolo estremamente violento e brutale che non vuole mettere mai i giocatori a proprio agio, anzi. Ma The Last of Us: Parte II è anche quel gioco che è stato segnato da rinvii dell’ultimo minuto e Naughty Dog complice di forti polemiche a causa dell’abuso del crunch che, come saprete, ha portato anche ai leak prima del lancio contenenti spoiler giganteschi sulla storia, con alcuni “fan” che addirittura avevano già deciso la loro posizione senza aver mai toccato con mano TLOU2.
Sviluppatori, attori, writer, sono stati così presi di mira con pesanti insulti da gruppi organizzati prima dell’uscita. Questo è quanto ha riportato Kotaku nel suo articolo:
“c’è molto da apprezzare o non apprezzare su quello che è nel gioco, ma tutto ciò che lo ha circondato è stata per lo più solo una un’orrenda messa in mostra dei peggiori trend nella community“.
Ubisoft e il suo anno particolarmente difficile
Ubisoft ha attraversato un 2020 davvero difficile. Su twitter un thread ha infatti scatenato una serie infinita di discussioni dopo che varie persone hanno voluto raccontare nel dettaglio le molestie e gli abusi nei confronti dei dipendenti della compagnia.
Le accuse vanno da commenti inappropriati a vere e proprie aggressioni, il tutto nonostante i vertici della società sapessero della situazione senza fare nulla. Questa situazione ha portato il CEO Yves Guillemot a doversi scusare pubblicamente e promettere che verranno prese delle contromisure verso questa cattiva condotta lavorativa da parte di Ubisoft. Di conseguenza, diverse persone sono state licenziate o si sono dimesse, incluso il direttore creativo Serge Hascoët. Un sondaggio interno condotto a livello aziendale ha rilevato che il 25% degli intervistati ha assistito o sperimentato in prima persona comportamenti scorretti, mentre uno su cinque ha riferito di non sentirsi “pienamente rispettato o al sicuro nell’ambiente di lavoro“.
Oltre a quanto riportato sopra è stata citata anche la controversa decisione di non rendere protagoniste le donne in Assassin’s Creed, dato che a detta dei responsabili le eroine femminili “non vendono”. Macigno finale infine il caso Black Lives Matter. Ubisoft infatti si è dovuta scusare per aver usato i simboli del Black Lives Matter per rappresentare un gruppo terroristico in-game nel loro gioco per mobile della serie Tom Clancy.
Che ne pensate? Siete d’accordo con queste scelte di Kotaku? Fatecelo sapere nei commenti